Sergio Quinzio ha affidato a questa « lettera » il racconto del breve tempo vissuto accanto a Stefania. Parole come « pessimismo » e « ottimismo » – le prime che verrebbero alla mente — sono completamente inadeguate a render conto dell’atteggiamento nei confronti della vita e della morte testimoniato da questo libro di Sergio Quinzio, così tragicamente legato alla sua storia personale. Piuttosto, l’alternativa è fra un modo distaccato di accettare le pene e le gioie del vivere, ugualmente lontano dalla passione e dalla disperazione, e un modo intensamente partecipe, che si apre alla vita con fiducia, e proprio per questo è ugualmente capace di patire la più sconsolata delusione. Il cristiano Quinzio ricorda, in contrapposizione all’armoniosa spiritualità benedettina, la lacerata spiritualità francescana, del « giullare di Dio » con il corpo stimmatizzato dalle piaghe di Cristo. E forse è vero che solo la consapevolezza della morte può rendere infinitamente dolce il miracolo di essere vivi.
Grazie.
Ma come faccio a sc_r_c_r? Non trovo il link.