Edgardo Franzosini – Sotto il nome del Cardinale

Sotto il nome del Cardinale

Ripamonti, chi era costui? Un nome che alle orec­chie dei più non dice granché; o forse risveglia una vaga eco, persa nella nebbia dei ricordi scolastici: una delle fonti dei Promessi sposi – in verità, come sco­pri­remo, la prima e la più importante. In­curiosito da quella che gli ap­pa­riva quasi una damnatio memoriae, Franzosini ha comin­ciato a indagare sui reali motivi per i quali, dopo essere stato un protégé di Federico Borromeo – che lo no­minò Dottore del­l’Ambrosiana e lo accolse nel palazzo arci­ve­scovile –, il presbitero-storico abbia subìto, pro­prio da parte del Cardinale, una «fiera per­secuzione», co­stata quat­­tro anni di carcere duro. Scavando negli archivi, spulciando fra i testi, rileggendo ogni sorta di docu­menti, Franzosini ci svela a poco a poco una verità diver­sa da quella del­le carte proces­suali, che parlano di magia e stre­go­neria, libri proibiti e insubordi­­nazione (e ac­cennano persino al «peccato nefando» di sodo­mia): che al­l’origine di tutto ci sia (come scri­ve dal car­cere lo stes­so Ripa­mon­ti) un «fatto mirabi­le, in­cre­di­bi­le», o piut­tosto «or­ribil e atroce», il fatto cioè che esi­sta­no signori i qua­li «aspi­rano a guada­gnarsi fama im­mor­tale con lavori faticati da mani che non sono le lo­ro, ed ai qua­li ap­pongono il proprio no­me». Anche se si tratta di un nome santo come quel­lo dello stesso Federico Bor­romeo. Franzosini conduce la sua inda­gine con ma­no sicura e, con un montaggio perfet­ta­mente conge­gnato, costru­isce un intreccio polifonico in cui con­ver­go­no e si in­tersecano una quantità di sto­rie; e grazie an­che a un tono narrativo leggero e in­si­nu­an­te – con­for­me alla sfuggente materia che cerca di av­vicinare – ci of­fre un denso, affascinante affresco del­la curia ambro­siana nel XVII secolo.

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