Ernst Bloch – Avicenna e la sinistra aristotelica

Avicenna e la sinistra aristotelica di [Bloch, Ernst]

Pubblicato per la prima volta a Berlino nel 1952 e ancora inedito in traduzione italiana, il saggio ripercorre il tortuoso cammino che da Aristotele, attraverso Avicenna, Avicebron e Averroè, giunge a delineare un concetto qualitativo di materia, intesa come grembo infinitamente fecondo di forme, fornendo così una base ontologica a quel principio speranza che ha rappresentato uno dei cardini della riflessione di Bloch. In queste dense pagine, il filosofo tedesco ci conduce nell’antica terra vergine di una materia utopica, una lontananza che vale la pena riscoprire perché “è fecondo solo quel ricordo che al contempo ci rammenta quanto ancora resta da fare”.

Ernst Bloch – Tracce

Tracce

Tracce è un’opera dalla genesi complessa, programmaticamente eccentrica, sospesa tra narrazione e riflessione filosofica; o meglio, rappresenta il frutto esemplare di quel «pensare anche affabulando» teorizzato da Bloch. Apologhi, motti di spirito, proverbi, fiabe romantiche, leggende classiche e orientali, frammenti di dialoghi e conversazioni, romanzi avventurosi o polizieschi vengono raccontati, riletti, interpretati, trasfigurati. Per Bloch riscoprire il valore delle storie significa anche utilizzarle per modificare radicalmente la struttura dell’argomentazione filosofica, richiamandola a ciò che sta prima o fuori del pensiero sistematico, collegando sensibile e sovrasensibile, vissuto e metafisica. Questo pensare frammentario, per immagini, consente di inseguire nel visibile le tracce di ciò che si nasconde, e quelle tracce sono proprio gli elementi del mondo utopico che va cercando Bloch: una vita totalmente nuova e altra rispetto all’esistente.

Ernst Bloch – Il principio speranza [Epub – Mobi – Pdf scan]

coverContrapposto all’attualità e all’ideologia della “fine della storia”, “Il principio speranza” – che fonda la sua ontologia sulla potenzialità dell’essere e sull’apertura al cambiamento – risulta oggi audacemente inattuale ma ricchissimo di suggestioni su temi sempre aperti. Nelle cinque parti che costituiscono il suo capolavoro (iniziato nel 1938 e dato alle stampe per la prima volta nel 1959) Bloch esplora la dimensione utopica del pensiero in tutte le sue molteplici manifestazioni: oltre il “principio del piacere” delle vecchie utopie, ma anche oltre il “principio di realtà”, inteso come passiva accettazione del già-dato. Gran parte del “Principio speranza” è dedicata a una fenomenologia degli stati utopici della coscienza: dai desideri più profondi dei singoli alle opere d’arte e ai grandi miti collettivi, fino alle forme che si annunciano nell’arte di consumo. In tutte queste forme, attraverso una “ontologia del non ancora”, si delineano i tratti di una realtà conciliata che servono da guida e da orientamento per l’azione storica. In questo senso, “Il principio speranza” individua un possibile antidoto al nichilismo e all’angoscia: senza promettere redenzione e salvezza, senza confondere la caduta di alcuni idoli con la caduta degli ideali.

Grazie a Maurizio per la scansione di partenza.

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E con il capolavoro di Bloch si chiude la mega-infornata natalizia.

Buone feste e letture a tutti 🙂 , ci si vede dopo la befana.