Flannery O’Connor – La vita che salvi può essere la tua

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Crescono anche in Europa, ad ogni traduzione, l’interesse e il consenso per l’opera di Flannery O’Connor, la scrittrice americana scomparsa nell’agosto 1964, a soli trentanove anni, nel pieno della maturità artistica. La scarna biografia di questa ragazza della Georgia, nata e vissuta nella campagna del Sud, condannata da un male inguaribile, rivela una prepotente vocazione, irrobustita da un paziente artigianato letterario. Con la stessa lucidità e lo stesso coraggio con cui affrontò la malattia, la O’Connor si ostinò a dare alla propria arte una cifra inconfondibile: aveva in uggia i luoghi comuni del « romanzo del Sud », si ribellava all’idea di essere catalogata come una « infelice combinazione di Poe e di Erskine Caldwell ». Il paesaggio delle sue storie era ancora quello « classico » delle campagne disabitate, delle piccole città, dei predicatori ambulanti, dei negri e dei « poveri bianchi » : ma veniva trasfigurato da un fervore religioso ai limiti dell’ossessione, percorso da squarci improvvisi di luce e tenebra, a simboleggiare lo scontro balenante del peccato e della grazia. Questo mondo primitivo e visionario Flannery O’Connor giunse a ricrearlo col massimo della concentrazione soprattutto nei racconti, come testimonia questo volume che li riunisce tutti (negli Stati Uniti, apparvero in due distinte raccolte, nel 1955 e nel 1965, col titolo di A Good Man Is Hard to Find e Everything that Rises Must Converge). Sono storie che si snodano in uno spazio angusto, spesso domestico, ma per questo non sono meno drammatiche e avvincenti. Vi si stagliano, inquietanti figure: ragazze presto deluse dalla vita, vagabondi imprevedibili, vecchi trasognati, bambini precoci e quasi vizzi, malinconici e intuitivi, cui spesso tocca il privilegio della verità. La O’Connor costruisce attraverso le loro vicende un universo morale al tempo stesso miserabile e grandioso: la realtà immota e disadorna è pervasa da un soffio di messianesimo esaltante, che trasforma povere creature in rilevate figure di profeti, li coinvolge nella colpa e nella redenzione, in un incalzare di moderne « parabole ».