Elisabetta Abignente – Quando il tempo si fa lento. L’attesa amorosa nel romanzo del Novecento: Marcel Proust, Thomas Mann, Gabriel García Márquez

coverCome aspetta chi è innamorato? E come si racconta l’attesa amorosa in forma di romanzo? Cogliendo gli spunti offerti da Roland Barthes sul discorso amoroso, questo libro si propone di definire un modello di rappresentazione dell’attesa d’amore nel romanzo del Novecento attraverso il confronto fra tre grandi opere narrative: “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, “Giuseppe e i suoi fratelli” di Thomas Mann e “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Marquez. Lo studio dell’attesa nervosa e claustrofobica del ritorno di Albertine, “être de fuite” per definizione; l’esame della paziente attesa biblica di Giacobbe e Rachele reinterpretata dall’intensa riscrittura manniana; infine lo sguardo critico sull’attesa iperbolica, lunga più di mezzo secolo, di cui è protagonista Fiorentino Ariza nel romanzo più sentimentale e più ironico di García Marquez, dimostrano come la dimensione dell’attesa amorosa abbia costituito per i tre autori una sfida rappresentativa e un’occasione per riflettere sugli strumenti che ha a disposizione chi scrive per descrivere e narrare l’attesa.

Consiglio a cura di Mitzicat

Elias Canetti – La coscienza delle parole. Saggi

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«In questo volume sono presentati in ordine cronologico i saggi che ho scritto fra il 1962 e il 1974. A un primo sguardo potrà sembrare un po’ strano trovare qui riunite figure come Kafka e Confucio, Büchner, Tolstoj, Karl Kraus e Hitler, catastrofi terrificanti come quella di Hiroshima e considerazioni letterarie sulla stesura dei diari o sulla genesi di un romanzo. Ma io mi sono appunto occupato man mano di queste cose, poiché solo in apparenza esse sono fra loro incompatibili. Il pubblico e il privato non sono più separabili ormai, si compenetrano a vicenda in modi che in passato sarebbero apparsi inauditi. I nemici dell’umanità hanno acquistato potere rapidamente, sono assai prossimi alla meta finale, la distruzione della terra, è impossibile non tener conto di loro e ritrarsi nella esclusiva contemplazione di modelli spirituali che ancora possono avere per noi un certo significato. Questi sono diventati più rari, molti che potevano bastare alle epoche passate non hanno in sé una ricchezza sufficiente, il campo che abbracciano è troppo limitato per poter essere utili anche a noi. Tanto più importante diventa dunque parlare dei modelli che hanno retto perfino alla mostruosità di questo nostro secolo». Così scriveva Elias Canetti presentando la prima edizione di questo volume (1974).

Jean Starobinski – L’inchiostro della malinconia

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Da dove provengono la tristezza profonda, la disperazione, il delirio, il furore, il suicidio? Contro coloro che invocavano una causa sovrannaturale o una punizione divina, il pensiero medico ha fatto prevalere, fin dall’antichità, una causa naturale, quella “bile nera” cui il senso letterale del termine “malinconia” fa riferimento. Per la medicina greca e romana era uno dei quattro umori del corpo dalle cui combinazioni dipendevano gli stati d’animo e il carattere delle persone. Un umore di natura fredda e tenebrosa che era all’origine di sofferenze e disordini, ma che tuttavia poteva stimolare un’intensa sensibilità intellettuale e artistica. Questo volume raccoglie tutti gli scritti che il medico, storico delle idee e critico letterario ginevrino ha consacrato ai diversi aspetti della malinconia, a partire dalla sua celebre tesi di laurea dedicata alla storia dei suoi trattamenti medici. I vari saggi rappresentano un’accurata messa in prospettiva di questo potente sentimento, dalla sua prima apparizione in Omero e Galeno fino alla sua riduzione a semplice patologia psichica. Starobinski incrocia miti antichi, astrologia, medicina, letteratura, filosofia e arte, corroborando ogni argomento con una moltitudine di corrispondenze, tanto impreviste quanto perfette.

Andrej Belyj – Il colore della parola

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I saggi qui raccolti, tratti da Simvolism, Arabeski e Lug zelenyj sono le riflessioni di Belyj lungo l’arco del primo decennio del secolo. Sono scritti che rispondono alla geniale caoticità che è la forma stessa del pensiero di Belyj, alla sua ossessione che lo rende quanto mai attuale: il conflitto tra ordine e caos, in cui risiede in ultima istanza la lotta per il futuro.

Consiglio offerto da Flextime

Antoine Compagnon – Proust tra due secoli. Miti e clichés del decadentismo nella Recherche

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Collocando Sodoma e Gomorra al centro della sua analisi, Compagnon si giova dell’ausilio della critica genetica per indagare la sua «costellazione di peccato e isteria, bestemmia e sadismo », e coglie cosi con efficacia quel rapporto ambivalente di adesione e di superamento dei luoghi ccmuni del Decadentismo, che fa della Recherche un’opera dai significati molteplici, classica e moderna insieme. Un’opera destinata a sopravvivere nel tempo grazie a quella stessa « mancanza di senso storico » che ha consentito a Proust di emanciparsi dai miti, dalle mode, dagli ideali, tanto del xix quanto del xx secolo.

Consiglio ispirato da Mitzicat.