Anne Louise Strong – L’era di stalin

L’era di Stalin è un libro utile, anzi necessario, per conoscere in “presa diretta”, la realtà quotidiana, le contraddizioni, i problemi, le finalità di quella straordinaria avventura che è stata la costruzione del socialismo in Unione Sovietica. Una rivoluzione epocale che ha trasformato l’economia, sia nell’industria e nelle infrastrutture, sia nell’agricoltura, e che ha elevato il livello civile e culturale di una popolazione semi-analfabeta a traguardi mai raggiunti. Questo libro è un antidoto contro la propaganda anticomunista che intossica le menti e le coscienze. E’ un invito ai lettori, soprattutto ai più giovani, a riflettere, ad impegnarci insieme in un lavoro collettivo di ricerca per riappropriarci di una storia che ci appartiene, per ricostruire una memoria che ci è stata sottratta o rimandata attraverso specchi deformanti. Poter attingere all’immenso patrimonio del movimento operaio comunista, della costruzione del socialismo nei primi paesi che la intrapresero, imparare dalla loro esperienza – al di là dalla loro temporanea sconfitta – consente di mettere radici più salde al “nuovo mondo possibile” che vogliamo costruire.

Ludo Martens – Stalin. Un altro punto di vista

Al fine di ricostruire la verità storica, Ludo Martens si propone di affrontare e confutare «gli attacchi contro Stalin ai quali siamo più abituati: il “testamento di Lenin”, la collettivizzazione imposta, l’industrializzazione forzata, la burocrazia soffocante, lo sterminio della vecchia guardia bolscevica, le grandi purghe, la collusione di Stalin con Hitler, l’incompetenza di Stalin nella guerra…» L’autore, servendosi di fonti ineccepibili, frutto di una rigorosa ricerca storica, mette a confronto le tesi sostenute da Stalin e dagli altri dirigenti del Partito Comunista Bolscevico con quelle degli oppositori interni, riporta numerose opinioni e testimonianze sia di avversari del socialismo, sia di suoi sostenitori, sia di osservatori imparziali. Il tutto sullo sfondo di un vasto affresco nel quale Ludo Martens descrive, in termini non agiografici, la prima esperienza socialista che trasformò una società semifeudale ed arretrata in un paese industrialmente e culturalmente avanzato, capace di sconfiggere il nazismo.

Giuseppe Boffa – IL FENOMENO STALIN NELLA STORIA DEL XX SECOLO

A trent’anni dalla morte, Stalin resta uno dei grandi protagonisti del nostro secolo. La sua personalità, il suo pensiero, il suo potere hanno  orientato, nei momenti salienti della  storia contemporanea, forze rivoluzionarie di tutto il mondo. E ancora oggi la sua figura è al centro di polemiche e contrastanti interpretazioni da parte dei testimoni e degli studiosi. Lo stalinismo è figlio legittimo del leninismo (come sostiene Solženicyn) o segna la rivincita della vecchia Russia (come sottolinea Tucker); è una dittatura analoga ad altri regimi totalitari contemporanei (come pensa la Arendt) o il tratto specifico di un paese in via di sviluppo (Gerschenkron); è un’epoca controrivoluzionaria paragonabile al periodo termidoriano (Trockij e Deutscher) o un caso di dispotismo industriale (Wittfogel)? Le ipotesi in discussione sono molteplici, e ripercorrendole si risale alle questioni economiche, politiche, storiche, sociali, ideologiche che lo stalinismo implica. Boffa ricostruisce il dibattito avvincente e drammatico, per rispondere alla domanda: chi fu, e cosa rappresenta tuttora, il personaggio mitico e incombente di Stalin?

Milovan Gilas – Conversazioni con Stalin

Questo libro che l’Universale Economica ristampa a quindici anni dalla sua prima edizione è ormai un classico. Non costituisce soltanto un documento storico, ma rappresenta anche un caso personale: il dramma di Milovan Gilas, l’uomo politico che si è posto nei confronti del suo, del nostro tempo come protagonista e come testimone, nel senso vero del termine. Milovan Gilas ha avuto il suo primo incontro con Stalin nel 1944 a Mosca dove si era recato per conto del governo jugoslavo, del quale egli era uno dei leaders, secondo soltanto a Tito. Stalin dirige tutte le forze dell’Urss contro l’invasione nazista; Gilas arriva fino a lui dopo un lungo e avventuroso giro attraverso le zone già liberate. Ed è già nel corso di quelle prime conversazioni con Stalin e con i dirigenti sovietici che si vanno delineando le successive linee di marcia della politica russa nei confronti dell’Occidente. Gilas non trascura di farci conoscere da vicino le maggiori personalità di quel momento, Molotov, Žukov, Beria, Malenkov, Kruscev, una serie di brillanti, indimenticabili ritratti. L’ultimò incontro con Stalin avviene nel 1948, sempre a Mosca, dove la delegazione jugoslava si era recata per scongiurare la rottura tra i due paesi che, tuttavia, si verificò poco più tardi nello stesso anno.

Roy A. Medvedev – Lo stalinismo. Origini, storia, consequenze Vol. 2

Che cosa ha reso possibile il sistema politico-sociale legato ai nome di Stalin? Quali sono state le origini dello stalinismo, le sue linee di sviluppo, le sue più profonde conseguenze? A tali domande, quest’opera risponde con una sconvolgente storia documentaria dello stalinismo, scritta da uno studioso marxista. Frutto di uno straordinario lavoro di ricerca compiuto in difficilissime condizioni, al di fuori dei canali storiografici ufficiali e in polemica con il cauto riserbo conformista, l’opera di Medvedev è « una pietra miliare per la conoscenza di mezzo secolo di storia sovietica ». L’autore ha individuato e analizzato le occasioni storiche, le forze sociali, le tendenze politiche, i meccanismi di potere che provocarono l’ascesa di Stalin e ne affermarono, consolidarono e ingigantirono il sistema di governo nel partito, nell’apparato statale, nell’esercito, nelle abitudini e nella vita morale del popolo sovietico. Ne risulta il più completo quadro clinico della « degenerazione » del socialismo che prende il nome da Stalin, disegnato lungo un arco di tempo che abbraccia tutte le fasi della sua evoluzione dalle lotte clandestine del primo Novecento alla Rivoluzione d’Ottobre, dalla guerra civile alla collettivizzazione della terra e all’industrializzazione forzata, dalle grandi purghe al conflitto mondiale, dal dopoguerra alla morte del dittatore georgiano.

Roy A. Medvedev – Lo stalinismo. Origini, storia, consequenze Vol. 2

Che cosa ha reso possibile il sistema politico-sociale legato ai nome di Stalin? Quali sono state le origini dello stalinismo, le sue linee di sviluppo, le sue più profonde conseguenze? A tali domande, quest’opera risponde con una sconvolgente storia documentaria dello stalinismo, scritta da uno studioso marxista. Frutto di uno straordinario lavoro di ricerca compiuto in difficilissime condizioni, al di fuori dei canali storiografici ufficiali e in polemica con il cauto riserbo conformista, l’opera di Medvedev è « una pietra miliare per la conoscenza di mezzo secolo di storia sovietica ». L’autore ha individuato e analizzato le occasioni storiche, le forze sociali, le tendenze politiche, i meccanismi di potere che provocarono l’ascesa di Stalin e ne affermarono, consolidarono e ingigantirono il sistema di governo nel partito, nell’apparato statale, nell’esercito, nelle abitudini e nella vita morale del popolo sovietico. Ne risulta il più completo quadro clinico della « degenerazione » del socialismo che prende il nome da Stalin, disegnato lungo un arco di tempo che abbraccia tutte le fasi della sua evoluzione dalle lotte clandestine del primo Novecento alla Rivoluzione d’Ottobre, dalla guerra civile alla collettivizzazione della terra e all’industrializzazione forzata, dalle grandi purghe al conflitto mondiale, dal dopoguerra alla morte del dittatore georgiano.

Jean Eillenstein – Storia del fenomeno staliniano

Jean Elleinstein, dirigente del Centro di studi e ricerche marxiste e autore di una Storia dell’URSS in quattro volumi, analizza in quest’opera le origini, l’evoluzione e il declino del fenomeno staliniano, il cui apogeo si colloca tra gli inizi degli anni trenta e la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, offrendoci un tentativo di spiegazione marxista, non riconducibile al solo « culto della personalità » denunciato dal XX Congresso del PCUS nel 1956. Studiando la funzione dello Stato socialista sovietico e i suoi rapporti con l’economia e con la società, Jean Elleinstein ci permette di capire come abbiano potuto coesistere uno sviluppo economico e culturale senza precedenti nella storia e uno Stato autoritario e dispotico. Il fenomeno staliniano non nasce con Stalin e non scompare totalmente con lui. All’interrogativo fondamentale del nostro tempo — se lo stalinismo fu la conseguenza necessaria del socialismo o invece un infortunio provocato da cause secondarie — Jean Elleinstein, risponde, col soccorso di prove storiche, che esso fu la conseguenza delle condizioni nelle quali nacque e si sviluppò il primo Stato socialista del mondo.

Michal Reiman – La nascita dello stalinismo

Che cos’è, fin dall’inizio, lo stalinismo? Secondo lo storico cecoslovacco Michal Reiman è la via scelta da una parte del partito bolscevico per uscire dalla crisi economica (che tendeva a divenire sociale e politica) in cui l’URSS si era venuta a trovare nella seconda metà degli anni Venti. È un regime di oppressione estraneo alle aspirazioni originarie del socialismo. È lo sbocco dell’aspra lotta politica che vede la sconfitta delle opposizioni, preludio alla formazione dell’assetto autoritario che deve garantire, innanzitutto, una disciplina di massa alla pianificazione staliniana. Grazie a Michal Reiman noi possediamo oggi, e ritroviamo in questo libro, una documentazione più vasta e inedita di quel periodo. L’autore l’ha rinvenuta negli archivi del ministero degli esteri tedesco: fatto eccezionale negli studi di storia dell’URSS, di solito basati quasi esclusivamente su fonti già note, poiché gli archivi sovietici sono tuttora inaccessibili.

György Lukács – Lettere sullo stalinismo

Le lettere che qui presentiamo sono una piccola parte della corrispondenza che György Lukács (nato a Budapest nel 1885 e morto nel 1971) nella sua lunga vita di intellettuale, e per un certo periodo anche di politico, ha scambiato con molte delle personalità intellettuali e politiche europee del suo tempo.

Giorgio Galli – Stalin e la sinistra: parlarne senza paura

Se oggi si chiedesse a un cittadino italiano, anche di sinistra, anche se discretamente informato, se le vittime di Stalin siano state tre o trenta milioni, quasi certamente direbbe trenta. Il dato è illuminante di quanto la storiografia liberaldemocratica ma anche l’antistalinismo di sinistra abbiano influenzato l’immaginario collettivo, tramandando il mito di un dittatore sanguinario e paranoico. Sia chiaro che anche solo un milione di vittime di una strategia politica errata e disastrosa sarebbero sufficienti a darne un giudizio negativo. È oggi cruciale, a maggior ragione in questa fase di afasia della sinistra, valutare la portata esatta di quel fenomeno che fu lo stalinismo per trarne le necessarie conclusioni in sede politologica e storica. È lo scopo che si prefigge questo pamphlet di Giorgio Galli dalla duplice natura: quella storiografica, volta a dirimere l’annosa querelle sulle “cifre”, e quella politica, in cui si offrono spunti di riflessione per far superare il senso di vergogna e di colpa che paralizza i leader della sinistra. Nessun dubbio che quello stalinista sia stato un regime di stragi e persecuzioni di massa. Ma Stalin è responsabile di nove milioni di vittime nel contesto storico delle due guerre mondiali del Novecento, non scatenate dal comunismo, che hanno provocato settantacinque milioni di morti. Oggi la sinistra per rinvigorire questa democrazia non deve richiamarsi al liberalismo dell’Ottocento ma inventare quello del XXI secolo, più equo e democratico.