Marco Natalizi – Il burattinaio dell’ultimo zar

Il burattinaio dell'ultimo Zar

Nel momento più tragico di un Impero, un pellegrino, lussurioso e astuto, emerge dalla più profonda provincia siberiana e muove alla conquista di un pezzo di paradiso: il suo nome è Grigorij Efimovic Rasputin. Si presenta come carismatico mistico nei più esclusivi salotti di San Pietroburgo al cospetto di una generazione di russi disorientati. Lui si considera un santo. E molti lo vedono così. C’è però anche chi io ritiene un ambiguo contadino ignorante. Quale potere ha esercitato alla corte dello Zar e nell’Impero il “monaco errante”? Di quali protezioni gode? Di quali alleanze si serve? Quale è stato il suo ruolo nella catastrofe che, pochi mesi dopo la sua morte, travolge i Romanov? Accostarsi a Rasputin, a cento anni dalla sua tragica fine, significa avvicinare una leggenda.

Andrej Amal’rik – Rasputin. Il « monaco nero » e la corte dell’ultimo zar

cover

Nessun personaggio della storia russa è avvolto nel mito come Gregorij Rasputin. Contadino semianalfabeta divenne un influente consigliere dello zar. Questo libro ne traccia la storia facendo un mirabile lavoro di ricerca, raccontato con lo stile di un romanzo. Profeta veggente, devoto, ma anche dedito ai piaceri del corpo, Rasputin fu al centro di grandi scandali che coinvolsero la famiglia imperiale e il destino di un impero ormai avviato al declino. Il misticismo demoniaco di Rasputin influenzava le scelte politiche dello zar, mentre l’aristocrazia tentava le ultime inutili mosse per riprendere il potere. Questo libro è un avvincente galleria di personaggi, protagonisti di una storia che viene raccontata per la prima volta con attenzione alla religiosità russa, ai suoi miti e leggende.

Félix Yussupov – Dalla corte all’esilio. Memorie dell’uccisore di Rasputin

COVER

L’assassinio, avvenuto a San Pietroburgo il 29 dicembre 1916, venne fatto passare per un delitto politico; il suo autore, che sicuramente agì d’intesa con altri congiurati e con potentissimi protettori dell’ambiente di corte (se la cavò, infatti, senza nemmeno un processo, con una mitissima pena all’esilio in campagna), sostenne di aver voluto liberare lo zar, e soprattutto la zarina, Alessandra Fedorovna, dall’influenza di Rasputin, giudicato un intrigante senza scrupoli che, con il suo ascendente sulla coppia imperiale, stava trascinando la Patria alla rovina. Felix Yusupov era un omosessuale che non riusciva ad accettare la propria condizione (benché studi recenti abbiano dimostrato come essa fosse diffusissima nella “gioventù dorata” cui egli apparteneva e specialmente nel prestigioso reggimento Preobrazhenskij della Guardia imperiale, al quale apparteneva, al punto che lo si definiva, dietro le quinte, “il reggimento degli omosessuali”, e tale era anche il suo nobilissimo comandante). Secondo alcuni studiosi, si sarebbe rivolto a Rasputin proprio perché lo aiutasse a risolvere il suo problema di identità sessuale.