Lavori di scavo offre al lettore la rara occasione di introdursi nel «laboratorio critico» del premio Nobel J. M. Coetzee: in una ventina di saggi, da Svevo a Musil, da Beckett a Sebald, da Grass a Philip Roth, alcuni dei piú grandi autori del Ventesimo secolo vengono analizzati, e giudicati, da un loro pari. Sono lavori allo stesso tempo accessibili e illuminanti, in cui lo studioso – Coetzee insegna letteratura all’università e collabora con numerose riviste, tra cui la «New York Review of Books» – e il romanziere si alleano per portare alla luce gli aspetti piú profondi della creazione letteraria. Non solo: raccogliendo le recensioni e gli articoli scritti da Coetzee tra il 2000 e il 2005, Lavori di scavo testimonia l’umiltà con cui l’autore sudafricano si avvicina di volta in volta alle opere dei colleghi del presente e del passato. Ma è soprattutto al servizio del lettore (tanto di quello comune che dello specialista) che Coetzee mette la sua erudizione cosmopolita e la sua sensibilità di scrittore: sono pagine che rifuggono qualsiasi condizionamento o forzatura teorica, capaci di trasmettere la passione per la lettura e la tensione morale che le sostiene. Osservando in controluce questi profili critici, il lettore piú avvertito non potrà fare a meno di cogliere i temi ricorrenti, verrebbe da dire le ossessioni, che da sempre caratterizzano la narrativa di Coetzee: il rapporto tra l’artista e il suo tempo, la responsabilità etica di chi «prende la parola» attraverso un libro, l’appartenenza a una comunità, l’esilio, il linguaggio come fardello e costante agóne. Ma forse quello che piú di tutto accomuna i suoi romanzi a questa personale rilettura del canone novecentesco è la stessa rigorosa domanda di verità.