David Harvey – La crisi della modernità

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In questo libro Harvey offre una panoramica della crisi della modernità vista attraverso l’analisi degli anni Ottanta, del “rampantismo” diffuso. È una indagine serrata, che accosta e attraversa il dibattito culturale, la mutata esperienza dello spazio e del tempo, l’arte e l’architettura postmoderna, le trasformazioni del modello fordista, l’internalizzazione delle attività finanziarie e la nuova stratificazione sociale.

NOTA POST INFORNATA

Cari amici, spero vi piaccia la nuova infornata.
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P.S. Ho intenzione di pubblicare prossimamente delle piccole guide amatoriali sulla produzione dei nostri amati consigli, ovviamente partirò dalle basi (scansione e affini)

68 pensieri su “David Harvey – La crisi della modernità

  1. Ciao, sito stupendo. Complimenti per quello che fate.
    Mi piacerebbe ricevere dei consigli e, magari, dare un contribuire personale.

  2. infornata incredibile!!!! grazie Nat

    I fichi cadono dagli alberi, essi sono buoni e dolci; la loro rossa pelle si screpola, quando cadono. Io sono un vento del settentrione per fichi maturi. Così, simili a fichi, cadono a voi questi insegnamenti, amici miei: bevetene il succo, la loro dolce polpa ! Tutt’ intorno é autunno e cielo puro e pomeriggio . Guardate la pienezza intorno a noi ! Bello é guardare verso mari lontani , dalla sovrabbondanza .Un tempo nel guardare verso mari lontani si diceva Dio ; ora però io vi ho insegnato a dire : NAT 🙂

  3. Ottima selezione…non ho però capito se su Mega si tratta solo di attendere l’aggiunta, oppure se devo fare qualcosa io dal mio profilo. Se qualcuno avesse informazioni in tal senso, sarebbero graditissime. Ciao e grazie di nuovo per questi consigli di lettura.

  4. Ciao a tutti,
    ho scoperto questo interessantissimo blog. Complimenti per il lavoro svolto.
    Mi piacerebbe contribuire con alcuni consigli di lettura.

  5. Ogni tanto mi domando se effettivamente poi qualcuno li legga, ‘sti libri 😀

    Ad ogni modo, mi offro per dare una mano per la stesura delle “guide amatoriali”.

        • Ivano, grazie per la tua franchezza, anche se non sono d’accordo
          1) sulla critica “carnappiana” (passami il termine) ai testi qui raccolti – l’ultima condivisione è il libro di Harvey sul postmoderno, il quale non mi pare proprio che si faccia castelli in aria -; probabilmente codesto giudizio discende dalla tua formazione intellettuale, che però non conosco e per questo evito di giudicare;
          2) per quanto concerne ill “fanboyismo”: sinceramente, faccio fatica a vedere tutto questo entusiasmo che mi fai notare, e qual ora ci fosse, addirittura spererei che ce ne fosse di più in modo da spingere sempre più persone a condividere, vista la perenne scarsità di contributori.

          Infine, hai invece pienamente ragione sulla qualità dei testi, anche se avrai notato che comunque dagli (orridi) inizi – sui quali conto di mettere mano con l’anno nuovo ,- la qualità delle conversioni è sempre andata aumentando. Il problema è che non ho nè il tempo nè la voglia di approfondire le questioni tecniche. Confesso di essere profondamente allergico ai linguaggi in codice come l’ html o il CSS, non li sopporto, non posso farci niente; se riesco a creare un testo quantomeno ordinato e leggibile, tanto mi basta. Mi rendo conto che a un occhio esperto i limiti dei miei lavori appaiano evidenti, a mia discolpa posso dire solo che fin dall’inizio non ho mai avuto l’intenzione produrre opere professionali, lavoro che lascio, per l’appunto, agli esperti del settore.

          Ti ringrazio comunque per il link e per i consigli che anche in passato mi hai fornito.

      • Comunque rispetto ad HTML e CSS, a me lavorare con gli ebook mi ha fatto imparare moltissimo, e poi vedere un bel prodotto con buona formattazione è una soddisfazione 🙂

        • Hai perfettamente ragione, ribadisco che io sono un pessimo esempio in quel senso. A chi si accosta a questo mondo consiglio di fare come te e approfondire quanto più possibile anche le questioni tecniche.

  6. Il piacere dell’infornata è un “a priori” (kantiano o meno), è conditio sine qua non. L’infornata piace sempre, Qualcuno si stupirà di fronte a questi due ebook, forse arriccerà il naso sentendo puzza di italianistica accademica, di erudizione dipartimentale (Quondam è ordinario del dipartimento di italianistica della Sapienza, diretto dal mio maestro Renzo Bragantini). Nulla di più sbagliato, questa è grande storia e critica della letteratura, di più, è fulgido esempio di Kulturgesichte, fine esercizio di “storia delle idee”, approccio multidisciplinare che prediligo e del specie quando si inoltra in territori eterodossi per la declinazione “elledibiana”. Eterodosso è termine che suona paradossale in riferimento a uno specialista del classicismo rinascimentale (e del classicismo tout court come categoria culturale, “idea”, forma) quale è Amedeo Quondam, autore dei due libri cui alludo. quale auspico l’acquisizione futura di consimili frutti.

    Non bastasse poi tutto il resto, Caro Nat! Sempre gratissimo!

    Ma è tempo di “Aletiniana 4”:

    https://mega.nz/#F!bJUB0TDa!QlwcJTWqijd_Le_GzRdxxw

  7. Propongo la versione corretta della prima parte del mio commento qui sopra, uscita malconcia dal copia/incolla, la cui lettura avrà suscitato giustificati sospetti circa una precoce demenza dell’estensore.
    I successivi ringraziamenti e il link della quarta Aletiniana rimangono buoni.

    Saluti a tutti!

    “Il piacere dell’infornata è un “a priori” (kantiano o meno), è “conditio sine qua non”. L’infornata piace sempre, specie quando si inoltra in territori eterodossi per la declinazione “elledibiana”. Eterodosso è termine che suona paradossale in riferimento a uno specialista del classicismo rinascimentale (e del classicismo tout court come categoria culturale, “idea”, forma) quale è Amedeo Quondam, autore dei due libri cui alludo. Qualcuno si stupirà di fronte a questi ebook, forse arriccerà il naso sentendo puzza di italianistica accademica, di erudizione dipartimentale (Quondam è ordinario del dipartimento di italianistica della Sapienza, diretto dal mio maestro Renzo Bragantini). Nulla di più sbagliato, questa è grande storia e critica della letteratura, di più, è fulgido esempio di Kulturgesichte, fine esercizio di “storia delle idee”, approccio multidisciplinare che prediligo e del quale auspico altre acquisizioni future”.

      • Olao allude a “L’arringa di un pazzo” – è una nuova traduzione – disponibile presso Adelphi dal 20 ottobre nella collana “Biblioteca” (collana proposta nella versione cartacea con il 25% di sconto fino al 31 ottobre).
        A proposito di novità Adelphi, da segnalare il notevole saggio di di Rico su Petrarca, la silloge di racconti “minori” di Parise, la nuova raccolta di saggi di Garboli e l’invitante “I regni dimenticati” di Russel. Appena precedenti: il Manganelli di “Estrosità …” e “Il pollice del violinista” di Sean Kean, divulgazione scientifica – ma il termine è riduttivo – di livello eccelso.

      • Oh certo: chiedo scusa per il fraintendimento, è come dice Aletinus – a proposito, ottima segnalazione quella di Francisco Rico, è un autore di cui si trova qualcosa in lingua originale e merita

  8. Caro Natjus, grazie per la bella e stimolante infornata. Io ho alcuni libri che potrebbe essere interessante scansionare e condividere, solo che non ho uno scanner. Ricordo che sei di Napoli come me; se ti va, potremmo incontrarci. In generale penso che sarebbe interessante replicare questa esperienza di condivisione anche nella realtà.

  9. Bellissima infornata come sempre, grazie mille! Approfitto per chiedere alla comunità se qualcuno ha in libro di E. De Martino “Naturalismo e storicismo nell’etnologia”… Gliene sarei grato…

  10. ciao e grazie per la condivisione di tutti questi libri.
    mi chiedevo se sarebbe arrivato qualcosa di c. castaneda che escluda i soliti due libri che si possono trovare in rete; e poi avevo una richiesta specifica, vale a dire ‘entropia ed arte’ di arnheim. grazie e buona serata a tutti.
    ps. per eventuali info a riguardo la mia mail è mar.coloverde@hotmail.it

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