Jules Isaac – Genesi dell’antisemitismo

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Capire «le origini profonde – e troppo spesso nascoste – dell’odio antisemitico», «per quali cammini segreti, se non misteriosi», si è forgiato quello spirito che poi, dalla «notte dell’anno Mille», inizierà a produrre sofferenze patetiche in progressione crescente. Questa genesi, con i suoi pregiudizi, non è propriamente pagana, ma cristiana, e non di un cristianesimo di base ma ecclesiale, teologico, dall’alto. E a evolverlo non è stato un cammino lineare, semplicemente dottrinario e sociale, ma si è sviluppato sulla base di un articolato sistema di potere e generatore di potere. Esso parte dalla creazione di alcuni concetti, di varie categorie ideali negative da applicare, i quali dall’alto sono diffusi a impregnare le mentalità profonde; e tutto questo sfocia in pratiche sugli esseri umani in carne ed ossa, costanti, rituali, che alimentano retroattivamente sia la forza del pregiudizio sia la diffusione di una mentalità ostile che così diventa quasi, in ambiente cristiano, un subconscio antisemita.
Scrive Luciano Canfora nell’Introduzione a questo volume: «Un ruolo decisivo nel tenere in vita, alimentare e difendere questo genere di pregiudizî aggressivi fu svolto dal cristianesimo, la cui deriva antiebraica andò di pari passo con la crescita di potere – culminata nel IV secolo d.C. Ben si comprende allora perché il libro di Jules Isaac (1877-1963) verta essenzialmente sul peso negativo dell’antisemitismo cristiano. E si apre con un’efficace considerazione di Jacques Maritain. Né va dimenticato il ruolo che proprio Isaac ebbe tra le forze intellettuali che prepararono la svolta epocale del Concilio Vaticano II».

 

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