Emil Cioran – Confessioni e anatemi

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«In tutti i libri dove il Frammento è sovrano, verità e ubbie si susseguono da un capo all’altro. Ma come distinguerle, come sapere che cosa è convincimento e che cosa è capriccio? Un’affermazione, frutto del momento, ne precede o ne segue un’altra che, compagna di tutta una vita, si eleva alla dignità di ossessione. Spetta dunque al lettore discernere, perché non di rado l’autore esita a pronunciarsi. In Confessioni e anatemi, sequela di perplessità, si troveranno interrogativi ma nessuna risposta. Del resto, quale risposta? Se ce ne fosse una la si conoscerebbe, con buona pace del devoto dello stupore».
Appare superfluo – se non irriguardoso – aggiungere qualcosa alle parole con cui lo stesso Cioran presentava, nel 1987, quello che sarebbe stato l’ultimo suo libro pubblicato in vita. Ma forse si può dire che questa raccolta di vibranti aforismi è il degno sigillo di un’opera unica: quintessenza di una spregiudicata metafisica e postrema fiammata di uno stile tanto imitato quanto inimitabile, in cui la perfetta levigatezza di un francese di rara eleganza traduce pensieri perfettamente appuntiti.

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