Nota post Infornata 7 giugno 2018

Cari amici di LDB,

oggi vi porto una infornata “europea”, con la speranza e l’augurio di lasciarci alle spalle una settimana che è stata caotica e difficile, tanto per il nostro disgraziato paese quanto per il sottoscritto( piccolezze, è mancata la connessione: mi perdonino i richiedenti per l’attesa patita durante il malfunzionamento).

Piccola invece a mio avviso non è stata la cesura storica cagionata dall’irrituale rifiuto di Mattarella: segno che i poteri economici, sempre ostili a quella sostanziale, si stanno dimostrando sempre più insofferenti anche ai meccanismi della democrazia formale. A cosa porterà ciò in futuro non è chiaro, ma considerato 1) il prevedibile schianto del salvimaio e 2) l’inesistenza teorica prima che pratica della sinistra politica, i cui esponenti sembrano più impegnati a scambiarsi a vicenda le patenti di antifascista che a cominciare una seria critica del reale, non sarebbe azzardato immaginare una ulteriore, ominosa, svolta reazionaria del paese.

Tra i tanti consigli vorrei spendere qualche parola sul libro-intervista di Soros, personaggio preso spesso di mira dai fusaro e dai blondet di questo mondo per le sue posizioni sull’immigrazione. A mio giudizio vale la pena di leggere il libro non tanto per le analisi economiche (che mi sembrano abbastanza lucide e coerenti, ma non essendo io un economista non mi espongo) nè per quelle sociologiche, quanto per avere assaggio dell’assoluta amoralità dell’uomo: tra le incredule proteste dell’intervistatore il buon George ci fa sapere che a lui nulla importa delle ripercussioni provocate dalle sue speculazioni, finché, si intende, esse avvengano nel rispetto delle leggi vigenti. Vale la pena, allora, di interrogarsi su un sistema che permette a individui del genere non tanto di imperversare impunemente, ma perfino di sdottoreggiare ex cathedra sulle crisi finanziarie, crisi di cui costoro sono artefici e ispiratori. Inutile poi prendersela con le masse bifolche se esse per uscire da questa prigione arrivano a mettersi nelle mani dei flaxtassari e co.

Verrebbe da sospirare “ormai solo un Dio…”, nel nostro piccolo, come al solito, cerchiamo di mettere a disposizione strumenti per comprendere il presente: quanto questi possano essere utili, tocca a voi stabilirlo.

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Grazie e buone letture.

P.s. tra una decina di giorni o anche prima tornerà il progetto rivoluzionario.

66 pensieri su “Nota post Infornata 7 giugno 2018

  1. Grazie! Soprattutto per il nuovo di Cesaratto e per i vecchi di Giacché!
    Rilevo la mancanza dei due di Bagnai, economista da sempre molto polemico con l’attuale assetto monetario neoliberista, secondo cui l’Euro è un “metodo di governo” utile a finanzieri e confindustrie.
    – Alberto Bagnai. Il tramonto dell’euro. Come e perché la fine della moneta unica salverebbe democrazia e benessere in Europa. Imprimatur, 2012
    http://libgen.io/book/index.php?md5=18D985DB63E172E05A15862C3A730008
    – Alberto Bagnai. L’Italia può farcela. Equità, flessibilità, democrazia. Strategie per vivere nella globalizzazione. Il saggiatore, 2014
    http://libgen.io/book/index.php?md5=A2D670661BAE5BF5AC2998DF6F369FE0

  2. Europa, democrazia, antifascismo: dicono tutti così e poi cadono nelle braccia di Putin. O della Sharapova…
    Una nutrita e qualitativa bibliografia, ma perché manca la Perucchietti?

  3. Caro Natjus,
    nonostante le tue incommensurabili virtù e le sicure tue benemerenze,
    certi tuoi giudizi mi ricordano quelli di Giannuli. E non mi ci sento troppo in sintonia.
    C’è spazio per pensare altrimenti, per es. come l’amico Billy Budd.
    Se sotto mano avessi una sinistra moralmente e politicamente accostabile a quella di Sahra Wagenknecht, potrei anche capire il tuo malcontento rispetto all’attuale corso delle cose. Ma ho l’impressione che in Italia di quelle derrate ci sia carestia. E allora è proprio il caso di sputare nel piatto in cui mangi?

    http://www.aldogiannuli.it/di-maio-assediato/
    http://www.aldogiannuli.it/per-chiudere-sulla-questione-di-mattarella/

  4. Caro Natjus,
    nonostante le tue incommensurabili virtù e le sicure tue benemerenze,
    certi tuoi giudizi mi ricordano quelli di Giannuli. E non mi ci sento troppo in sintonia.
    C’è spazio per pensare altrimenti, per es. come l’amico Billy Budd.
    Se sotto mano avessi una sinistra moralmente e politicamente accostabile a quella di Sahra Wagenknecht, potrei anche capire il tuo malcontento rispetto all’attuale corso delle cose. Ma ho l’impressione che in Italia di quelle derrate ci sia carestia. E allora è proprio il caso di sputare nel piatto in cui mangi?

    http://www.aldogiannuli.it/di-maio-assediato/
    http://www.aldogiannuli.it/per-chiudere-sulla-questione-di-mattarella/

    • Passami la metafora, se il piatto è vuoto magari sputandoci dentro c’è la possibilità che il camieriere si accorga della mancanza e corra ai ripari. E’ una possibilità remota, ma peggio dello stato attuale delle cose… Giannuli è passato da simpatizzante a critico terribile dei 5 stelle, dimostrando anche la solita confusione ideologica: fece dichiarazione di voto per Pap per poi andare in tv a magnificare le virtù dei mercati “disciplinatori” come un Oettinger qualsiasi. Vivere calibrando le proprie idee sul sali e scendi del grafico dello spread: non ci si venga a dire che questo è di sinistra.

      • diciamo che nel suo andare ondivago di sicuro non ha scelto la via più facile del cortigiano che esalta il nuovo padrone per ricavarne prebende (a differenza, per dirne uno, del sedicente keynesiano Bagnai che non ha problemi a farsi eleggere in un partito che ha la flat tax nel programma, che del keynesismo è la contradizione pura). Non se ne vedono molti in Italia che quando un partito è in ascesa se ne distanziano.

  5. Basterebbe il discorso di Vito Crimi alla Camera per capire di che vuoto arrogante sono fatti questi venditori di elisir..
    ‘Cercavamo una porta per uscire, eravamo prigionieri nel buio, poi abbiamo sentito un flusso di parole dalla rete, dalle piazze, erano parole di pace ma erano anche parole guerriere. Ora siamo usciti nella luce, e non ci siamo ancora del tutto abituati’
    Se questo è il governo del cambiamento…

  6. ” Inutile poi prendersela con le masse bifolche se esse per uscire da questa prigione arrivano a mettersi nelle mani dei flaxtassari ”
    Se le masse bifolche per uscire dall’euroliberismo si mettono nelle mani di chi propone la tassa nemica del welfare e della redistribuzione del reddito a priori me la prendo eccome! Sei un bifolco e non capisci niente? NON VOTARE, non è obbligatorio, hai visto sulla tua pelle (perchè per la stragrande maggioranza degli elettori la situazione economica è peggiorata drasticamente) che non sei capace, smettila!

    • Ti inviterei a guardare con minor timore, come ha fatto ogni bifolco prima di entrare in cabina elettorale, anche agli aspetti neokeynesiani del programma dell’attuale governo: promettono di passare dal deficit programmato dello 0,8% (come da governo precedente raggiungibile grazie al programmato aumento dell’Iva) fino a sfondare il 3% fatidico di Maastricht (come da politiche francesi degli ultimi 20 anni, senza che nessuno mai si lagnasse).
      Più neoliberista la flat tax o l’aumento dell’Iva (tassa non progressiva)? Più di sinistra i tagli lineari alla spesa pubblica degli ultimi 10 anni, oppure la proposta di riforma dei centri per l’impiego cosiddetta detto reddito di cittadinanza?
      Quindi i bifolchi fanno i loro conti, non si astengono e fanno una scommessa: si affidano a chi promette di finirla con tagli e politiche procicliche e prospetta politiche anticicliche mettendo in circolo più soldi.
      Keynes effettivamente non era propriamente un marxista, era un lord inglese spocchioso, che però aveva capito due cose su come si esce dalla grande depressione del ’29. Mica era babbo natale e non lo sono nemmeno questi di adesso.
      I nostri bifolchi sanno bene tutto questo, sanno che la scommessa è rischiosa e che Salvini non è Cesaratto. Ma non hanno niente da perdere.

      Keynes era spocchioso, qui:
      Benn Steil. La battaglia di Bretton Woods. John Maynard Keynes, Harry Dexter White e la nascita di un nuovo ordine mondiale. Donzelli, 2015
      http://libgen.io/book/index.php?md5=110BC938C4FC6EFEBCB23864A8FBB249

  7. Per il bene dell’Italia, dei Paesi europei e persino dei Paesi capintesta della Nato, sarebbero due le cose da fare: uscire dall’euro e stringere maggiormente l’alleanza commerciale con la Russia in vista di un accordo anche politico e militare. Ma i pedo-rettiliani delle plutoligarchie non vogliono perché il loro tipo di potere, basato sulle famiglie, sui giri ristretti, sui mondi chiusi e autoreferenziali, è al tramonto, scalzato dalla civiltà della tecnica e dalle sue esigenze di integrazione totale delle parti del sistema e di annullamento delle ideologie settoriali. Cercano una nuova narrazione per imporre un ordine mondiale, ma nei loro progetti c’è sempre troppo potere di pochi, troppo potere occulto e opaco, troppo potere di una parte settaria sul tutto.

  8. Comunque sembra che per l’euro siano ormai chiusi i giochi: all’improvviso ci daranno la notizia preparata da tempo che non esiste più un’Europa della moneta unica. Ma siccome mi sembra strano però che si ritorni alle monete nazionali, allora penso che si preparerà qualcosa di diverso, magari una grande guerra o una grande crisi, e un nuovo sistema monetario d’emergenza…

  9. I 5 stelle lasciateli perdere, sono roba di Goldman-Sachs… Sono riusciti in un governo politico ma hanno messo un premier tecnico (quinto consecutivo non eletto), come hanno piazzato dei tecnici nei ministeri chiave di Economia e Difesa. Perché?
    Potevano dare un ministero anche a me a questo punto! Non me l’hanno dato e quindi anch’io ne parlo male….! Vadano a quel paese!

  10. Sarà che sono rimasto un vecchio dinosauro, ma nel lungo elenco di chi buttare dalle torre includerei Keynes, nonostante, al momento, possa rappresentare un respiro tra un’onda e l’altra. Non dimentichiamo cosa ha rappresentato e rappresenta, nei fatti, l’organizzazione scientifica del lavoro.
    Voglio bene ai bifolchi, anche se, come in questo caso, votano immondo, stanchi di vedersi sottrarre, specialmente a cominciare con la riforma del santificato giuslavorista, ogni diritto sociale. Non mi stupisce che abbiano votato in questo modo, considerando l’assenza di alternative che non fossero quelle funzionali e appositamente sostenute. Personalmente non ho votato, nonostante qualche simpatia all’estrema sinistra ancora persa nelle sue liti antiche, anche personali, e in una grossa confusione sull’Europa ma, ripeto, non mi stupisco dell’esito del voto e non mi sento di dar loro una colpa che è anche di chi un’alternativa avrebbe dovuto costruirla. Magari cominciando a ragionare in termini transnazionali.
    Insomma, attualmente “mala tempora currunt”, ma una battaglia non è la guerra, per cui credo si possa omettere quella parte della citazione che recita “sed peiora parantur”.
    In attesa di costruire tempi migliori (ma anche allora) credo che uno dei compiti rilevanti di chi non vuole limitarsi a subire lo stato di cose presente sia studiare e divulgare, cosa per cui questo blog fornisce, lo dico senza alcuna piaggeria, un aiuto estremamente prezioso. Forse c’è chi lo considera solo una sorta di cornucopia di libri gratis anziché uno strumento di divulgazione del sapere e quindi di crescita, ma anche a costoro qualcosa resterà. Semina, semina …

  11. Complimenti, il libro del globalista massone e distruttore di nazioni e identità Soros è una vera chicca, da leggere tutto di un fiato!
    Qui non si tratta più di seguire vecchie ideologie ammuffite e perniciose (la rivoluzione sovietica l’hanno fatta dietro le quinte i “padroni del discorso”), si tratta di sconfiggere chi crea il sortilegio della carta straccia e ci governa il mondo, per arrivare all’orizzonte dell’uomo nuovo svuotato dell’anima e del sacro, ma il giochetto, dopo quasi un secolo volge al termine, e non sarà indolore

  12. Zovvo è per un accordo con la Russia, dove, a quanto pare, non esistono plutoligarchie basate sul potere, basato sulle famiglie, sui giri ristretti, sui mondi chiusi e autoreferenziali. Dove non si uccidono giornalisti e oppositori politici…
    E poi.. Non era Mussolini a voler scendere in guerra contro ‘ le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente’?

    • Ma non vedi che le americane sono tutte rifatte, io scelgo la Sharapova…
      E comunque naturalmente è questione di convenienza commerciale, politica, ecc., mica morale… Già è difficile per un individuo essere morali, figuriamoci per i popoli.
      Noi dobbiamo allearci anche coi fascisti per far fronte al nemico comune del capitalismo. Poi anche coi mafiosi, coi trafficanti di armi e di droga, con i pedofili, con la Littizzetto e Fabio Volo. Poi quando avremo fatto la rivoluzione li metteremo sulla pubblica piazza e li fucileremo.

  13. Qualcosa mi ricorda vagamente il patto Molotov-Ribbentrop. E a quando una bella manifestazione a sostegno di Hassad?. (Poi cosa centrano i pedofili,la Littizzetto,Fabio Volo per non citare la Sharapova – mi sembra che la confusione regni sovrana)

  14. Dì la verità, non credi che Elvis sia ancora vivo…
    A parte che si chiama Assad e si scrive “c’entrano”, ma che cosa sai della Siria? Quello che dicono i prezzolati inviati Rai che non muovono un passo dai loro alberghi con l’aria condizionata e ricevono le veline direttamente da un lucertolone della Cia? Sei una venusiana mandata anche tu dai pleiadiani?

    • Elvis è vivo ma è passato da tempo al liscio. Praticamente fa solo cover di Casadei bevendo litri di Biancosarti, indossando abiti disegnati dalla Versace e ballando come John Travolta. In Siria lo sanno e circolano mp3 pirata delle sue esibizioni in centri sociali nel Rojava. Finalmente qualcuno che fa inutile confusione ma con classe. Anche per morire ci vuole una adeguata colonna sonora. ROCK AND ROLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  15. Riflettendoci un attimo penso di aver detto due stupidaggini, confondendo ricordi. Controllerò, non appena ne avrò modo, ma penso che il rimbambimento e il sonno residuo abbiano formato un cocktail disdicevole. Me ne scuso.
    Questo non toglie il giudizio in negativo su Keynes.

  16. Permettetemi di chiedere Lucia Mason (2006) Psicologia dell’apprendimento e dell’istruzione. Bologna Il Mulino. Va bene qualsiasi edizione. Devo solo studiare i capitoli I,II,III,IV,VII, IX e comprarlo mi seccherebbe (do l’idea di “spilorcismo”,Nat & C. ?…sono comunque una brava ragazza!)
    Grazie in anticipo

  17. Beh, molte cose mi lasciano perplesso, alquanto. Mi viem solo in mente il “Salvate i bambini” come a Lu Xun alla fine del Diario di un pazzo. Nello shitstorm in cui siamo immersi, non c’è economicismo e politicismo che tenga. Leggo “Kill All Normies” di Angela Nagle e invece degli USA mi vengono in mente l’Italia e l’Europa. Manca solo che anche lì ci si metta a dire e pensare “el mas seguro es quien sabe!

  18. Ciao! Vi segnalo un post da militant-blog..
    A presto!
    “[Rispetto al consenso dell’attuale governo] una quota importante (maggioritaria?) di questo consenso è, in un modo o nell’altro, consenso di classe, voto di classe. Con questo consenso dobbiamo imparare a farci i conti. Ma c’è dell’altro. L’attuale governo incarna, in maniera distorta, la critica allo status quo di larga parte delle classi subalterne del paese. L’alternativa materiale a Conte è Cottarelli, non il comunismo. Era evidente già prima del tentato golpe euro-presidenziale, ma dopo quel passaggio se ne ha l’empirica certezza”
    http://www.militant-blog.org/?p=15380

    • Brava Carla!
      Hai centrato perfettamente il punto. E, per chiarirlo, hai citato la fonte più adatta: una sinistra dura e pura, che però fa atto di realismo e riesce pertanto ad inquadrare lo stato delle cose molto meglio di ogni sinistra salottiera.
      Il critico trinariciuto, ostile, che si sente oggi in dovere di sputare nel piatto in cui mangia, sol perché lo trova assai sgradevole sul piano del gusto ideologico, evidentemente non ha ben capito che cosa in realtà quel piatto rappresenta. I termini della lotta politica sono ormai cambiati, sotto i nostri occhi, ma molti di noi non se ne sono accorti. Non sono più i tempi in cui gridare “abbasso Berlusconi” o “abbasso la Lega” aveva senso. Sono tempi da FLN. La battaglia politica che conta è quella da combattere sul fronte dell’Europa. E quanto ci piaccia l’uniforme di chi la combatte non ha molta importanza. L’importante è che la combatta con tutte le sue forze. E con la sagacia necessaria. È una battaglia che possiamo perdere. Perché purtroppo al fronte ci siamo arrivati molto tardi, le nostre truppe sono male armate, e hanno le scarpe di cartone. Ma se non altro sono lì. E vogliono combattere. Di più. Se le speranze non ci ingannano, forse i generali che le guidano sanno in tutto o in parte come farlo.

  19. Ciao a tutti potrei essere inserito nei consigli librari? Non capisco perché Mega non mi fa più vedere le condivisioni…

    Grazie di tutto

  20. Letto l’articolo. Puro impotente ideologismo. Sembra che l’essere di classe sia un affare banalmente sociologico. Avesse scritto “popolare” sarebbe almeno stato un tantino più decoroso. Che ci si trovi nel bel mezzo di una cattiva e incarognita contraddizione non ci piove. Ma prendere lucciole per lanterne costa caro. Mi viene in mente la rivolta dei sepoy della British Colonial Army che, nelle colonie britanniche asiatiche, disertarono schierandosi con gli invasori giapponesi per combattere in nome dell’indipendenza indiana contro l’imperialismo britannico.

    • Non voglio fare per forza l’avvocata difensore di militant-blog, ma non ho capito proprio cosa intendi. Linguaggio non esteticamente corretto? Sbagliare alleanze e quindi restare sottomessi ai vecchi colonialisti?
      Potresti per favore chiarirmi?

  21. L’estetica non centra nulla. Se analizzando la situazione che ha portato a questo governo, vi cogli un “voto di classe”, questa parola e la categoria marxista che sottente sono completamente travisate. Nei bar di Torino, che ho frequentato prima delle elezioni, li ho sentiti i discorsi degli ex picciisti che ora votano Salvini e 5Stelle. Quelli non sono più classe operaia e tantomeno “popolo di sinistra”; sono diventati sotto tutti gli aspetti plebe impotente che non sa più con chi prendersela. Si trovano fra l’incudine e il martello: l’incudine di un ex-sinistra che ha introiettato tutto del liberismo e che li ammazza socialmente, e il martello di un illusorio sovranismo becero, razzista e caratterialmente fascista che con una mano gli dà (no alla Fornero ecc.) e con l’altra gli sbudella quel poco di stato sociale che rimane (Flat Tax …), il tutto condito con la furbizia di fargli balenare di stare un tantino al di sopra di qualche altro disperato che migra (date a un servo uno schiavo, e si comporterà peggio di un padrone…). In questa sporchissima contraddizione, l’iniziativa di classe dovrebbe avere l’autonoma capacità di sottrarsi tanto al grande capitale che al fascismo. Non come i sepoy indiani. Come? Bella domanda! Dall’Italia me ne sono andato schifato prima delle elezioni. Sono tornato in Argentina, e qui studio, faccio con-ricerca nelle baraccopoli e mi batto, anche menando le mani contro los patrones y los fascistas. Algo no sé.

    • Chapeau!! Ti voglio bene ragazzo!! Io non ci sono riuscito ad andarmene e trovare la mia strada di lotta. Ne ho perse così tante di lotte che mi sento suonato come i pugili Gassman e Tognazzi nei Mostri 😉

    • Grazie per il tuo chiarimento!
      Tento di ripensare a come i nostri nonni passarono dal sostegno sostanziale al regime fascista (salvo una minoranza di oppositori che fu duramente repressa) ad una visione critica e disincantata. Quando la maggioranza capì che qualcosa non andava nella promessa nazionalista fascista?
      Oggi (in circostanze storiche completamente diverse) mi chiedo cosa abbia fatto disincantare il 40% degli italiani che votarono il renzi degli 80 euro fino a ridurre l’ex partito di sinistra ora neoliberale a percentuali da prefisso telefonico.
      Nota che non sto pensando ad una coscienza di classe in senso marxista, sto solo ragionando di consenso. Oppure, in altri termini, cosa fa l’intelligenza di un popolo.
      Una prima provvisoria risposta potrebbe essere che oggi non è più (fortunatamente) la tragedia della guerra il punto di svolta e disincanto, mi verrebbe da dire che il punto è quanto il portafogli è vuoto.

      • Capisco. Secondo me non fu solo la guerra, ma un tessuto sociale condiviso dove il lavoro non era parcellizzato e settorializzato come ora. Essere solidali con i propri compagni nella lotta quotidiana era una pratica necessaria ma anche umanamente naturale in un mondo prevalentemente rurale/pre-industriale. Ovviamente è più complessa di così ma credo anche che la resistenza e l’antifascismo durante il ventennio, significò per molti più una rivolta contro la miseria e la violenza causata da una classe nemica riconoscibile. Furono pochissimi i professori universitari che non si piegarono al regime. Lotta operaia e contadina coincisero storicamente con la lotta al fascismo, ma non contro l’ideologia in sè, tranne per gli anarchici, i comunisti e i socialisti, che non erano proprio numericamente così determinanti, anche se lo furono per intelligenza e coraggio. Il dopoguerra e la repubblica furono espunti da qualsiasi influenza rivoluzionaria marxista, con buona pace degli americani, che ne avevano il terrore. Certo poi ci fu il 68 e le dure lotte degli anni 70, ma fu un’altra generazione a sognare un mondo anti-capitalistico. E finì purtroppo proprio male, così male che da qui in poi ho la convizione che l’egemonia culturale sia stata attuata (purtroppo) dal consumismo che già Pasolini vedeva come un fascismo più pericoloso di quello “storico”, perchè più pervasivo e facilmente introiettabile in quanto socialmente accettato (conformismo di massa). La metamorfosi del PCI post-crollo sovietico da PDS attraverso l’Ulivo fino al PD servì solo a traghettare in un nuovo contenitore liberista una classe politica ormai senza nessun riferimento ideologico spedibile sul mercato elettorale. Gli italiani la metamorfosi l’avevano già fatta e quando arrivò Berlusconi fu evidente cosa fossero diventati. Pessimi. E Renzi ne fu la riedizione populista (che si propose come il primo finto rottamatore anti casta). Ora che abbiamo Salvini e Di Maio il cerchio si sta chiudendo sterzando verso il vecchio fascismo storico lì dove l’avevamo lasciato, pensandolo morto. Ottenebrati da uno tszunami di informazioni e fake news mixate in dosi massicce da Tv e internet, gli italiani (ma anche altre nazioni europee) hanno abbracciato la reazione come soluzione ai loro problemi storici, politici, morali, culturali, economici. Non ci può essere un nuovo mondo senza uomini nuovi. Ora abbiamo solo una remake di qualcosa che faceva schifo già nell’originale.
        Mi chiedo se mai ci sarà un inversione di rotta, per riprovare a sfidare l’impossibile….

        • Se è vero che le circostanze concrete creano in consenso (o il dissenso) rispetto ad una parte politica, dieci anni di crisi economica hanno instillato irrimediabilmente nell’intelligenza del popolo qualche diversità di metodo:
          – il disincanto rispetto al frame (cfr. Foa: Gli stregoni della notizia)
          – la velocità di orientamento delle opinioni (davvero molto meno tempo rispetto al ventennio – quale ventennio scegli tu)
          Questi sono i due elementi che mi fanno essere un (poco) più ottimista..
          Buona serata!

  22. Ma lo capite che le vostre categorie internazionalista hanno fatto il gioco dei potenti apolidi che da dietro le quinte mai hanno abbandonato i fili del potere?
    La rivoluzione d’ottobre fu fatta come rito sacrificale da una tribù apolide dedita al cambio dei cognomi, tribù “padrona del discorso”. 100 anni ad oggi di distruzioni nazionali, identitarie ( e qui c’è chi gode per segarsi il ramo antropologico, la patria su cui è seduto).1917 ad oggi, un secolo, ma questa era di grembiuli neri e gestori della carta sterco del demonio sta tramontando. Trastullatevi coi miti partigiani che nel mentre vi tolgono pure il diritto all’identità, fosse per voi ignari amanti del globalismo internazionalista si sarebbe qui una marmellata di uomini senza ne diritti ne patria. Inoformatevi e uscite dalle ideologie comode che vi hanno fregato

  23. Aggiungo alla discussione due perle di saggezza di Hugo che, se apparentemente lontane, parlano del grado zero dei desideri delle persone e dicono della reazione quando tale grado è messo in pericolo:

    Chi ferma le rivoluzioni a mezza via? La borghesia.
    Perché?
    Perché la borghesia è l’interesse arrivato alla soddisfazione. Ieri era appetito, oggi è la pienezza; domani sarà la sazietà.
    V. Hugo. I miserabili, p. 977

    Si è voluto, a torto, fare della borghesia una classe. La borghesia è semplicemente la parte accontentata del popolo. Il borghese è l’uomo che ha ora il tempo di sedersi. E una sedia non è una casta.
    V. Hugo. I miserabili, p. 977

    A me fanno molto riflettere …

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