Il tema della guerra «grande e meravigliosa», l’adesione di intellettuali della levatura di Spengler, Junger, Schmitt, Jaspers, ma anche Max Weber e Thomas Mann, all’« ideologia della guerra» sono il filo conduttore e la tela di fondo di un doppio percorso al termine del quale il pensiero di Heidegger risulta contestualizzato e finalmente offerto a una comprensione sottratta tanto all’apologia quanto alla demonizzazione. Un primo percorso studia gli aspetti per così dire «interni», relativi alla società, di una diffusa configurazione filosofica incentrata sul tramonto e sulla trasfigurazione dell’Occidente. Si tratta del tema della comunità che, intrecciato con quello della morte – la morte in guerra, la morte «per qualcosa» – produce in Germania una miscela esplosiva: si pensi al «terra e sangue» dell’ideologia nazista. Un secondo percorso analizza la dimensione per così dire «geopolitica» del tema del destino occidentale, anzi occidentale-tedesco, di fronte agli opposti «mercantilismi» delle democrazie e dell’Urss. Così ricondotti al contesto storico-politico, i nessi del pensiero di Heidegger col nazismo possono risultare persino più chiari che non da uno studio limitata al dato biografico. Ma non è questo l’obiettivo principale di Losurdo che, anche quando s’interroga sugli elementi ideologici nella teoria di Heidegger, evita accuratamente di ridurre tutto a ideologia.
Grazie a Scarsella per la scan di partenza.
Opportuni questi libri su Heidegger, vista la tempesta annunciata dalle anticipazioni
di stampa sulla prossima pubblicazione dei Quaderni neri, non solo per il colore della
copertina a quanto pare.