Erich Kästner – Fabian. Storia di un moralista ovvero L’andata a puttana

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Noto come autore di libri per bambini (tra cui il famoso Emilio e i detectives) che riflettono un certo ottimismo pedagogico weimariano; rifugiatosi dopo l’avvento del nazismo nella letteratura amena; poeta (prima e dopo) di canzoni da cabaret in cui segue con preoccupazione la rinascita del nazionalismo tedesco e poi la “piccola libertà” del dopoguerra, Erich Kästner è anche l’autore di Fabian, uno dei romanzi più importanti sul disfacimento della repubblica di Weimar e insieme, a detta di molti, il capolavoro letterario della “nuova oggettività”, la tendenza artistica succeduta all’espressionismo che vuole rappresentare il tempo nella sua spettrale realtà senza speranze. Sbalestrato dalla provincia nella Berlino del 1930, Fabian si trova in una società in cui conta solo il denaro, sconvolta dalla crisi mondiale, dominata dalla legge del si salvi chi può. Perde il suo posto di lavoro, e Cornelia, la ragazza che ha appena conosciuto e amato, lo pianta perché trova un protettore che le assicura una rapida carriera nel cinema. Il suo migliore amico, Labude, si suicida. Fabian, nauseato di tutto, ritorna alla città di origine, e qui si butta nel fiume per salvare un bambino che riesce a salvarsi: “Fabian annegò. Purtroppo non sapeva nuotare”. Questa chiusa famosa, oltre a suggellare un’opera tutta scritta in questo stile secco fino al cinismo, assume valore simbolico: la sinistra “malinconica” (Walter Benjamin parlò a proposito di Kästner e dei suoi amici della “Weltbühne” di “malinconia di sinistra”) si accinge a salvare la Germania senza saper nuotare. Di qui l’accusa di passività e di qualunquismo già allora mossa al romanzo e che impedì a lungo che fosse rettamente valutato. Certo Fabian non è “impegnato”; è, come dice il sottotitolo, un moralista, un’ultima incarnazione della contrapposizione tedesca tra natura e società, tra l’eroe integro e il mondo falso. Tuttavia nessuno come Kästner ha descritto così icasticamente l’impotenza di fronte a una catastrofe imminente. Allora, ma potrebbe essere anche oggi. Pubblicato da Bompiani già nel 1933 e non più ristampato, il romanzo riappare ora in una nuova traduzione.