Progetto Fascismo 2019. Sezione C, parte II. Le guerre e il colonialismo

Oggi sarò telegrafico:
nuova sezione del progetto, dedicata alle guerre e al colonialismo del regime
grazie ai contributori
grazie a chi ha donato

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Buone letture

 

Giorgio Rochat – Le guerre italiane 1935-1943. Dall’impero d’Etiopia alla disfatta
Enzo Collotti – Fascismo e politica di potenza
Angelo Del Boca (a cura di) – Le guerre coloniali del fascismo
Angelo Del Boca – La guerra d’Etiopia. L’ultima impresa del colonialismo
Angelo Del Boca – I gas di mussolini. Il fascismo e la guerra d’Etiopia. Prefazione di Nicola Labanca
Anthony Mockler – Il mito dell’impero
Esmonde M. Robertson – Mussolini fondatore dell’impero
Giorgio Rochat – Il Colonialismo Italiano
Fabio Goglia – Colonialismo italiano dall’Adua all’Impero [dilmun]
Rolf Worsdorfer – Il confine orientale. Italia e Jugoslavia dal 1915 al 1955 [dilmun]
Mario Bussoni, – Vincere. Le battaglie perdute di Mussolini dal ’22 al ’39 [dilmun]
Curzio Malaparte – Viaggio in Etiopia e altri scritti africani [dilmun]
Giorgio Rochat – L’esercito italiano da Vittorio Veneto a Mussolini [pierre]
Filippo Colombara – Raccontare l’impero. Una storia orale della conquista d’Etiopia (1935-1941)
Matteo Dominioni – Lo sfascio dell’impero. Gli italiani in Etiopia 1936-1941 [LDB]
Maria Teresa Giusti – La campagna di Russia: 1941-1943
Angelo Del Boca – A un passo dalla forca
Angelo Del Boca – Gli italiani in Africa Orientale I
Angelo Del Boca – Gli italiani in Africa Orientale II
Angelo Del Boca – Gli italiani in Africa Orientale III
Angelo Del Boca – Gli italiani in Africa Orientale IV
Emanuele Ertola – In terra d’Africa. Gli italiani che colonizzarono l’impero
Giuseppe Berto – Guerra in camicia nera
Marco Palmieri – L’ ora solenne. Gli italiani e la guerra d’Etiopia
Gabriele Bassi – Sudditi di Libia
Dennis Mack Smith – Le guerre del Duce**
Eric Gobetti – Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943)
Ian Campbell – Il massacro di Addis Abeba**
Simone Belladonna – Gas in Etiopia. I crimini rimossi dell’Italia coloniale
AA.VV – Memoria e rimozione. I crimini di guerra del Giappone e dell’Italia [LDB]**
Filippo Focardi – Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale [LDB]**
Angelo Del Boca – La scelta**
Angelo Del Boca – Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi**
Giuseppe Bottai – Quaderno affricano**
Antonella Randazzo – Roma predona. Il colonialismo italiano in Africa.

 

 

 

 

Progetto Fascismo 2019. Sezione C, parte I. Razzismo e antisemitismo

Cari amici di LDB,

eccoci dopo un lungo iato con la terza sezione del progetto fascismo 2019. Terza sezione che si dividerà a sua volta in due parti, la prima, quella che oggi passo a presentarvi, dedicata al razzismo e all’antisemitismo, e la seconda, dedicata alle guerre.

Questo aspetto ripugnante del regime fascista è forse quello che più si ricollega all’attualità: basta fare un rapido giro nei social per riscontrare come sempre più persone facciano oggi proprie le preoccupazioni de La difesa della razza: angoscia per il cosiddetto ‘meticciato’, ossessione per il tasso di natalità dei paesi africani: insomma, il terrore per la ‘marea montante dei popoli di colore’ che ‘minaccia di rubare il futuro ai nostri figli’ è tornato argomento spendibile dalle classi dominanti di un occidente in declino economico e politico. Nel nostro piccolo speriamo che i testi qui consigliati aiutino nella lotta a certe correnti di pensiero.

I miei, e i vostri, ringraziamenti ai collaboratori di questo progetto: irma, charlie, dilmun e apernod. Senza il loro prezioso contributo questa selezione non sarebbe mai riuscita così ricca e completa. E ovviamente rinnovo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno donato. Grazie infinite.

Per continuare a contribuire, o per chi volesse farlo per la prima volta, è a disposizione l’apposito pulsante donazione qui sulla destra. E’ importan te, grazie

 

 

 

Valentina Pisanty – La difesa della razza. Antologia 1938-1943
Giorgio Fabre – Mussolini razzista. Dal socialismo al fascismo: la formazione di un antisemita
Giorgio Israel – Il fascismo e la razza. La scienza italiana e le politiche razziali del regime
Michele Sarfatti – Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione
Michele Sarfatti – Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938
Michele Sarfatti – La Shoah in Italia: La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo
Enzo Collotti – Il fascismo e gli ebrei
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Di pura razza italiana. L’Italia «ariana» di fronte alle leggi razziali
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945
AA.VV – La persecuzione degli ebrei durante il fascismo. Le leggi del 1938
Angelo Ventura – Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime
Simon Levis Sullam – I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945
AA.VV. – La razza nemica. La propaganda antisemita nazista e fascista
Francesco Germinario – Fascismo e antisemitismo. Progetto razziale e ideologia totalitaria
AA.VV – Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, rimozione
Matteo Stefanori – Ordinaria amministrazione. Gli ebrei e la Repubblica sociale italiana
Liliana Picciotto – Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945
Nicoletta Poidimani – Difendere la razza. Identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini
Francesco Cassata – «La Difesa della razza»: politica, ideologia e immagine del razzismo fascista
Francesco Cassata – Molti, sani e forti. L’eugenetica in Italia
Giovanni Paoloni, Roberto Reali – I ‘primati’ della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra
Carlo Spartaco Capogreco – I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943)
Alessandra Kersevan – Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943
Franco Giustolisi – L’armadio della vergogna

 

Progetto Fascismo 2019. Sezione B. Fascismo e Economia

Cari amici di LDB,

eccoci, dopo un mese esatto dalla prima uscita, con la seconda parte del Progetto Fascismo 2019 (a questo link, per chi se lo fosse perso, trovate il piano completo).

Come da titolo, selezione dedicata al fascismo e ai suoi rapporti con l’economia: il funzionamento dei sindacati sotto il regime, la politica monetaria, i rapporti con la grande industria, con  uno sguardo in particolare al fenomeno del corporativismo.

Ringrazio i miei insostituibili compagni di viaggio, e cioè irmaladolce, apernod, charlie e dilmun del prezioso lavoro svolto anche in questa occasione. Senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile.

Ricordo che a tutti coloro che volessero aiutare il sito in generale e questo progetto in particolare che possono farlo versando una quota a piacere utilizzando gli appositi strumenti nella barra a lato. Grazie a tutti coloro che vorranno dare una mano e ovviamente a quelli che lo hanno già fatto.

 

Buone letture

 

Nat

Alessio Gagliardi – Il corporativismo fascista

Il corporativismo fascista (Quadrante Laterza Vol. 161) di [Gagliardi, Alessio]

Il fascismo volle proporsi come ‘terza via’ alternativa al capitalismo e al socialismo, come esperimento rivoluzionario fondatore di uno ‘Stato nuovo’ e di un diverso sistema sociale. Della terza via fascista il corporativismo fu uno degli aspetti principali e maggiormente appariscenti. Oggetto di accesi dibattiti e della costante attenzione delle gerarchie del fascismo, l’attuazione delle corporazioni fu però tardiva e per nulla commisurata alle aspettative. Nonostante la notevole sproporzione tra le parole e i fatti, l’azione del sistema corporativo non fu però senza esito, perché accompagnò e favorì trasformazioni profonde nell’organizzazione delle classi e dei ceti e nel rapporto tra la società e lo Stato.

Franco Catalano – Fascismo e piccola borghesia

Il regime fascista muore,” scriveva Gramsci il 1° settembre ’24, “perché non solo non è riuscito ad arrestare, ma anzi ha contribuito ad accelerare la crisi delle classi medie…”[…] era una osservazione molto importante che poteva aiutare a capire le vicende di quel periodo, ad es. il delitto Matteotti, generato dalla volontà dei fascisti estremisti di dimostrare al paese che i padroni erano sempre loro Questo libro si propone di approfondire le cause e i motivi di quella crisi della piccola e media borghesia, crisi che fu particolarmente grave per Mussolini e per il suo regime, in quanto perdevano l’appoggio di quel ceto che, subito dopo la guerra, aveva guardato con simpatia alle camicie nere. E si propone anche di vedere fino a che punto le correnti antifasciste (i popolari, i comunisti, i socialisti unitari-riformisti e i massimalisti) compresero tale crisi del ceto medio e di chiarire se scorsero la possibilità di inserirsi nel gioco politico che si apriva quasi inaspettatamente. Infine, cerca di mettere in rilievo la posizione della cultura del tempo di fronte al trono barcollante del nuovo dominatore e di definire l’esatta collocazione delle tendenze fasciste dissidenti (di destra ortodossa come Bottai, e di destra e di sinistra, se così si può di re) Su tutto pesa un giudizio fortemente negativo sul trasformismo che continuò una tradizione a cui il nostro popolo, purtroppo, era ormai da lungo tempo abituato e che continuerà anche dopo la caduta del regime: un trasformismo attuato dal duce ma che trovò alcuni strati sociali pronti e disposti ad approfittarne per reinserirsi nel nuovo – ma fin troppo vecchio – Stato per volgerlo a proprio favore.

Franco Catalano – Potere economico e fascismo

Il capitalismo italiano alla fine della prima guerra mondiale; la spedizione di Fiume; l’occupazione delle fabbriche; da Giolitti al Congresso di Livorno; l’offensiva degli agricoltori contro i contadini; le conseguenze politiche ed economiche della disoccupazione; la lotta contro i provvedimenti tributari da parte della borghesia: ecco i capitoli principali di questo grande libro sulla crisi del dopoguerra 1919-1921.
“In effetti,” scrive Franco Catalano, “leggendo queste pagine, forse si rimarrà meravigliati nel vedere come l’atteggiamento delle classi sociali si sia ripresentato, in anni a noi vicinissimi, quale era stato fra il 1919 e il ’21: gli stessi fenomeni che si sono potuti notare molto di recente si erano notati già allora.” E aggiunge: “Si è sempre parlato, ad esempio, di debolezza della classe dirigente liberale di fronte al fascismo, ma raramente si è specificato meglio in che cosa tale debolezza sia consistita.” E in realtà questo libro, che è del 1964 e che ora è stato interamente rifatto, risponde a questo duplice obiettivo: da una parte la ricostruzione di uno dei periodi decisivi della nostra storia recente attraverso l’analisi della situazione economico-sociale in cui il fascismo è sorto, delle complicità e delle ragioni che l’hanno condotto al potere; dall’altra, il continuo riporto ai problemi contemporanei, la ricerca e la messa in luce di analogie, spesso formidabiIi, con le vicende che stiamo quotidianamente vivendo (inflazione, disoccupazione, tasse, crisi dell’agricoltura ecc.).
Ne viene fuori un libro magistrale, in cui la raccolta di dati e notizie rari o inediti si salda con una “visione”, che è scientifica e militante, in cui tutta una certa realtà è presente con la sua concretezza e coi suoi significati; e in cui sembra davvero realizzarsi la convinzione che “la storia deve soprattutto preoccuparsi di mostrare come si sono svolti gli avvenimenti, di chiarirne le cause interne e, perciò, di far vedere perché mai la vita degli uomini ha preso, in quel determinato periodo, un orientamento piuttosto che un altro”

AA.VV. – Fascismo e capitalismo

Gli studiosi che hanno collaborato a questo volume, come chi se ne è assunto la cura, credono al contrario che riaffermare con chiarezza le ragioni della condanna storica del fascismo non costituisca un ostacolo a cercare di comprenderne la natura e la storia. Con i loro saggi, che a volte riprendono i risultati di studi precedenti ma più di frequente avanzano nuove ipotesi o problemi di interpretazione, intendono portare un proprio contributo su alcuni degli aspetti al centro dell’attuale dibattito: dai rapporti tra liberalismo e fascismo alla strategia dell’opposizione antifascista, dalla struttura della società e delle istituzioni alla politica estera e militare del regime fascista.

Ugo Spirito – Il corporativismo

In questo volume che ha il nuovo titolo complessivo, Il corporativismo, sono stati riprodotti i tre libri che Ugo Spirito scrisse sul corporativismo negli anni intorno al 1930 e in particolare nel periodo di vita della, rivista « Nuovi studi di diritto, economia e politica» (1927-1935). Essi sono Dall’economia liberale al corporativismo (critica dell’economia liberale), I fondamenti dell’economia corporativa, Capitalismo e corporativismo. La riproduzione è integrale e senza alcuna modificazione, neppure di carattere del tutto formale. Si è voluto così offrire al lettore un documento che conservasse il significato originario, anche se sono trascorsi circa quaranta anni dal tempo in cui esso fu concepito ed esposto. Il documento non è accompagnato da alcuno scritto posteriore e tanto meno da un qualsiasi giudizio formulato al momento della ristampa. Il lettore non deve essere condizionato dal confronto tra il passato ed il presente: se lo crederà opportuno, potrà seguire l’opera ulteriore dell’autore nei libri e nelle riviste che vanno fino al giorno di ogg

Gianpasquale Santomassimo – La terza via fascista. Il mito del corporativismo

Il fenomeno fascista si è configurato negli anni tra le due guerre come una “terza via”, distinta e contrapposta rispetto a liberalismo e socialismo. Della soluzione fascista quale fu percepita o vissuta in quel tempo il corporativismo è uno degli elementi più importanti, in quanto tendeva a dare risposta a quello che pareva uno degli interrogativi più drammatici dell’epoca, e che dopo la crisi del 1929 apparve di portata esplosiva: l’assetto complessivo di una società che non poteva più fondarsi sugli automatismi della “mano libera” della dottrina tradizionale e che guardava con timore alla soluzione collettivistica che prendeva corpo nell’Unione Sovietica dei piani quinquennali.

Louis Franck – Il corporativismo e l’economia dell’Italia fascista

Fino al febbraio del 1934 lo Stato corporativo fascista fu paradossalmente uno Stato senza corporazioni, perché solo allora queste furono create, e in forma del tutto subordinata all’amministrazione statale e al potere politico della dittatura. Nonostante le tesi di certo fascismo «di sinistra» – si pensi a Ugo Spirito – le corporazioni non furono mai altro che nuovi organismi burocratici aggiunti agli altri, ligi strumenti di una politica economica che copriva le sue scelte con la demagogia. L’interesse che, in un mondo scosso dalla crisi, destò il corporativismo fascista durò perlopiù solo il tempo di accorgersi del carattere di espediente politico della «nuova esperienza economica» italiana, e anche così può sembrare oggi spropositato. In effetti, bastarono pochi anni per passare dall’interesse per gli aspetti dottrinali e pratici del corporativismo alla preoccupazione ben più impellente per il potenziale reale o presunto dell’economia dell’Italia fascista.
Questo percorso è esemplarmente illustrato dai numerosi e approfonditi studi che dal 1934 al 1939 dedicò alla realtà economica e sociale italiana Louis Franck. Per lui il corporativismo fu dal 1930 al 1934 una serie di reazioni difensive alla crisi economica, poi lo strumento di una volontà di potenza che si traduceva nell’autarchia e nell’economia di guerra. La diagnosi, che attribuisce fra l’altro grande importanza allo sviluppo di una nuova classe media di funzionari variamente legata al regime, ritrova l’ispirazione dei grandi esponenti dell’emigrazione antifascista – da Gaetano Salvemini a Carlo Rosselli ad Angelo Tasca – i quali, come ricorda l’autore in una esauriente testimonianza inedita, lo guidarono nei primi passi della sua ricerca