Emile Durkheim – Le forme elementari della vita religiosa. Il sistema totemico in Australia

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Un’indagine sull’origine e il ruolo della religione che, al tempo della sua prima apparizione, non mancò di generare scandalo e sollevare aspri dibattiti, e che ancora oggi viene salutata da sociologi, antropologi, teologi, filosofi, come uno dei più grandi contributi all’analisi del rapporto tra religioni e società. Mostrando il carattere sociale della religione e quello religioso della società, Durkheim stabiliva tra le due dimensioni un legame così stretto da rendere implausibile qualsiasi teoria della società che non facesse spazio ai fenomeni religiosi. La forte enfasi sul carattere collettivo della religione, sull’importanza delle pratiche oltre che delle credenze, e la capacità di individuare le principali linee di sviluppo nella modernità del rapporto tra religioni e società, fanno dell’opera di Durkheim una delle fonti classiche di maggior spicco nell’interpretazione dei fenomeni religiosi nel presente. Una lettura rigorosamente laica, capace tuttavia di penetrare dall’interno le dimensioni costitutive della religione, nel loro significato individuale e collettivo.

Enrica Asquer – Storia intima dei ceti medi

Storia intima dei ceti medi: Una capitale e una periferia nell'Italia del miracolo economico (Quadrante Laterza Vol. 177) di [Asquer, Enrica]

Un viaggio storico ed etnografico dentro le case dei ceti medi italiani anni Sessanta, alla scoperta delle memorie e dei valori, dei vezzi e dei gusti di chi ha costruito, nel bene e nel male, il volto del Paese all’ombra del miracolo. Una storia orale, intima e minuta, che si intreccia con la più ampia vicenda dell’Italia repubblicana. Da Milano, capitale del boom economico, a Cagliari, lembo estremo di una periferia affascinata dallo sviluppo, Enrica Asquer ricostruisce il profilo di un aggregato sociale sfuggente ma cruciale, raccogliendo le sue voci e interrogando le sue memorie.

Hannah Fry – Hello World. Essere umani nell’epoca delle macchine

«Hello World!», Buongiorno mondo! Da quasi cinquant’anni, chiunque si cimenti per la prima volta nello studio della programmazione informatica si imbatte in questa frase. La si trova nel primo esercizio di qualsiasi manuale, fin dai primi anni settanta: l’esercizio consiste nel compilare un breve programma il cui effetto sia quello di far comparire sullo schermo quelle due parole inglesi, al tempo stesso scherzose e profetiche. Il computer risponde, ed è subito l’alba di un nuovo mondo, quello delle macchine. Gli algoritmi sono tutt’intorno a noi, e noi affidiamo loro le nostre vite, sempre di più, spesso senza neppure accorgercene. Hannah Fry, che li conosce bene, ci racconta in questo libro i segreti che animano le schede logiche dei computer, le promesse e i limiti della computer science, gli scenari un po’ distopici e un po’ grotteschi che si prospettano nel nostro imminente futuro tecnologico. Vieni accusato di un crimine? Come vorresti che venisse determinato il tuo destino? Da un giudice o da un algoritmo? L’algoritmo sarà sicuramente più razionale e meno soggetto a errori di giudizio, ma un giudice in carne e ossa potrà sempre guardarti negli occhi prima di pronunciare la sentenza. Cosa scegli? Eccoci nell’era degli algoritmi, la storia di un futuro non poi così lontano nel quale le macchine comanderanno incontrastate e prenderanno decisioni importanti in campo sanitario, nei trasporti, nella finanza, nella sicurezza, in tutto ciò che guarderemo, in ogni luogo in cui andremo e persino nella decisione di chi mandare in prigione. Ma quanto possiamo fidarci di loro? Che tipo di futuro vogliamo? Queste domande sono al centro di “Hello World”, un libro che solleva il velo sui meccanismi di funzionamento dei programmi che ci stanno prendendo la mano, ne dimostra il potere e ne mette in risalto i limiti. Rimane da domandarsi se gli algoritmi siano davvero migliori degli esseri umani che stanno rimpiazzando.

Stanley Milgram – Obbedienza all’autorità

Psicologo sociale “irriverente” e anticonformista, Stanley Milgram ha reclutato cittadini nordamericani assolutamente ordinari per un esperimento sull’obbedienza all’autorità. Individui qualsiasi convocati in laboratorio per obbedire a ordini che offendono il loro senso morale e studiati nella loro propensione alla sudditanza o alla ribellione. Desacralizzando la coscienza quanto l’autonomia morale, e constatandone la docile inefficacia quale baluardo contro l’azione immorale e malvagia, il saggio di Milgram dischiude scenari inquietanti ed attuali. Il testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1974.

Edward W. Said – Freud e il non europeo

Freud e il non europeo di [Said, Edward W.]

Edward W. Said, scrittore, docente, teorico letterario, musicista, anglista e intellettuale simbolo della causa palestinese, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, dedica una controversa conferenza all’ultima opera di Sigmund Freud, L’uomo Mosè e la religione monoteista. La lettura del testo freudiano diviene l’occasione per riflettere sul tema dell’identità, individuale e collettiva, e sulle sue radici, siano esse radicate in un passato mitico o in un racconto più o meno scientifico. Mosè, fondatore del monoteismo ebraico, ma straniero al suo popolo, secondo l’ipotesi di Freud, perché egizio, non ebreo e non europeo, incarna la figura paradossale di un’eterogenesi che è all’opera dall’origine, nella fondazione stessa di ogni processo identitario.

Mauro Boarelli – Contro l’ideologia del merito

Contro l'ideologia del merito di [Mauro Boarelli]

Cosa significa esattamente merito? Questa parola seducente mantiene ciò che promette? Oppure è una parola ambigua? Grattando la superficie, il merito mostra la sua vera natura: quella di una ideologia che sta trasformando la scuola, l’università, il sistema sanitario, la pubblica amministrazione, il mondo del lavoro nel nome della concorrenza e del mercato. Il concetto di cittadinanza è messo a rischio, e con esso il principio dell’uguaglianza sociale. Dietro al merito si nascondono questioni cruciali per comprendere il nostro tempo.

Eugenio Capozzi – Politicamente corretto. Storia di un’ideologia

Politicamente corretto: Breve storia di un'ideologia di [Capozzi, Eugenio]

Il finale della Carmen riscritto. Una petizione per rimuovere dal Metropolitan di New York un quadro di Balthus contestato per presunta pedofilia. Ovidio bandito dalle università americane perché offensivo e violento. Sembra non esserci modo di sfuggire alle censure imposte dal politicamente corretto, che si sforza di riscrivere la storia e la lingua, rimuovendo ogni potenziale fonte di discriminazione e producendo rocamboleschi eufemismi. Eugenio Capozzi ricostruisce le origini ed evidenzia le attuali contraddizioni di questa retorica collegandola a una vera e propria ideologia, che affonda le radici nella crisi della civiltà europea di inizio Novecento, cresce con la ribellione dei baby boomers negli anni sessanta e, con la fine della guerra fredda, la morte dei totalitarismi e la globalizzazione, si impone come egemone in un Occidente sempre più relativista e scettico. Una visione del mondo che ha dato vita nel tempo a dogmi e feticci: il multiculturalismo, la rivoluzione sessuale, l’ambientalismo radicale, la concezione dell’identità come pura scelta soggettiva.
Se oggi gli eccessi e gli aspetti grotteschi del politicamente corretto sono ormai evidenti, proporne un’analisi storica è ancor più necessario. Proprio quando un fenomeno culturale e politico appare avviato verso la parte discendente della sua parabola, infatti, può diventare oggetto di studio: svincolandosi dalla logica della contrapposizione polemica, è possibile capire come agisce concretamente sulle nostre scelte.

William Davies – Stati nervosi. Come l’emotività ha conquistato il mondo

Stati nervosi: Come l'emotività ha conquistato il mondo (Einaudi. Stile libero extra) di [Davies, William]

Partendo dall’analisi di episodi come quello di Oxford Circus del 2017 – in cui un allarme terroristico diffuso in rete attraverso centinaia di tweet costrinse all’evacuazione dell’intera area e dopo poche ore si rivelò del tutto immotivato – William Davies sottolinea come numeri, indicatori e fatti reali perdano sempre piú autorevolezza. Il risultato è un vuoto che, nell’èra digitale, rischia di riempirsi immediatamente di voci, fantasie, congetture, mentre i social network «diventano un’arma da combattimento a disposizione di tutti». Mettendo insieme economia, psicologia, sociologia e filosofia, e basandosi su un’accurata ricerca storica, in Stati nervosi Davies propone un’interpretazione davvero nuova dei nostri anni segnati dall’irrazionalità.

Richard Sennett – Costruire e abitare. Etica per la città

Costruire e abitare: Etica per la città di [Sennett, Richard]

Fin dall’antichità esiste una tensione tra il modo in cui le città sono costruite e la capacità delle persone di abitarle. Oggi la maggior parte della popolazione mondiale abita in città.
In uno studio urbanistico che chiude la trilogia dell’homo faber nella società, dopo L’uomo artigiano e Insieme, Richard Sennett mostra come Parigi, Barcellona e New York hanno assunto la loro forma moderna e ci guida nei luoghi che sono l’emblema della contemporaneità, dalle periferie di Medellín in Colombia al quartier generale di Google a Manhattan. E denuncia la diffusione globale della “città chiusa” – segregata, irreggimentata e sottoposta a un controllo antidemocratico –, che dal Nord del mondo ha conquistato il Sud del mondo e i suoi agglomerati urbani in mostruosa espansione.
Secondo Sennett, esiste un altro modo di costruire e abitare le città. Nella “città aperta” i cittadini mettono in gioco attivamente le proprie differenze e creano un’interazione virtuosa con le forme urbane. Per costruire e abitare questa città, occorre “praticare un certo tipo di modestia: vivere uno tra molti, coinvolto in un mondo che non rispecchia soltanto se stesso. Vivere uno tra molti, nelle parole di Robert Venturi, permette ‘la ricchezza di significati anziché la chiarezza di significato’. Questa è l’etica della città aperta”.