Georg Groddeck – Lo scrutatore d’anime

Lo scrutatore d'anime

«Non è facile sopportare pensieri così intelligenti, audaci e impertinenti» scriveva Freud a Groddeck nel febbraio del 1920 a proposito dello “Scrutatore d’anime”. Questo singolare romanzo, l’unico che Groddeck abbia scritto, era stato fino allora rifiutato da vari editori, piuttosto scandalizzati dal suo contenuto, e fu proprio Freud a farlo accogliere fra le pubblicazioni della casa ufficiale del movimento psicoanalitico, il Psychoanalytischer Verlag, e con tutti gli onori: «Dobbiamo tutti dirle grazie per il sorriso delizioso con cui, nel suo “Scrutatore d’anime”, ha rappresentato le nostre indagini sull’anima, altrimenti tanto serie». La straordinaria idea di Groddeck, nello “Scrutatore d’anime”, è di fare dell’Es il protagonista di un romanzo. Il “romanzo psicoanalitico” annunciato nel sottotitolo diventa allora innanzitutto uno sfrenato romanzo picaresco, scosso da una inesauribile comicità e allegria, cronaca del grave sconquasso prodotto dall’irruzione dell’Es nei più vari ambienti della Germania prussiana – nelle birrerie e nelle prigioni, fra principi e truffatori, socialisti e femministe, militari e medici, donne leggere e signore prudes. Portatore, eroe e vittima dell’Es è qui un borghese di mezza età, scapolo e benestante, che conduce una vita quieta e lievemente ottusa fino al giorno in cui una rivelazione improvvisa lo convince ad abbandonare ogni sua idea precedente e perfino il suo nome e a gettarsi all’avventura, trasformandosi in un geniale buffone, totalmente privo di senso del pudore e della dignità, insieme regredito all’infanzia e asceso alla saggezza, pronto a diffondere ovunque una buona novella che tutti giudicano assolutamente sconveniente, ma da cui tutti, in qualche modo, rimangono contagiati. Il contagio interiore è, di fatto, il grande mezzo con cui l’Es opera nel mondo le sue mirabili trasformazioni. Ed è proprio questa la folgorante visione che ha fatto del borghese August Müller il trickster Thomas Weltlein.

Piergiorgio Bianchi – Il sintomo e il discorso. Lacan legge Marx

Il sintomo e il discorso. Lacan legge Marx

Marx è l’«inventore del sintomo». Accostando la nozione di sintomo alla teoria del plusvalore, Lacan pone la pulsione e i suoi destini sul versante dei processi descritti nel Capitale. Per la psicoanalisi, metafora e ripetizione sono i due aspetti in cui il sintomo si presenta. La prima è legata all’emergere di un senso nascosto ma decifrabile, la seconda insiste su di un godimento impossibile ed opaco. Lacan interroga il marxismo sul suo destino oscillante tra una verità che annuncia di separarsi dalla filosofia ed un progetto che intende sovvertire il sociale; lo invita a ripensare l’uso della politica nel momento in cui l’universale del discorso politico mostra la sua funzione di ideologia; alla psicoanalisi domanda invece di sollevare il velo sull’impossibile che il soggetto reperisce come un sapere inconscio, inventando un uso del sintomo che arricchisca l’esperienza singolare. È possibile oggi una politica che resista al dominio delle scienze cognitive e alle strategie del controllo? È chiaro che pronunciare una domanda sugli effetti di verità dei discorsi di Marx e Lacan significhi anche verificare la solidità dei dispositivi predisposti alla loro neutralizzazione.

Massimo Recalcati – Il soggetto vuoto. Clinica psicoanalitica delle nuove forme del sintomo

In questo libro si indagano le forme contemporanee del disagio della Civiltà: anoressie, dipendenze patologiche, bulimie, tossicomanie, depressioni e attacchi di panico. Si tratta di fenomeni di natura epidemica che impongono una nuova psicologia delle masse e un nuovo ritratto della nozione stessa di sintomo.In questo libro il lettore troverà brani di insegnamento scelti su questi temi. Il suo stile chiaro e «parlato» e la sua impostazione non solo psicopatologica ma aperta a una rifl essione più ampia sulla natura dei legami sociali lo connotano come uno strumento utile per tutti coloro che vogliano avere una comprensione più critica e consapevole del nostro tempo.

Slavoj Žižek – Come leggere Lacan. Guida perversa al vivere contemporaneo

Come leggere Lacan

La psicoanalisi è morta? Se spesso in questo inizio di XXI secolo la domanda è stata più che altro retorica e la risposta inequivocabilmente affermativa, Slavoj Zizek in questa sua breve e incisiva introduzione al pensiero di Lacan, si lancia arditamente controcorrente: non solo la psicoanalisi è in ottima salute, ma, anzi, solo ora, in questa nostra società che spinge al godimento a tutti i costi, le intuizioni freudiane si rivelano in tutta la loro lungimiranza e lucida esattezza. Zizek parte proprio dal lacaniano “ritorno a Freud”, un ritorno sostanziale, per illustrare il pensiero dello psicoanalista francese. Così, se con Lacan la psicoanalisi è fondamentalmente un processo di lettura, Zizek in ciascun capitolo utilizza un passo dell’opera del maestro come strumento esegetico, chiave di lettura di altri testi filosofici o letterari, di fenomeni della contemporaneità, di manifestazioni della cultura pop: dalla politica estera americana all’ultimo Kubrick, da Shakespeare a Nietzsche, da 21 grammi ad Alien. Perché la psicoanalisi rimane, prima di qualsiasi applicazione clinica, uno strumento formidabile per mettere l’individuo a confronto con la dimensione più radicale dell’esistenza umana.

Carl Gustav Jung – Opere complete. Edizione completa

Opere complete

L’edizione Bollati Boringhieri delle Opere di Carl Gustav Jung, l’unica completa e annotata realizzata in Italia, è ora disponibile in edizione digitale completa.L’edizione digitale completa delle Opere di Jung comprende i volumi 1-18. (I volumi degli Indici, i Seminari e Il Libro rosso non sono inclusi).I 18 volumi delle Opere (9525 pagine totali) in un unico e-book, con oltre 10.000 tra note link intertestuali.La pubblicazione delle Opere di C.G. Jung ebbe inizio nel 1969 con i Tipi psicologici e si concluse nel 2007 con gli Indici analitici. Il piano dell’edizione italiana delle Opere di C.G. Jung è conforme a quello dell’edizione in lingua inglese, Collected Works of C.G. Jung, iniziata nel 1953 dalla Bollingen Foundation e affidata per gli Stati Uniti alla casa editrice Princeton University Press e per l’Inghilterra alla Routledge and Kegan Paul, e a quello dell’edizione in lingua tedesca, Gesammelte Werke von C.G. Jung, iniziata nel 1958 dall’editore Rascher di Zurigo, cui è succeduto l’editore Walter di Olten.L’edizione delle Opere di Carl Gustav Jung – che Paolo Boringhieri affidò alla direzione di Luigi Aurigemma e a cui collaborarono 35 traduttori – è l’unica completa e annotata realizzata in Italia, e appartiene a pieno diritto alla storia della psicoanalisi italiana. Di questa storia, le Opere di Jung costituiscono, insieme alle Opere Complete di Freud, uno dei principali momenti fondativi, e certamente uno dei maggiori contributi che la Bollati Boringhieri ha dato nel corso degli anni alla cultura psicoanalitica italiana.Jung, come Freud, attraverso la pubblicazione delle sue opere complete appare in tutta la complessità del suo pensiero, irriducibile agli orizzonti della sola psicoanalisi.Bollati Boringhieri, dopo la lunga digitalizzazione e l’accurata revisione, è orgogliosa di proporre il volume unico delle Opere junghiane in formato e-book.Questo volume contiene:Opere vol. 1 Studi psichiatriciOpere vol.

Carl Gustav Jung – Opere vol. 2/1: L’associazione verbale negli individui normali

Opere vol. 2/1

A partire dal 1904 Jung pose mano alla stesura dei risultati ottenuti nei suoi esperimenti sull’associazione verbale. Il saggio fondamentale perché introduce il tema, e che riporta in particolare le ricerche relative agli individui normali, è lo scritto contenuto in questo primo tomo del volume 2. L’indagine di Jung definisce e classifica i meccanismi quanto mai complessi dell’associazione verbale quali si osservano nel funzionamento della psiche «oscillante nell’arco della normalità»; meccanismi che rivelano a che punto l’associazione non sia affatto il campo di una «selvaggia casualità», ma si formi piuttosto su basi oggettive e causali, che è possibile e indispensabile indagare. L’opera getta così una luce illuminante su tutta la futura ricerca junghiana e sulla solidità dell’aggancio di tale ricerca ai fatti. Anche nell’odierna psicoterapia il metodo comprovato in queste pagine mantiene la sua efficacia applicativa.

Carl Gustav Jung – Opere vol. 2/2: Ricerche sperimantali

Opere vol. 2/2

Sulla strada aperta dal saggio sull’associazione verbale pubblicato nel primo tomo del secondo volume delle Opere, Jung proseguì con numerosi lavori, raccolti in questo secondo tomo, che per molti aspetti formano un contrappunto alla dottrina freudiana su un terreno a cui oggi si torna a dedicare molta attenzione, quello dell’oggettività e quindi del valore scientifico delle interpretazioni psicologiche. Il campo in cui l’esemplificazione del duplice metodo ha suscitato particolare eco è quello delle applicazioni alla criminologia. Alle pagine dedicate alla puntigliosa misurazione sperimentale, si alternano le narrazioni di casi clinici: ne nasce una testimonianza, fondamentale per gli studiosi del pensiero di Jung, della convinzione da cui egli prese le mosse, cioè della necessaria stretta unione tra discorso teorico e verificazione concreta. Tra i saggi qui raccolti ricordiamo: Psicoanalisi ed esperimenti associativi (1906), Associazione, sogno e sintomo isterico (1906), Il metodo associativo (1909), La costellazione familiare (1909) e Sulla dottrina dei complessi (1911).

Carl Gustav Jung – Opere vol. 3: Psicogenesi delle malattie mentali

Opere vol. 3

Sono raccolti in questo terzo volume delle Opere gli scritti che nell’arco di cinquant’anni Jung ha dedicato alla natura, ai contenuti psicologici e alle possibilità terapeutiche delle malattie mentali, e più in particolare detta «dementia praecox», che Bleuler nel 1911 propose di chiamare «schizofrenia». Il lungo saggio Psicologia della dementia praecox (1907) contiene molti dei motivi essenziali della psichiatria moderna ed è stato lo scritto che segnalò le ricerche di Jung all’attenzione (e alle perplessità) della scienza ufficiale. Apprezzato anche da Freud, il saggio aprì tra i due un periodo di stretta collaborazione, anche se quella di Jung non fu mai un’adesione incondizionata al metodo psicoanalitico. Da questi scritti, osserva Luigi Aurigemma, nasce l’immagine di una psichiatria che esige una preparazione storica e una cultura vastissime e solidissime, che sole possono, spesso, permettere di penetrare nei segreti del delirio e di alleviare così il malato dal peso che essi comportano. Tra i saggi qui raccolti ricondiamo: Il contenuto della psicosi (1908/1914), Importanza dell’inconscio in psicopatologia (1914), Malattia mentale e psiche (1928) e La schizofrenia (1958).

Carl Gustav Jung – Opere vol. 4: Freud e la psicoanalisi

Opere vol. 4

I saggi raccolti in questo volume documentano l’evoluzione della posizione di Jung nei confronti della psicoanalisi, lungo l’arco di quasi mezzo secolo. Si va dall’adesione aperta degli inizi al delinearsi delle prime riserve, che divengono esplicite con le conferenze americane del 1912. Qui la critica junghiana investe alcuni capisaldi delle teorie freudiane, quali la concezione della sessualità infantile come perverso-polimorta, la definizione sessuale della libido, l’etiologia edipica della nevrosi, e in generale ogni troppo rigido causalismo. Negli anni seguenti Jung approfondisce le ragioni del suo distacco, e insieme delinea il disegno della psicologia analitica, in particolare nei suoi fondamenti tipologici e nella struttura dell’inconscio. Tra i saggi qui raccolti ricordiamo: La teoria freudiana dell’isteria (1908), L’analisi dei sogni (1909), Aspetti generali della psicoanalisi (1913) e Il contrasto tra Freud e Jung (1929).

Carl Gustav Jung – Opere vol. 5: Simboli della trasformazione

Opere vol. 5

Scritta di getto nel 1912, «esplosione di tutti i contenuti psichici che non potevano trovar posto nelle strettoie opprimenti della psicologia freudiana e della sua visione del mondo», quest’opera non ha segnato soltanto il distacco di Jung dal suo maestro, ma è diventata per lui una specie di programma di lavoro da svolgere nei decenni successivi. Non a caso verso la fine della sua lunga attività Jung è tornato ad occuparsene, curandone una nuova stesura su cui è stata condotta la presente edizione. Lo spunto del libro è dato dall’esame di «alcuni esempi di immaginazione inconscia creativa»: lo scritto autobiografico di una giovane poetessa americana, indicata come Miss Miller. L’analisi di queste fantasie consente a Jung di cogliere straordinarie somiglianze tra mitologemi di varia origine, studiati con prodigiosa ampiezza di riferimenti culturali. Così facendo, Jung giunge ad ampliare il concetto freudiano di «libido», e ad individuare quei funzionamenti della psiche collettiva che definirà «archetipici».