Guido Carpi – Russia 1917. Un anno rivoluzionario

La Russia si affaccia all’anno 1917 nel pieno di un’emergenza sociale ed economica, della disgregazione delle classi dirigenti e di un catastrofico andamento della guerra. In febbraio crolla lo zarismo, ma nessuna delle questioni ereditate dal passato è risolta: proprietà della terra, rapporti di lavoro, autodeterminazione delle nazioni dell’impero, uscita dal conflitto bellico. Durante l’anno, le aspettative delle classi sociali si mostrano sempre più distanti tra loro, scatenando crisi di violenza crescente, seguite da tentativi sempre più velleitari di gestione condivisa del potere. Soltanto Lenin coi suoi bolscevichi – assieme a Trockij e a eroiche “irregolari” come Aleksandra Kollontaj e Larisa Rejsner – saprà incanalare la forza sovversiva delle masse, iscrivendola in un disegno complessivo di trasformazione in senso socialista dello Stato russo e, in prospettiva, dell’umanità intera.

Michele Prospero – Ottobre 1917 La rivoluzione pacifista di Lenin

Prima ancora che una rivoluzione per il socialismo, l’Ottobre fu una “guerra alla guerra”, una prova di disobbedienza di massa in nome di una difesa della vita, che era possibile solo con la pace immediata, il potere ai soviet operai e la distribuzione della terra ai contadini. Lenin calcolava che il processo popolare di rifiuto armato dei costi della guerra contagiasse in breve l’intera Europa e che quindi il laboratorio della società nuova assumesse il necessario risvolto mondiale. L’Ottobre ha scatenato l’onda d’urto che ha innescato i processi rivoluzionari vittoriosi in Cina ma è mancato, per la sedizione rossa, quel contagio vittorioso nella vecchia Europa da cui Lenin aspettava il sostegno indispensabile per l’esperimento rivoluzionario. E proprio questo scarto tra la costruzione del socialismo in un solo e arretrato paese, e la persistenza dell’economia-mondo in cui prevalente restava la formazione economico-sociale capitalistica, ha minato il progetto sovietico decretandone dopo settant’anni la sconfitta.

Samir Amin – Ottobre ’17. Ieri e domani

Commemoriamo l’Ottobre 1917, situando l’evento in un quadro attuale, che è solo in apparenza quello del trionfo della controrivoluzione “liberista”, poiché questo sistema è già avviato sulla strada della decomposizione caotica, che apre la via alla possibile cristallizzazione di una nuova situazione rivoluzionaria.

Luciano Canfora – Pensare la rivoluzione russa

Luciano Canfora percorre le tappe di un evento che ha segnato nel bene e nel male il percorso storico non solo della Russia sovietica e poi capitalista, ma anche del resto del mondo, che per tutto il XX secolo ha ammirato, osservato, spiato, ripudiato, a volte anche riprodotto l’iniziativa del bolscevichi e la formidabile macchina che essi avevano costruito.

Sergio Gentili – Questo è un fatto e i fatti sono ostinati. Lenin e l’Ottobre 17. Una lettura politica

«Questo è un fatto e i fatti sono ostinati»: Lenin e l'Ottobre ’17. Una lettura politica di [Gentili Sergio]

Un’indagine per rileggere la storia dell’avvenimento che “sconvolse” la Russia e il mondo intero attraverso i suoi momenti chiave; per individuare come e perché si affermò il potere sovietico; per mettere in evidenza sia il ruolo dei protagonisti (operai, contadini, soldati), sia la funzione dei bolscevichi e – in particolare – di Lenin.Sergio Gentili racconta i passaggi politici decisivi della fase rivoluzionaria che va dal febbraio 1917 all’avvio della guerra civile nel 1918, connettendo eventi, testimonianze, cronache e conflitti in una trama che è stata troppo spesso oggetto di facili strumentalizzazioni. In questo quadro fitto di dettagli, la lente d’ingrandimento si posiziona su Lenin, per ciò che ha detto e per quello che ha fatto dal suo rientro a Pietrogrado, nell’aprile del 1917, fino all’attentato subìto a Mosca nell’agosto del 1918. In appendice, alcuni fra i suoi testi più illuminanti, capaci di evidenziare l’immediatezza della vicenda politica di allora e chiarirne la natura dello scontro politico.

Ezio Mauro – L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione

L'anno del ferro e del fuoco: Cronache di una rivoluzione di [Mauro, Ezio]

A cento anni dalla Rivoluzione russa, Ezio Mauro ritorna nei luoghi protagonisti dell’insurrezione popolare che ha rovesciato la direzione della storia. Di San Pietroburgo esplora le strade, i palazzi e gli angoli più tetri, alla ricerca di ogni traccia che possa restituire il clima di quei giorni turbolenti. E la scoperta della città si trasforma via via nel racconto delle vicende di cui è stata teatro. Mauro comincia presentando il personaggio leggendario di Rasputin e il suo rapporto morboso con l’ultimo zar, Nikolaij ii. Racconta il culmine e il declino rovinoso del lusso sfrenato di un’aristocrazia che, di lì a poco, sarebbe rimasta travolta dal treno della storia. Attraversa la rabbia, la paura e la fatica di una popolazione stremata dalla guerra e dalla carestia. Coglie la forza delle idee nuove provenienti dall’Europa, quelle del Manifesto del Partito comunista. E lo fa in prima persona, in un reportage pieno di tensione che, con una fortissima impronta narrativa, sa ricreare l’atmosfera di lotta e di speranza nel cambiamento. Dopo il documentario a puntate uscito su Repubblica.it, Ezio Mauro scrive un’opera che unisce la penna del grande inviato all’episodio più violento e più appassionante della storia novecentesca.

Pier Paolo Poggio – Marx Engels e la rivoluzione russa

La caratteristica essenziale della storia russa sino al XX secolo è rappresentata dalla lentezza dell’evoluzione del paese, determinata, prima ancora che dalle cause specificamente storiche, dalle sue stesse condizioni naturali. Lo scarto tra periodo di produzione e periodo di lavoro, proprio della agricoltura, era molto aggravato in Russia dalle condizioni climatiche ed imponeva la combinazione tra agricoltura e artigianato rurale domestico, un modo di produzione molto stabile e retto dalla tradizione che portava inevitabilmente ad una situazione di stagnazione. (Dal I capitolo)

AA.VV. – L’avanguardia dopo la rivoluzione

L'avanguardia dopo la rivoluzione di [Aa.Vv.]

“Noi facciamo appello agli uomini di sinistra: ai futuristi rivoluzionari che hanno portato l’arte nelle strade e nelle piazze; ai produttivisti che hanno dato all’ispirazione un fondamento preciso e le hanno applicato la dinamo della fabbrica; ai costruttivisti che hanno sostituito il misticismo della creazione con l’elaborazione del materiale.”
“I nemici del Lef dicono: ‘Che cos’è il Lef? Un’accolita di futuristi. E che cosa sono i futuristi? Marinetti. E che cos’è Marinetti? Un fascista italiano. Quindi la conclusione è chiara’.
Ma sono tutte stupidaggini perché i futuristi russi sono nati molto tempo prima che si avesse notizia in Russia di Marinetti.
Quando nel gennaio del 1914 Marinetti venne in Russa, i futuristi russi lo accolsero con ostilità…”

Lev Trotsky – Storia della rivoluzione russa

cover

“Come Tucidide, Dante, Machiavelli, Heine, Marx, Herzen e altri pensatori e poeti, Trotsky ha raggiunto la sua maturità come scrittore solo in esilio, durante i brevi anni trascorsi all’isola di Prinkipo. I posteri lo ricorderanno come storico della Rivoluzione d’Ottobre e come suo dirigente. Nessun altro bolscevico ha о avrebbe potuto fornire un resoconto così grandioso e cosi splendido degli avvenimenti del 1917; e nessuno, tra i molti scrittori appartenenti ai partiti antibolscevichi, ha saputo presentare una replica adeguata ”. Questo giudizio del noto biografo di Trotsky — Isaac Deutscher — sintetizza il significato e il valore della Storia della rivoluzione russa, che l’oscurantismo staliniano ha cercato invano di cancellare dal novero dei grandi contributi della critica storica marxista. In realtà ancor oggi, a quasi cinquantanni dalla rivoluzione del T7, questa di Trotsky resta la ricostruzione piu esauriente e piu suggestiva del grandioso avvenimento. Il confronto accurato delle fonti, dei testi, dei documenti e la verifica sulla base di altri studi di quel periodo confermano la probità scientifica dell’autore; come è stato opportunamente segnalato, è significativo che nessuno dei dirigenti antibolscevici, che hanno grande parte in questa storia e che erano ancora in vita quando venne pubblicata, sia stato in grado di segnalare una sola scorrettezza della ricostruzione degli avvenimenti. E nessun rilievo su questo piano ha potuto essere fatto neppure dagli storici dei piu diversi indirizzi che si sono occupati di quegli anni. Esempio di magistrale applicazione del metodo storico marxista, la Storia della rivoluzione è al tempo stesso la manifestazione più alta delle doti letterarie del suo autore, definito dal suo biografo “nella sua generazione, il più grande maestro della prosa russa”.