Guido Ceronetti – Tra pensieri

cover0001Nel febbraio del 1991 Paolo Mieli, allora direttore della Stampa, affidò a Ceronetti uno spazio quotidiano sulla prima pagina del suo giornale. Ora, ripresi e ampliati, questi pensieri di altri (da Confucio a Campanile, da Heidegger a Salamov a Yeats, chiamati a rappresentare in sintesi, le passioni, gli sdegni, le idiosincrasie del compilatore di questa singolare antologia) vengono dallo stesso Ceronetti raccolti in un volume, preceduti da una sua nota in forma di viatico per un viaggio, o vagabondaggio, appunto, tra pensieri.

Guido Ceronetti – Pensieri del tè

cover0001Due volte al giorno, di prima mattina e verso le cinque del pomeriggio, Ceronetti beve qualche tazza di tè verde cinese. In quei momenti la parola si riaccende, la mente opera collegamenti nuovi. «Il soffio del Tè s’infonde negli angoli morti, non si sgomenta d’interrogare statue imbracate». Da dove vengono, quei pensieri? Da ogni luogo, dai dizionari e dal ricordo, da Bernadette e da Rathenau, dal Corano e da Conrad, da Baudelaire e da Tocqueville, da un ritaglio di giornale e da un sogno. Ceronetti gli avvolge intorno, con delicatezza, un altro pensiero, «che si fa parola o figura». Così si sono formate queste pagine, che avranno sui loro lettori lo stesso effetto rischiarante che ha il tè verde sul loro autore, agendo come un’invisibile e aromatica barriera di protezione «da ogni specie d’inerzia, d’inebetimento, di abbattimento».

Guido Ceronetti – Sono fragile sparo poesia

cover0001Due volumetti di versi giovanili, col titolo “Nuovi Salmi” (1955 e 1957), aprono il cammino di poesia in proprio di Guido Ceronetti. Nel 1965 uscì presso Tallone una tiratura per bibliofili della “Ballata dell’infermiere”; nel 2008 il Notes Magico ne pubblicò tutte le ballate (“Le ballate dell’angelo ferito”). Tra il ’55 e oggi è passato più di mezzo secolo, un periodo in cui, oltre ai suoi libri in prosa, al teatro e alle traduzioni, Ceronetti ha scritto più di cinquemila versi seguendo un personalissimo percorso poetico. Questa antologia propone una selezione di quanto all’autore stesso sembra la migliore testimonianza del suo assiduo formulare “qualche ideogramma di compassione, di ricordo e di desiderio della luce”. Come già per “Trafitture di tenerezza”, che raccoglieva il meglio delle traduzioni poetiche di Ceronetti, anche questo libro concentra fin dal titolo aggressività e umiltà, forza e delicatezza. Perentorio ed evanescente come un messaggio in bottiglia. D’altronde per Ceronetti la parola poetica è al contempo ri-chiesta d’aiuto e offerta (a tratti, ma significativa) di salvezza.

Guido Ceronetti – Trafitture di tenerezza. Poesia tradotta 1963-2008

cover0001“Questa piccola antologia personale di traduzioni in versi, esigua raccolta di frammenti e di schegge, se sarà presa per quel che vuoi dire, dovrebbe essere accolta come aiuto a pensare, la bellezza della parola e dell’immagine invaselinando l’accesso difficile al sepolcrale segreto dei mondi che il verso contiene. E aiuto al pensare vale viatico consolamentale per chi vive e patisce, per l’indicibile sofferenza che tutti ci inzuppa e uguaglia, per chi conscia-o-inconsciamente lancia nell’etere miti e muti e prolungati S.O.S. Il titolo che ho trovato è facile da comprendere: la tenerezza è rara, moneta fuori corso nell’indistinzione pan-tecnologica, e nello stupore del riceverne in un pugno di versi c’è qualcosa di specialmente strano, che somiglia a una trafittura. […] Ho pescato nel fiume di quel che ho fatto e dato in mezzo secolo di pubblicazioni, dal latino, greco antico e dimotìki, ebraico biblico e lingue moderne, ma dalle carte molti inediti sono emersi, li ho restaurati e una parte è edita per la prima volta qui.” (dall’introduzione dell’autore)

Guido Ceronetti – L’occhiale malinconico

coverQuesto è un libro di viaggi, mobili e immobili, di osservazioni, divagazioni, ossessioni. Di impressioni immediate e rapide; o altrimenti a lungo macerate. Ci troveremo Grünewald, visitato a Colmar. E la cattedrale di Strasburgo, luogo cifrato e iniziatico. Ma anche varie immagini della Donna, da Rembrandt alla Morgue, al corpo nudo di una anonima fotografata, alla Maja di Goya, alle fanciulle dormienti di Kawabata. E poi Leopardi e Teresa di Gesù, Abelardo ed Eloisa, oltre che una lunga meditazione sui salmi e la preghiera. E infine il ricordo evocato dallo scoccare del tempo: i cinquant’anni passati dalla guerra civile di Spagna. Come sempre, non c’è angolo di mondo dove non si posi l’occhiale malinconico di Ceronetti. E non c’è angolo di mondo che rimanga uguale dopo che quello sguardo vi si è posato.