Hermann Hesse – Siddhartha

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A cinquant’anni dalla morte di Hesse, la sua opera più universalmente nota viene riproposta in un’edizione arricchita da un prezioso apparato: pagine di diario, lettere e riflessioni che ne illuminano aspetti poco o per nulla conosciuti; commenti e reazioni di scrittori e di critici quali Ro­main Rolland, Hugo Ball e Stefan Zweig; fotografie, riproduzioni di lettere e documenti che consentono di calarsi nel mondo e nelle atmosfere da cui il Siddhartha è scaturito. Una polifonia di voci e immagini che conferirà più nitidi contorni e nuove sfaccettature a questa parabola romanzesca che da quasi un secolo – la prima edizione in lingua tedesca è del 1922 – non cessa di affascinare i lettori, generazione dopo generazione.

Hermann Hesse – Siddharta

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Chi è Siddhartha? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddhartha, che ripete il «costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l’aveva visto centinaia di volte con venerazione».