Juan Rodolfo Wilcock – Il caos

coverUn ometto deforme e potente, con un occhio solo e le gambe contorte dalla poliomielite, che riesce a trasformare la vita di una città in una “festa permanente”, in cui ciascuno recita la parte che più gli si addice; due nani pelosi che per vendicarsi di un ragazzo colpevole di avere turbato la loro tranquilla vita familiare, gli infliggono le più orribili torture con un saldatore e un apriscatole; un prigioniero di un campo di concentramento, il quale legato a una catena deve raccogliere ogni sera le immondizie di una spiaggia di moda; un giovane zoppo che viene bruciato in piazza dalle stesse autorità per divertire un popolo avido di dittatori; un’isola che sprofonda lentamente nel Pacifico, una bella ragazza che però si sgretola quando fa all’amore, un’invasione di grossi vermi sotterranei; questi sono gli argomenti trattati dalla maligna immaginazione di Wilcock in questi racconti che un critico ha definiti crudeli ma che riescono tuttavia a superare l’intrinseco orrore a forza di poesia, di comprensione umana, di felicità verbale e di trascendente umorismo

Consiglio ispirato da flextime.

Juan Rodolfo Wilcock – La sinagoga degli iconoclasti

coverNella Sinagoga degli iconoclasti, Wilcock ha raccolto con grazia magistrale i profili di trentasei esseri che, poggiando sulle solide basi della scienza o comunque di una qualche disciplina che si presenta rigorosa, o almeno su una qualche indubitabile intuizione, ne hanno tratto tutte le conseguenze e si sono mossi tranquillamente – e si direbbe talvolta con argomenti convincenti – verso la demenza (la quale, come fin troppo ci viene ricordato tuttora, può essere la vicina del genio).

Juan Rodolfo Wilcock – Fatti inquietanti

coverI giornali sono pieni di notizie che dovrebbero stupirci, inquietarci, farci riflettere, anche se spesso si nascondono nelle pagine meno frequentate. Per anni J. Rodolfo Wilcock le andò cercando e collezionando; il suo occhio rapidissimo isolava le bizzarre novità scientifiche o di costume che, con il loro accumularsi, andavano trasformando in altra cosa il mondo a cui gli uomini si erano abituati. Questi «Segni del tempo», Wilcock li riferisce a volte nella loro esemplare nudità, altre volte li chiosa con ironia discreta, altre volte li trafigge con la punta del sarcasmo; ci sono infine i casi in cui il lettore scivola insensibilmente da una notizia a un’allegoria, da un’informazione a una visione, o altri ancora, dove ciò che si presentava con i caratteri del bizzarro e dell’improbabile è entrato a far parte dell’ovvietà (per esempio il personaggio di James Bond). Molti hanno cercato di interpretare il nostro tempo in modo più o meno arbitrario; maestro della brevità e dell’impassibilità, J. Rodolfo Wilcock ce lo mostra, con la sobrietà e l’eleganza che sono la fisionomia della sua intelligenza.

Juan Rodolfo Wilcock – La parola morte [Epub – Mobi]

coverPoesia scontrosa e solitaria, quella di Rodolfo J. Wilcock, scandita su di un lessico prosastico, irto di termini allotrii: poesia come verifica di una condizione di paura e orrore, mappa stravolta di un universo putrefatto, e perciò tanto più provocatoria (nel senso, finalmente, pieno e consapevole del termine), come un’ininterrotta epistola metrica sull’uomo condannato per verdetto inesorabile all’annientamento, alla morte.

Grazie a Filosofia in ita per la scansione di partenza.