Carmen M. Reinhart, Kenneth S.Rogoff – Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria [Epub]

Nel corso della Storia, paesi ricchi e paesi poveri hanno contratto debiti e crediti, hanno subito tracolli e vissuto momenti di ripresa, lungo una sequenza straordinaria di crisi finanziarie. Gli esperti e i politici hanno sempre proclamato “questa volta è diverso”, affermando che la nuova situazione avesse poco a che fare con i disastri del passato. Questo libro è la dimostrazione che quello che dicono è sbagliato. Passando al vaglio sessantasei paesi appartenenti ai cinque continenti, “Questa volta è diverso” rappresenta uno sguardo comprensivo e accessibile alla varietà delle crisi finanziarie e ci guida attraverso otto folli secoli di panico bancario, default e inflazione, dalla svalutazione della moneta nel Medioevo alla catastrofe attuale. Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff, prestigiosi economisti che con le loro ricerche hanno influenzato il dibattito politico e scientifico legato alla crisi d’inizio millennio, sostengono che le crisi sono riti di passaggio sia per i mercati emergenti, sia per quelli consolidati. E traggono importanti lezioni dalla Storia per mostrare quanto abbiamo imparato. Con analisi persuasive e messe di dati inoppugnabili, Reinhart e Rogoff dimostrano come i tracolli dei vari paesi colpiscano all’unisono con straordinaria frequenza, durata e ferocia. Esaminano le caratteristiche delle cadute delle monete, l’inflazione e l’inadempienza delle nazioni nei confronti dei debiti internazionali.

Jean-Paul Sartre – Che cos’è la letteratura? Lo scrittore e i suoi lettori secondo il padre dell’esistenzialismo [Pdf – Doc – Epub]

Il saggio che dà il titolo a questa raccolta è una delle più importanti riflessioni sulla letteratura scritte nel Novecento. Pubblicato nel 1947 sulla rivista Les Temps Modernes, questo scritto rifiuta l’idea che il romanzo abbia un’esistenza autonoma e sia frutto di un atto di creazione assoluto. La letteratura, per Sartre, è piuttosto lo spazio in cui autore e lettore dialogano a partire dalle proprie concrete esistenze storiche. Da questa concezione innovativa e feconda nasce un metodo critico tramite cui Sartre si confronta con i protagonisti della letteratura del suo tempo, come Gide, Camus, Faulkner e Mauriac. 

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Gottfried Benn – Lo smalto sul nulla [Pdf – Doc – Epub]

Gottfried Benn (l’«imperdonabile Benn», come lo chiamò Cristina Campo) fu poeta e sifilopatologo. Come poeta: uno dei creatori dell’espressionismo e autore di alcune fra le liriche perfette del Novecento. Come medico: continuò a praticare oscuramente, fino all’ultimo, nella Berlino del dopoguerra. Ma Benn fu anche l’autore di alcuni saggi (qui presentati in un’ampia scelta) letteralmente senza pari, per la mobilità nervosa, fosforeggiante dello stile, per il continuo germinare delle immagini, come anche per il taglio imprevedibile degli argomenti. Non si ha idea di che cosa possa essere la prosa moderna (ma che cosa è moderno? «Purtroppo io non ho la minima idea di che cosa sia moderno» scrisse una volta Benn, beffardamente) se non si è lasciata risuonare in noi questa prosa, con i suoi scarti micidiali e repentini, gli accostamenti allucinatori, l’uso sovrano e predatorio di testi preesistenti. Di che cosa parla Benn? Di ere geologiche e di Goethe (qui si leggerà la più bella rivendicazione di Goethe come scienziato), di nichilismo (come esperienza sottintesa di tutto l’Occidente) e di stile («Lo stile è superiore alla verità, porta in sé la prova dell’esistenza»), di teorie scientifiche e del mondo dorico, del cervello e delle tare, di poesia (naturalmente) e di climi storici. In breve: parla di tutto. E nulla lascia intatto di ciò che di accomodante e stantio si perpetua nel pensare. Ma ogni volta il tratto che noteremo per primo è il «sacrilego azzurro» della sua prosa, un colore, un timbro che solo qui riusciremo a trovare e che ci dà una scossa di segreta euforia.

E.M. Cioran – Sommario di decomposizione [Pdf – Doc – Epub]

«Mi basta sentire qualcuno parlare sinceramente di ideale, di avvenire, di filosofia, sentirlo dire “noi” con tono risoluto, invocare gli “altri” e ritenersene l’interprete – perché io lo consideri mio nemico»: parole come queste, allorché il Sommario di decomposizione fu pubblicato a Parigi nel 1949, non potevano che dividere i lettori, suscitando in essi o scandalo o ammirazione. A quell’epoca Cioran era solo un oscuro apolide, autore di alcune opere importanti che nel suo paese, la Romania, erano state ignorate da tutti. Alla cultura francese, in quegli anni incline all’engagement, Cioran contrapponeva solitariamente negazione e ironia; e con queste pagine scopriva una lingua – il francese – rivelandosene subito maestro. Non alla maniera di Sartre, ma piuttosto a quella di Chamfort e di Pascal. Con un solo gesto, Cioran presentava tutto se stesso. Così, non meraviglia che questo libro, ritenuto da molti il suo maggiore, abbia avuto la ventura di incontrare come traduttore in tedesco uno dei poeti più alti del secolo: Paul Celan.

E.M. Cioran – La caduta nel tempo [Pdf – Doc – Epub]

«Non siamo realmente noi se non quando, mettendoci di fronte a noi stessi, non coincidiamo con niente, nemmeno con la nostra singolarità» leggiamo già alle prime righe di questo libro. E subito ci coglie quel senso di lieve ebbrezza e di vertigine che accompagna ogni lettura di Cioran. Subito sappiamo di trovarci di fronte a qualcuno che non si identifica né con l’uomo, né con la specie, né con una causa qualsivoglia – e neppure con se stesso. Come se una felice e insanabile divaricazione separasse il soggetto che parla da ogni credulità, ma al tempo stesso gli concedesse il respiro di chi sa riconoscere – e anche abbandonare – tutti i fantasmi e tutti gli dèi. Pubblicato nel 1964, La caduta nel tempo è uno dei libri di Cioran che mostrano con maggiore evidenza come il suo pensiero fosse proiettato in avanti, verso temi che appaiono oggi ancora più urgenti. Si parla dell’albero della vita, della civiltà, dello scetticismo, della barbarie, della gloria, della malattia, come in una sequenza di meditazioni segretamente collegate. Il percorso è sempre obliquo, ed evita così la pedanteria e la pesantezza di un approccio frontale a temi inesauribili ed elusivi. Primo fra tutti il tempo, e quella «caduta nel tempo» che costituisce la Storia – mentre già si profila, allarmante ed enigmatica, un’altra caduta: dal tempo, e dunque dalla Storia.

E.M. Cioran – La tentazione di esistere [Pdf – Epub – Doc]

Chi vuole avvicinarsi a Cioran apra questo libro: è forse il suo più perfetto, ma soprattutto è quello che lo rivela nei suoi gesti peculiari, nella fisiologia, nel «ritmo suo proprio, pressante e irriducibile». Maestro attuale di quell’arte del «pensare contro se stessi» che si era già dispiegata in Nietzsche, Baudelaire e Dostoevskij, questo scrittore rumeno, al quale dobbiamo la più bella prosa francese che oggi si scriva, appartiene per vocazione alla schiera dei condannati alla lucidità. Che la lucidità sia una condanna, oltre che un dono, nessuno sa mostrarcelo, con altrettanta precisione, con altrettanta inventiva, quasi da camuffato romanziere. E si tratta di una lucidità macerata dal tempo, dall’eredità di tutta la nostra cultura. Se «c’è un “odore” del tempo», e così anche «della storia», Cioran è, fra gli animali metafisici, il più addestrato nel riconoscerlo, nell’inseguirlo, anche là dove spesso chi fa professione di storico non avverte le tracce di questa «aggressione dell’uomo contro se stesso». Non c’è osservatore più perspicace di quel «lato notturno» della storia che oggi avvolge il mondo in un manto oscuro. Che cosa sia, che cosa sia stata l’Europa si respira in ciascuna di queste pagine. E mai corriamo in esse il pericolo di cadere in una maiuscola Serietà, «peccato che nulla può riscattare». Trovandosi a vivere in un’epoca dove essere «epigoni è di rigore», Cioran ha voluto spingere l’ironia delle sue buone maniere sino a comporre, in una pagina memorabile di questo libro, un elogio della futilità, di quella «futilità cosciente, acquisita, volontaria» che è la «cosa più difficile al mondo». Per noi che «abbiamo il fenomeno nel sangue», che nasciamo già «in preda alla febbre del visibile», ogni strategia per approssimarsi alla «liberazione da sé e da tutto» implicherà le virtù della leggerezza, dello stile e della mistificazione. Così, «per diventare futili, dobbiamo tagliare le nostre radici, diventare metafisicamente stranieri». Sul destino degli Ebrei o sulla fine dell’antichità, su Pascal o su Saint-Simon, su Gogol’ o su Epicuro, sulla smania analitica o sulla noia, sulla «superstizione dell’atto» o sui nostri «dèi alla deriva», questo metafisico straniero ha qualcosa di essenziale da dirci, ma non si sofferma mai troppo, come se ogni verità fosse tollerabile soltanto se si mostra nei barbagli di una imprevedibile conversazione. Sarebbe un’inutile lode sottolineare la chiaroveggenza di questo libro, che è del 1956, là dove parla di tendenze storiche, psicologiche, letterarie. Cioran non va letto per trovare conferme. Per lui, la «tentazione di esistere» (a cui dedica un’ultima ironia: «Esistere è una inclinazione che non dispero di far mia») presuppone una «iniziazione alla vertigine», e la sua pagina comunica al lettore una scossa allarmante per ogni certezza verbale. Eppure, alla fine, la sua prosa amara, corrosiva, diventa una compagnia salutare per tutti coloro che si trovano di fronte «un mondo unificato nel grossolano e nel terribile».

Evgeny Morozov – L’ingenuita della rete. Il lato oscuro della libertà di internet [Pdf – Doc – Epub]

La rivoluzione di Twitter: se ne è parlato per le manifestazioni in Iran nel 2009, per la Cina subito dopo, più recentemente per l’Egitto: prima ancora che lo scontento dei cittadini, il grande protagonista delle proteste sembra essere stato il web. La convinzione che le tecnologie digitali alimentino solo cambiamenti positivi e siano lo strumento perfetto per la creazione della democrazia corrisponde alla realtà? Evgeny Morozov, in antitesi al cyber-ottimismo di pensatori come Clay Shirky, spiega molto chiaramente come anche governi tutt’altro che democratici usino le piattaforme digitali piegandole ai loro fini. In Russia e in Cina gli spazi di intrattenimento online sono studiati apposta per spostare l’attenzione dei giovani dall’impegno e dalla partecipazione civile. Internet non è inequivocabilmente buona, insomma, Twitter e Facebook non hanno avuto alcun ruolo cruciale, e la rivoluzione sarebbe accaduta con o senza di loro. Pensare alla rete come a un propagatore naturale di democrazia è fuorviarne e pericoloso: per garantire forme efficaci di cambiamento sociale è necessario rimanere calati solidamente nella realtà. 

Mimmo Franzinelli – Autopsia di un falso. I «Diari» di Mussolini e la manipolazione della storia [Pdf]

Da oltre cinquant’anni diari attribuiti a Mussolini compaiono e scompaiono, in scenari che coniugano affarismo e sconsiderato revisionismo storico. Il punto di svolta è segnato, nel novembre 2010, dalla pubblicazione dei Diari di Mussolini (veri o presunti) 1939: cinque agende rinvenute dal senatore Marcello Dell’Utri in Svizzera sono presentate come la rivelazione del “volto umano” del duce, pacifista e amico degli ebrei, intimamente avverso a Hitler e preoccupato soltanto della “sua” Italia. Un testo, insomma, che – se fosse vero – costringerebbe gli storici a riscrivere la biografia di Mussolini e a reinterpretare le vicende del Novecento. Mimmo Franzinelli lo smonta con gli strumenti dell’analisi testuale e della ricerca storiografica e svela che si tratta di un manufatto fabbricato da specialisti in apocrifi mussoliniani. Un’indagine rigorosa mette in evidenza incongruenze, anacronismi ed errori che caratterizzano i presunti diari e ne dimostra l’assoluta inverosimiglianza. Il lettore apprenderà, tra l’altro, quali sono le fonti – dai diari di Ciano ai quotidiani del regime – cui i falsari hanno generosamente attinto per la stesura di quelle pagine. “Autopsia di un falso” raffronta inoltre la vicenda editoriale dell’agenda 1939 con i falsi diari di Hitler lanciati nel 1983 dal gruppo editoriale Stern e illustra caratteri e modalità della massiccia operazione mediatica che ha accompagnato la pubblicazione dei Diari mussoliniani. 

Telmo Pievani – La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi [Pdf – Doc – Epub]

Ogni cultura ha predetto inutilmente la sua fine, noi stessi siamo figli di catastrofi altrui. Estinzioni di massa e colossali ecatombi del passato hanno infatti più volte segnato un nuovo inizio per altre forme di vita. La “catastrofe”, intesa come resa dei conti finale con la storia, ci affascina da sempre perché soddisfa bisogni psicologici e vincoli cognitivi, magnificamente rappresentati dall’immaginario classico della fine del mondo interpretata come catarsi risolutiva, punizione, vendetta. Il 21 dicembre 2012 – presunto compiersi di un ciclo di calendario dei maya – segna ancora una volta l’avvicinarsi di una fine imminente. Telmo Pievani ci accompagna in un viaggio fino alla fine del mondo guidandoci attraverso le parole chiave dell’attesa: apocalisse, disastro, nemesi, estinzione. Tra scienza, filosofia e letteratura, un messaggio di umiltà evoluzionistica e di accettazione della contingenza della vita sulla Terra, per decidere che cosa fare quando anche questa volta il mondo non sarà finito.