Thomas Macho – A chi appartiene la mia vita? Il suicidio nella modernità [LDB]

A chi appartiene la mia vita? Il suicidio – scrive Walter Benjamin nei suoi Passages – è “la quintessenza della modernità“. In effetti, dopo che per secoli il tentativo di togliersi la vita è stato considerato un peccato o lʻespressione di una malattia psichica, e in alcuni paesi è stato addirittura sanzionato penalmente, nel XX secolo si è assistito a un profondo rivolgimento, che ha contribuito a far emergere una nuova cultura del morire. Chi si toglie la vita non vuole più solo cancellarla ma anche, in qualche modo, appropriarsene e darle un nuovo significato in virtù di un gesto che l’espressione utilizzata per il titolo tedesco del libro, Das Leben nehmen (“togliersi la vita”, ma anche “prendersi la vita”), con la sua ambiguità, trasmette immediatamente.
A chi appartiene la mia vita? è il vivo e profondo racconto della complessa storia del suicidio nella modernità. Ne esamina le radici culturali attraverso diari, film e opere dʻarte, per giungere a unʻinquie-tante diagnosi: viviamo in unʻepoca sempre più affascinata dal suicidio.

 

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G.W.F. Hegel – Il bisogno di filosofia (1801-1804) [LDB]

A che cosa serve la filosofia? Qual è il legame che il mondo delle idee intrattiene con il mondo della vita? E come si impara a filosofare? Poco più che trentenne, all’inizio del suo insegnamento a Jena, Hegel riflette sull’origine e sulla funzione dell’attività filosofica, in attesa di portare a termine la sua prima grande fatica intellettuale, la Fenomenologia dello spirito (1807). Questo volume raccoglie alcuni scritti del giovane Hegel, per lo più inediti in italiano, che risalgono agli anni 1801- 1804. Si tratta di brevi saggi e frammenti che indagano il rapporto tra critica e sistema, la relazione tra pensiero filosofico e senso comune e i risvolti pratici della teoria. Sono questi i temi che il giovane Hegel approfondisce per far fronte a quel «bisogno di filosofia», istanza fondamentale della vita degli uomini, da cui ogni autentica conoscenza dovrebbe prendere le mosse.

 

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Oliver James – Il capitalista egoista [LDB]

Circa trent’anni fa l’Occidente ha adottato in maniera diffusa un credo politico-economico – noto come thatcherismo o neoconservatorismo reaganiano – che oggi sta rivelando i propri potenti limiti. Lo psicologo inglese Oliver James non esita infatti a definirlo senza mezzi termini «capitalismo egoista», in virtù delle sue conseguenze: i ricchi sono diventati infinitamente più ricchi, e i poveri sempre più poveri, mentre il salario del cittadino medio è rimasto lo stesso, a fronte di condizioni lavorative più dure e meno tutelate.

In Affluenza Oliver James ha descritto la malattia dell’uomo occidentale contemporaneo, stritolato da un sistema che lo spinge ad avere sempre di più (macchine, telefonini, vestiti, soldi) e ad essere per questo sempre più scontento.

Ne Il capitalista egoista l’analisi risale alle origini di questa malattia, che James definisce come una vera e propria «epidemia di stress emotivo», e ne individua i responsabili, le cause e gli effetti.
Prendendo spunto dalla preoccupante condizione dell’individuo, le pagine di questo libro smontano una ad una le sciagurate illusioni, le iniquità e i mostri generati dal capitalismo a cavallo fra il XX e il XXI secolo.

 

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Fernando Cervantes – Conquistatori. Una storia inedita [LDB]

Portata a termine la Reconquista di al-Andalus ed espulsi gli ebrei dalla Spagna, sul finire del XV secolo i reali cattolici Isabella e Ferdinando si ritrovarono con le casse vuote. Decisero allora di assecondare le richieste di un eccentrico marinaio genovese, il quale sosteneva di poter raggiungere le Indie attraverso una nuova rotta, garantendo così l’accesso ai lucrosi mercati asiatici, ovvero a quelle ricchezze di cui i sovrani spagnoli avevano assoluto bisogno. Nessuno però poteva immaginare che la scoperta dell’arcipelago nel mar dei Caraibi, in cui s’imbatté Cristoforo Colombo nell’autunno del 1492, avrebbe rivelato l’esistenza di un immenso continente sconosciuto e ridisegnato per sempre la mappa del mondo. Da allora si susseguirono innumerevoli viaggi e spedizioni, che portarono nelle Americhe migliaia di avventurieri, uomini d’arme, aristocratici, religiosi e diplomatici spagnoli. Ambiziosi e brutali, avidi di denaro e di successo, nell’arco di pochi decenni i conquistadores imposero il loro dominio coloniale con il saccheggio e la rapina, causando la scomparsa delle floride civiltà mexica e inca e una catastrofe demografica senza precedenti. Per quanto generalmente accolta, questa ricostruzione è tuttavia parziale. Anzi, secondo lo storico Fernando Cervantes, è una «generica caricatura» che non tiene conto del contesto storico e culturale che fece da sfondo alle vicende di Hernán Cortés, Francisco Pizarro e gli altri. Infatti, se i conquistadores furono animati dalla bramosia di ricchezza, furono anche l’espressione di quel potente spirito di riforma umanista e religiosa che caratterizzò la Spagna tardomedievale. Gloria e fede ispirarono le imprese degli hidalgos , i quali viaggiarono oltreoceano «per servire Dio e il re, oltreché per diventare ricchi». Da questo punto di vista, idealisti e crudeli, rapaci e devoti, i conquistadores sono l’emblema della complessità che, lungi dal reclamare l’assoluzione o la condanna per le atrocità commesse, invita piuttosto allo studio e alla comprensione. Lontano dalla lente del mito e del pregiudizio, Cervantes offre un’inedita lettura della conquista spagnola del Nuovo Mondo e dei suoi protagonisti, facendo emergere sfumature nuove e inaspettate di un periodo che ha cambiato il corso della storia mondiale.

 

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Silvio Perrella – Calvino [LDB]

Su Calvino, il libro migliore e più raccomandabile è quello di Silvio Perrella. La sua grande capacità è quella di seguire il suo eroe mantenendo l’unità della persona nonostante i mutamenti di orizzonte. Cesare Cases

Con questo libro di Silvio Perrella mi pare proprio che la generazione ‘calviniana’ sia giunta a una svolta. Alfonso Berardinelli

Questo non è proprio un saggio, ma un romanzo in cui il protagonista – Italo Calvino – è al tempo stesso un uomo in carne e ossa e un fantasma, uno scrittore realmente esistito e una finzione narrativa. Marco Belpoliti

Il bellissimo Calvino di Silvio Perrella è un libro veramente esemplare per ogni tipo di indagine futura. Emanuele Trevi

 

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Marc Fumaroli – Chateaubriand. Poesia e terrore [LDB]

Nell’Ottocento i viaggiatori di lungo corso non dimenticavano di portare con sé una biblioteca portatile, che trovava posto in una cassa opportunamente attrezzata. Si può dire che questo volume di Marc Fumaroli è l’equivalente moderno di quei cofanetti preziosi, in vista dei quali gli editori pubblicavano, in formato adeguato, apposite collezioni di titoli antichi e moderni. Ciascuno dei suoi capitoli, infatti, può essere letto come un’opera autonoma, che ci offre il vivido ritratto di un grande autore classico (Milton, Rousseau, Madame de Staël, Byron, Tocqueville, Baudelaire, Conrad, Proust), di un autore misconosciuto (Louis de Fontanes, Pierre-Simon Ballanche), di un personaggio che ha lasciato una traccia più o meno vistosa nella Storia (Napoleone, Talleyrand, Pauline de Beaumont, Madame Récamier), indagati tutti con la consueta, magistrale capacità di penetrazione. E tutti legati gli uni agli altri dal rapporto – ravvicinato o a distanza – con Chateaubriand e la sua vicenda umana, dipanatasi attraverso quel «secolo delle rivoluzioni» di cui egli fu testimone e attore, nonché interprete e narratore nel suo capolavoro, le Memorie d’oltretomba. «Questo libro non è una biografia di Chateaubriand» avverte Fumaroli in apertura. «È un invito a una traversata della grande tempesta poetica delle Memorie d’oltretomba e del campo magnetico entro il quale si è formata». E aderire all’invito significherà, per il lettore, «percorrere la prima mappa dei conflitti tra modernità e antimodernità, tra Lumi e Contro-Lumi, e riconoscervi l’incunabolo del mondo che si lacera e scompare oggi un po’ ovunque sotto i nostri piedi».

 

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Stelio Zeppi – Il pensiero politico dell’idealismo italiano e il nazionalfascismo [LDB]

In questo libro sono sottoposte a indagini le concezioni polinche degli idealisti italiani (Croce, Gentile, Prezzolini, De Ruggiero, Lombardo-Radice, Omodeo, E. Codignola, ecc.) quali si svolsero e si articolarono nei confronti del nazionalismo e del fascismo delle origini.
È la prima volta che questo ambito di ricerca viene affrontato in termini di distesa e analitica trattazione complessiva. Le fonti d’ispirazione di Zeppi possono additarsi in due opere, divenute ormai dei «classici» della storiografia filosofico-politica: Educazione e autorità nell’Italia moderna (Firenze 1951) di Lamberto Borghi e Cronache di filosofia italiana (Bari 1955) di Eugenio Garin. L’importanza dell’argomento è fin troppo evidente: l’idealismo è stato il «verbo» filosofico più largamente ascoltato fra gli inizi del Novecento e la seconda guerra mondiale, il nazionalfascismo non soltanto ha dominato e caratterizzato il medesimo tratto di tempo ma occupa un posto non marginale nell’Italia postfascista.
Quali i rapporti fra idealismo e nazionalfascismo? Quali le responsabilità del primo nei confronti della nascita e del successo del secondo? A queste domande il libro cerca di rispondere senza stendere veli pietosi.

 

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Gerhard Ritter – Il volto demoniaco del potere [LDB]

Oggetto dello studio di Ritter è la fondamentale polarità da lui individuata alle origini del pensiero politico moderno tra Machiavelli e Moro, ovvero tra modello continentale e insulare di Stato: Stato di potenza e Utopia. Sulla base di questo contrasto Ritter traccia una parabola della politica europea che giunge fino alla suprema degenerazione della politica di potenza, la guerra mondiale scatenata dall’hitlerismo. Ma la riflessione di Ritter travalica ampiamente una mera questione di storia del pensiero politico: egli si interroga infatti su quel rapporto tra politica e morale che “tormenta l’umanità da secoli”, sull’aspetto “demoniaco” del potere che non può non porsi l’obiettivo del successo ma è sempre a rischio di degradarsi.

 

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Robert Payne – Vita e morte di Adolf Hitler [LDB]

Payne dipana i fili intricati della vita pubblica e privata di Hitler per rivelare il vero volto di un individuo dotato di immenso e sinistro magnetismo, che colpì decine di milioni di uomini, facendone dei seguaci del nascente partito nazista. Nonostante il fallito putsch di Monaco, Hitler trascorse i mesi di prigionia scrivendo il Mein Kampf, che aumentò il suo seguito. Giunto al comando indiscusso del Partito, promise ogni cosa ai suoi sostenitori, per poi eliminarli a sangue freddo prima che potessero reclamare una fetta del potere, ormai sua unica fonte vitale. Divenuto Cancelliere, snaturò e distrusse pezzo per pezzo i poteri dello Stato per soddisfare le sue manie ossessive, riarmando la Germania, massacrando i suoi nemici (reali o immaginari), ricattando uno a uno i leader europei e facendo infine precipitare il mondo nel caos della Seconda guerra mondiale.

 

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Leon Poliakov – Il nazismo e lo sterminio degli ebrei [LDB]

Quest’opera, divenuta ormai un classico, affronta le pagine più buie della storia recente: sulla base di una vastissima documentazione Léon Poliakov ha ricostruito le fasi della persecuzione antisemita, dall’avvento al potere del nazismo alla fine del 1945, mettendo in risalto come lo sterminio degli Ebrei rientrasse nel più vasto piano d’eliminazione di altri popoli e illustrando, oltre agli episodi della resistenza ebraica, le reazioni popolari nei vari paesi europei, l’atteggiamento degli uomini di governo e delle chiese cristiane. Poliakov esamina i fini perseguiti dai capi nazisti attraverso la loro mostruosa «operazione», i modi con cui scientificamente organizzarono la «soluzione finale» della questione ebraica, l’apparato burocratico di cui si servirono per raccogliere e far scomparire milioni di vittime.
Tale esame dimostra come la responsabilità di questi crimini ricada non solo sugli esecutori specializzati, le SS, ma anche, sia pure indirettamente, sull’esercito tedesco, sulle classi dirigenti, su gran parte della popolazione. E tuttavia lo spirito serenamente equo dell’autore, la sua sobrietà d’intonazione, il suo costante impegno critico consentono al lettore di approfondire un argomento che non cessa di inquietare le coscienze dei contemporanei.

 

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