Jean Delumeau – Il peccato e la paura. L’idea di colpa in Occidente dal XIII al XVIII secolo [LDB]

Oggetto del libro è la vistosa ipercolpevolizzazione che prese piede nella sensibilità diffusa dopo il Medievo; Delumeau ne scorge l’origine negli ideali ascetici, nel comptemptus mundi, nel tetro senso del peccato e della fragilità umana che dall’ambiente monastico medievale si allargano nella società ben oltre la sfera religiosa grazie a quella che l’autore definisce una “pastorale della paura”, ossia una pervasiva pedagogia attuata dalle prediche, dai libri di edificazione, dall’iconografia macabra; una pedagogia del resto parallela a una terrificante serie di calamità e orrori bellici che punteggiarono e atterrirono quei secoli e dovettero apparire altrettante punizioni in cerca di una colpa.

 

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Ermanno Rea – Napoli ferrovia [LDB]

Caracas ha cinquantacinque anni, è nato in Venezuela ed è il re della zona della stazione. Ha il cranio rasato e le idee razziste di un naziskin, si sta convertendo all’Islam, detesta i ricchi, gli americani e i comunisti, ma appena può aiuta gli sconfitti, i senzaniente. L’io narrante è un giornalista quasi ottantenne, tornato a Napoli dopo moltissimi anni. Conosce Caracas, insieme al quale percorre il cuore più inospitale della città. I loro giri notturni sono un viaggio a ritroso nel tempo − gli anni Quaranta e Cinquanta, ma anche l’epoca dei nonni e bisnonni − e l’occasione per raccontarsi. Caracas rivive la sua disperata storia d’amore con Rosa La Rosa, irreparabilmente inquinata dall’eroina. Il narratore ripensa all’epoca in cui grandi giornalisti e scrittori avevano tentato di salvare l’anima di Napoli. Finché una rivelazione li separa per sempre.

 

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Amelia Rosselli – Appunti sparsi e persi (1966-1977) [LDB]

Le poesie qui raccolte hanno una storia particolare: dopo averle in gran parte scritte di getto, Amelia Rosselli fu a lungo incerta nel considerarle e solo più tardi scoprì “la qualità incerta essere soltanto più semplice”. E, ammettendo che “l’autore corre dietro l’impossibile e non sempre il pubblico corre svelto”, ed anzi “in letture pubbliche al pubblico stesso sembravano più avvicinabili”, decise di pubblicarle. Insieme, nello stesso libro, riunì gli appunti: due o tre versi salvati, “lampi che rappresentano l’ispirazione del poema buttato salvo per quel brano, quel distico, o quella eleganza verbale o formale”. In tutti questi versi che non hanno un preciso nucleo tematico, sorprende la leggerezza quasi di vento, e nonostante l’opinione iniziale dell’autrice, l’assenza totale dell’ovvio, anzi la scelta di una musicalità che non solo prevale sul senso ma in alcuni casi tende a stravolgerlo.

 

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Jacques Derrida – Pensare al non vedere. Scritti sulle arti del visibile (1979-2004)

Delle arti – di ciò si tratta in questo libro. Delle arti, appunto, al plurale. O anche della problematicità di un singolare – l’«arte» –, che si rifrange ogni volta in una molteplicità lontanissima dall’essere omogenea. Jacques Derrida non si è mai sottratto alla sottile quanto inevitabile ingiunzione che le «arti del visibile», ossia il disegno, la pittura e la fotografia, ma anche il cinema, la videoarte e il teatro, suscitano per il solo fatto di esistere. Ed è vero – come il lettore potrà constatare – che la decostruzione trova nelle arti un’occasione assai feconda di esplicitare, mettere alla prova e sperimentare la portata dei suoi concetti. Per quanto concerne il visibile, infatti, si tratta sempre, anche se in modalità differenti nelle arti e rispetto alla scrittura, della traccia, del tratto, di spettri, e dunque di un «vedere senza vedere niente». Derrida non avrà pensato che a questo non vedere, come rivelano i testi qui raccolti (saggi, interventi, conferenze, interviste, scritti per cataloghi d’arte), apparsi lungo l’arco di venticinque anni di attività e pratica di scrittura, successivi alla pubblicazione di “La vérité en peinture” (1978) fino al 2004.

 

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Romano Màdera, Luigi Vero Tarca – La filosofia come stile di vita. Introduzione alle pratiche filosofiche [LDB]

Quando si pensa alla filosofia nell’opinione comune, ma anche tra gli stessi filosofi, la si intende quasi sempre come un discorso che esamina altri discorsi, scientifici o etici, per saggiarne l’attendibilità. Ma la filosofia è stata, fin dalle sue origini, ricerca di saggezza che nasceva da un certo modo di vivere e si trasmetteva attraverso esercizi spirituali, un aspetto dei quali era l’attività propriamente teorica. Il libro illustra sia alcuni dei motivi teorici per i quali questa importante dimensione è stata a lungo trascurata, sia le ragioni che rendono oggi possibile ed entusiasmante una sua riproposizione in forme adeguate al tempo presente.

 

 

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Fritz Zorn – Marte [LDB]

Alcuni libri sembrano meteoriti caduti da chissà dove, schiantati al suolo in tanti frammenti di abisso. Marte, l’autobiografia scritta da Fritz Zorn pochi mesi prima di morire di linfoma maligno a Zurigo nel 1976, è uno di questi libri. L’autore sceglie di porsi direttamente sulla scena – e lo fa in modo così lucido e inesorabile da far pensare a una promessa di congedo: «Sono giovane, ricco e colto; e sono infelice, nevrotico e solo. Provengo da una delle migliori famiglie della riva destra del lago di Zurigo, chiamata anche la Costa d’oro». C’è qualcosa di disperato e di pacificante in queste pagine: la memoria, la congiura della vita contro la vita, la malattia, il tempo perduto, la dura pena di un uomo che ha sentito di soffocare sotto il cielo in cui era nato.

 

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Gabrielle Blair – Eiaculate responsabilmente. 28 buone ragioni [LDB]

Le donne sono fertili per 24 ore al mese, dalla pubertà fino alla menopausa. Gli uomini sono fertili per 24 ore al giorno, tutti i giorni della loro vita. La fertilità delle donne è in gran parte imprevedibile. L’ovulazione è involontaria, al contrario dell’eiaculazione. La vita di uno spermatozoo può durare fino a cinque giorni. Per una donna il controllo delle nascite è una pratica scomoda e complicata. Per un uomo il controllo delle nascite è una pratica comoda e facile. Però ci aspettiamo che a occuparsi della contraccezione siano sempre e solo le donne. La nostra società non è affatto estranea all’idea che il piacere maschile sia lo scopo principale dei rapporti sessuali. Una donna può rimanere incinta senza provare piacere. Tutte le gravidanze non volute sono causate dagli uomini. Dalle donne ci aspettiamo che siano responsabili sia del proprio corpo, sia di quello degli uomini. Considerare gli uomini responsabili delle proprie azioni non significa considerare le donne come vittime. La disparità di potere tra gli uomini e le donne è reale e può trasformarsi velocemente in violenza. La gravidanza non dovrebbe essere una punizione. Non ci sono conseguenze per gli uomini che eiaculano irresponsabilmente. C’è una soluzione. Gli uomini possono esercitare un controllo maggiore del proprio corpo. Gli uomini si devono assumere la responsabilità della gravidanza, della contraccezione e dell’aborto. Gravidanza. Genitorialità. Contraccezione. Nascite non volute. Aborto. Non sono problemi femminili. Uomini, eiaculate responsabilmente. Questo libro è per chi fa sesso, per chi vuole cominciare a farlo, per chi sta crescendo qualcuno che lo farà in futuro.

 

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Hervé Guibert – All’amico che non mi ha salvato la vita [LDB]

Quando Hervé Guibert pubblica All’amico che non mi ha salvato la vita, nel 1990, è ormai divorato dall’AIDS, un male ancora mitologico, esotico, considerato alla stregua di una «roba che viene dall’Africa, malattia da stregoni, da ipnotizzatori». Il virus ha messo il giovane scrittore di fronte a un bivio: scrivere il romanzo infinito e consegnare il suo dolore alla letteratura francese, oppure ingerire due boccette di digitalina, abbandonandosi ad una morte “dolce” al costo di soli dieci franchi. Se Michel Foucault, l’amico e amante di una vita, qui ritratto nell’alter ego Muzil, aveva scelto la via del silenzio, allontanandosi dai riflettori già qualche anno prima della morte, Hervé sceglie la via della testimonianza, che inevitabilmente è anche quella dello scandalo, e si cimenta nella stesura del suo ultimo e più grande romanzo. Un diario intimo che spalanca le finestre sull’abisso della malattia, violando tutti i limiti del dicibile. Con uno stile iperrealista, confinante con la diagnosi, Guibert descrive il lento ma inarrestabile progredire dell’AIDS, il disfarsi del suo volto angelico, dei suoi riccioli biondi e di quello sguardo magnetico che avevano incantato i salotti parigini, a cui segue il dissolversi di amori e amicizie, di promesse e di buone intenzioni degli amici più stretti. In questa solitudine Guibert scopre i tanti volti dell’AIDS, qualcosa di più di una semplice malattia, «uno stato di debolezza e di abbandono che apre la gabbia alla belva che risiede in noi». E allora ecco la rivelazione, il ritorno a una condizione primitiva, animalesca, l’estensione della lotta contro una malattia che assedia, ripiega, colonizza le zone di un corpo ridotto a campo di battaglia. Infine la malattia nelle sue veste di esperienza profonda e singolare, poiché dando il tempo di morire, «dava alla morte il tempo di vivere, il tempo di scoprire il tempo e di scoprire infine la vita», e quindi la malattia come occasione, l’ultima, per catturare un bagliore di verità nell’esistenza, come possibilità di eternarsi nella scrittura, esponendo il proprio cadavere sin dalle prime pagine.

 

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Adam Smith – La teoria dei sentimenti morali [LDB]

La teoria dei sentimenti morali di Adam Smith è un testo capitale per la storia della cultura. In quest’opera Smith non si limita a discutere alcune delle teorie più importanti dell’età moderna come quelle sull’immaginazione o sulla simpatia, già discusse da David Hume nel suo Trattato sulla natura umana. Egli elabora una concezione della morale inedita nel panorama filosofico, dove la relazione tra origine del giudizio morale, sviluppo del sé e condotta sociale diviene centrale per comprendere sia i termini in cui si concepiva il soggetto umano all’inizio della modernità, sia i termini del problema della relazione tra pensiero morale e teoria economico-politica della società. Il presente volume offre una nuova edizione del testo corredata da una traduzione condotta sull’edizione critica della Glasgow Edition, da un apparato critico di note, da una bibliografia aggiornata e da una nuova introduzione ragionata.

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Vitaliano Trevisan – Trilogia di Thomas: Un mondo meraviglioso-I quindicimila passi-Il ponte [LDB]

Thomas, una delle figure più coerenti e riuscite che la letteratura italiana abbia offerto negli ultimi decenni: in un unico volume i primi tre «non romanzi» di un autore di culto che raccontano lo sbriciolamento di un Paese senza morale, senza bellezza, senza più tradizione. Scritte come un’improvvisazione jazzistica, le prime tre opere di Trevisan sono l’elaborazione letteraria dell’incessante ruminare di pensieri, ricordi, immagini che affollano la mente di Thomas. A caratterizzarle è la scrittura: uno standard che prende, via via, la forma del soliloquio, in un intreccio serrato tra processo mentale e linguistico. Così, in “Un mondo meraviglioso”, il moto senza pace di Thomas, nei dintorni di Vicenza, apre squarci su una provincia italiana ormai putrescente, mentre ricordi dolci/amari lo conducono a un padre dall’insopportabile filosofia di vita. “I quindicimila passi” sono invece la distanza che Thomas conta, con una precisione metodica, da casa alla questura, da casa al tabaccaio, da casa allo studio del notaio Strazzabosco: gesti esatti, netti, che rincorrono il vano tentativo di attenuare il senso di vuoto e di morte che lo opprime. Infine “Il ponte”, ultimo atto, alfa e omega, inizio e fine dei conti con un passato ancora troppo presente. Thomas ha visto, sognato, immaginato ciò che non c’è o non c’è più, attraverso un racconto del mondo, il suo, che rende organica l’esistenza, così come la scrittura di Trevisan ha strutturato il mondo, il nostro, in uno scenario mitico e tragico in grado di portare più avanti e più a fondo la riflessione sull’umano destino. Postfazione di Emanuele Trevi.

 

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