A Stoccolma Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un’Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxà, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II. Storie che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a “un’immensa lastra di marmo bianco”, dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia; il console d’Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca. Storie che trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale si vedrà l’Europa ridotta a un mucchio di rottami.
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Curzio Malaparte – Storia di domani
Curzio Malaparte – Tecnica del colpo di Stato [Epub – Mobi]
Uscito in Francia nel 1931, proibito – rivela l’Introduzione – in tutti quegli Stati dove «le libertà pubbliche e private erano soffocate, o soppresse», violentemente attaccato da Trockij, bruciato per volontà di Hitler «sulla pubblica piazza di Lipsia, per mano del boia, secondo il rito nazista», e responsabile delle «meschine persecuzioni» cui il suo autore fu a lungo sottoposto «per ordine personale di Mussolini», Tecnica del colpo di Stato – spietata dissezione delle varie tipologie di golpe e delle loro costanti – rappresentò di fatto il primo, clamoroso successo internazionale di Malaparte. E ancor oggi mantiene intatto il suo potere: per l’attualità della sua analisi di ingegneria politica come per lo stile, insieme icastico e concitato, geometrico e visionario, dove Malaparte sembra assumere le cadenze di un allievo di Tacito. Stile che tocca il vertice nella ricostruzione dei colpi di Stato dei primi decenni del secolo scorso, e soprattutto nelle pagine dedicate alla imminente rivoluzione a Pietrogrado, con le «dense nuvole nere» che sorgono «sulle officine di Putilow», mentre «una nebbia rossastra» grava «sulle innumerevoli ciminiere del sobborgo di Wiborg» dove Lenin si cela. E spiccano, ritratti con rara e ammirevole vividezza, i volti e le psicologie degli autocrati a capo dei vari totalitarismi, che negli anni Trenta avrebbero raggiunto l’acme: Stalin, «barbaro» dall’intelligenza «tutta fisica, istintiva», e dunque sgombra da pregiudizi d’ordine culturale o morale; Mussolini, antitesi di quegli antichi romani o condottieri rinascimentali cui viene assimilato dalle apologie dei Plutarchi ufficiali; e infine Hitler, mosso da una gelosia di cui si stupiscono solo «coloro che non conoscono la natura particolare dei dittatori, la loro psicologia violenta e timida».
Curzio Malaparte – Maledetti toscani [Epub – Mobi]
Pubblicato nel 1956, Maledetti toscani raccoglie in 18 capitoli articoli scritti circa trent’anni prima per “La Stampa” di Torino. Tenendo conto delle caratteristiche della sua formazione, questo volume richiede di essere letto come l’ultimo contributo espresso dalla cultura “strapaesana” che si rivonosceva nel “Selvaggio”.
Curzio Malaparte – Fughe in prigione [Epub – Mobi]
Pubblicate in varie edizioni, nel 1936, nel 1943 e, infine, nel 1954 (quella qui riproposta), queste “Fughe in prigione” sono state scritte durante i periodi trascorsi da Malaparte nel carcere romano di Regina Coeli e al confino di Lipari, dove venne inviato per i suoi atteggiamenti liberi, provocatori, non allineati al regime fascista, che anzi attaccò violentemente. A queste pagine del tempo di prigionia Malaparte volle aggiungere alcuni testi scritti in Francia e in Inghilterra poco prima dell’arresto. Si tratta di memorie, riflessioni di carattere culturale, studi letterari nei quali l’autore sembra cercare un rifugio e una via di fuga per lo spirito.