Michail Zoscenko – Le api e gli uomini

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Zoščenko contende alla coppia Ilf e Petrov il titolo di maggiore scrittore satirico dell’epoca sovietica. Cominciò subito dopo la rivoluzione una brillante carriera letteraria che doveva proseguire per quasi quarant’anni. Il suo nome è spesso legato al duro attacco cui egli, insieme alla poetessa Anna Achmatova, fu sottoposto nel 1946 da Ždanov. Ma questo attacco, legato al ritorno alla «normalità» staliniana dopo la parentesi «liberale» della guerra, nulla ha potuto togliere alla limpidezza della sua fama e alla acuta causticità della sua prosa. Come risulta evidente da questa scelta di racconti, in cui si esplicitano tutta la verve e l’animus dello scrittore, l’opera di Zoščenko resta, nella sua semplicità e nella sua profondità, uno degli esempi più notevoli di una vena satirica presente nella letteratura russa dai tempi di Gogol. E della tradizione letteraria russa, da Gogol a Leskov a Cechov, egli fu indicato dalla critica come un continuatore. In più, l’accostamento iniziale a Nietzsche, al futurismo, a Majakovskij, a Blok e la lucida consapevolezza del grande rivolgimento che il mondo aveva cominciato a vivere, tutto questo inserisce Zoščenko in una problematica letteraria e politica che non è solo russa, ma europea e mondiale.