Robert Castel, Claudine Haroche – Proprietà privata, proprietà sociale, proprietà di sé. Discussioni sulla costruzione dell’individuo moderno [LDB]

Agli inizi della modernità, la separazione della proprietà dal lavoro contrappone due modi di essere individuo: l’individuo proprietario che, come dice Locke, è anche «proprietario di sé» e la «classe non proprietaria», condannata al disprezzo attribuito a coloro che, poiché non hanno niente, non sono niente. L’abate Sieyès, principale ispiratore della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, vede ancora i lavoratori come «una folla immensa di strumenti bipedi, senza libertà, senza moralità, senza facoltà intellettuali, dotati solo di mani che guadagnano poco e di una mente gravata da mille preoccupazioni».
Questo volume si interroga sulla natura e sulle trasformazioni dei supporti necessari per esistere ed essere riconosciuti come individui, per accedere cioè alla proprietà di sé. In mancanza di proprietà privata, la proprietà sociale ha rappresentato un’innovazione decisiva che ha permesso la riabilitazione dei non-proprietari, assicurando sicurezza e riconoscimento a partire dal lavoro. Oggi il vacillare delle protezioni sociali fa emergere il profilo inedito di un individuo per difetto che, sganciato dalle regolazioni della società salariale che gli consentivano di essere se stesso attraverso la partecipazione a risorse comuni, sembra destinato a indossare la propria individualità come un peso.

 

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Anthony Giddens – La trasformazione dell’intimità [LDB]

«Al momento attuale si è aperto un abisso sentimentale fra i sessi, e non siamo in grado di dire con certezza fino a che punto potrà essere colmato» Anthony Giddens A che punto è la rivoluzione sessuale? Quella che sembra delinearsi nelle società moderne è la possibilità di una «relazione pura», basata sulla parità sessuale, sentimentale ed emozionale. Una ristrutturazione in chiave democratica della sfera intima in cui risulta centrale ciò che Giddens definisce «sessualità duttile», vale a dire eccentrica, libera dai vincoli della riproduzione, dalla fallocrazia, dagli stereotipi di genere, fondata sull’autonomia della persona e non necessariamente orientata alla monogamia e alla stabilità.

 

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Gerard Russell – Regni dimenticati. Viaggio nelle religioni minacciate del Medio Oriente [LDB]

Mentre abbiamo negli occhi le immagini dello sterminio dei cristiani assiri, o della distruzione dei templi di Palmira, Russell ci racconta di un altro Medio Oriente, una terra di straordinaria diversità religiosa e di scambi fecondi tra culture, e di un altro islam, una civiltà che in passato ha saputo esprimere grande tolleranza verso i culti religiosi pagani – assai più dell’Europa cristiana. Russell ci introduce infatti a fedi orgogliose e millenarie – progressivamente stritolate dai blocchi contrapposti delle «grandi religioni mondiali» –, a fedi esotiche e talvolta esoteriche le cui radici affondano nella remota antichità mesopotamica della regione e le cui storie si intrecciano con l’Egitto dei faraoni e con il tempio di Gerusalemme, con i magi persiani e con le falangi macedoni. E ci porta a scoprire l’adorazione dei pavoni e il culto dei filosofi greci, la fede nella reincarnazione e la credenza negli influssi planetari, pratiche stregonesche e attese messianiche.\ Ma dei gruppi religiosi qui descritti – yazidi e mandei, drusi e zoroastriani, copti e samaritani e altri ancora – non si parla solo al passato: cacciati dalle proprie case, in fuga da guerre e persecuzioni, nei paesi ospitanti si trovano ad affrontare sfide e ostacoli inediti per salvare dall’oblio le tradizioni ancestrali di cui sono gli ultimi eredi.

 

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William James – Saggi sull’empirismo radicale. Nuova ediz. [LDB]

I Saggi sull’empirismo radicale rappresentano la fase più matura e originale della riflessione filosofica di William James. I testi che compongono questa raccolta, apparsa postuma nel 1912, furono originariamente pubblicati su riviste fra il 1904 e il 1905. Riuniti due anni dopo la morte di James, essi costituiscono l’entrata privilegiata alla sua filosofia dell’esperienza, un luogo classico in cui pensatori di ieri e di oggi si confrontano con i problemi sollevati dal filosofo e psicologo statunitense. Questi saggi hanno avuto un’influenza duratura; possiamo ritrovarne un segno nella riflessione di coloro che con essi si sono misurati: Bergson, Whitehead e Russell, ma anche Deleuze e Putnam. Lo stile di James è chiaro e tagliente e il suo procedere argomentativo è accompagnato dal rigore che contraddistingue il suo pensiero.

 

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Italo Calvino, Leonardo Sciascia – L’illuminismo mio e tuo. Carteggio 1953-1985

Il 19 maggio 1953 Leonardo Sciascia scrive a Italo Calvino, funzionario dell’Einaudi, chiedendo un libro da recensire. E lo invita a collaborare alla rivista «Galleria». E l’inizio di un fitto scambio epistolare tra i due che continuerà fino alla morte di Calvino, e che è stato integralmente ricostruito in queste pagine: 145 tra lettere, biglietti, cartoline, telegrammi. Il carteggio restituisce il loro rapporto di stima e amicizia: l’incontro, il reciproco scoprirsi e intendersi, la pubblicazione di molte delle loro opere, il parziale allontanamento degli anni Settanta; sullo sfondo, quell’Italia democristiana della guerra fredda, tra il boom e il terrorismo, che Calvino e Sciascia seppero interpretare, pur in modi così diversi, come pochi altri. I due scrittori appaiono infatti legati da profonde affinità intellettuali e biografiche – l’età, la formazione culturale, la vocazione razionale e “illuminista”, l’impegno politico e civile, l’idea, soprattutto, che la letteratura sia qualcosa di fondamentale -, ma anche divisi da esperienze differenti: le loro sono storie diverse, che per un lungo tratto si sono intrecciate, illuminandosi a vicenda. E le missive qui raccolte, completate da scritti critici reciproci, danno conto proprio di questo intreccio: un dialogo quanto mai fecondo che, tra discussioni su premi letterari, immagini di copertina, libri vecchi e nuovi, costituisce uno dei carteggi più significativi del Novecento letterario italiano.

 

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Gino Tellini – Il romanzo italiano dell’Ottocento e Novecento [LDB]

Un volume che considera non solo ciò che è avvenuto e come è avvenuto, ma si interroga anche sui perché, presentando una planimetria dinamica delle direzioni, analizzando le tendenze, le svolte, i ripensamenti che hanno movimentato duecento anni di narrativa. Il giusto tributo agli autori e alle opere che contano, non sacrifica l’attenzione per i centri geografici, i dibattiti teorici, le riviste, i recensori, gli editori, le traduzioni, i prodotti popolari e di consumo, i lettori. Il taglio è storico e cronologico, con chiaro risalto a particolari tipologie tecniche, formali, tematiche, ideologiche.

 

 

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Helmuth Plessner – L’uomo: una questione aperta [LDB]

Helmut Plessner, filosofo e sociologo tedesco, è stato uno dei fondatori dell’antropologia filosofica contemporanea. Nei brevi saggi proposti in questo volumetto egli si interroga sui compiti, i temi e i limiti dell’Antropologia Filosofica, tirando di volta in volta bilanci provvisori di un percorso mai concluso e riconfermando l’imperscrutabilità del suo oggetto: l’uomo.

 

 

 

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Giuseppe Vacca – Il marxismo e gli intellettuali [LDB]

Il rapporto tra il marxismo e gli intellettuali è stato, fin dal suo sorgere, problematico e complesso, sia da un punto di vista teorico (come si collega il marxismo con gli altri ambiti di pensiero?) sia da un punto di vista pratico: come si inseriscono gli intellettuali nel movimento operaio e, più in particolare, nell’azione politica dei gruppi che ad esso si richiamano?
Il saggio di Vacca individua le risposte che, dalla fine dell’ottocento in poi, sono state date a questi interrogativi. Ne emergono due linee, che si confrontano e che in qualche modo si oppongono: la prima muove da Kautsky e arriva a Lukács, la seconda da Labriola a Gramsci. Se la prima, storicamente, si è imposta, è la seconda che sollecita le riflessioni più attuali. E, in questa direzione, la lettura che Vacca propone per i testi dei pensatori italiani è ricca di nuovi suggerimenti, su cui il dibattito può essere ampio.

 

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Dante Della Terza – Da Vienna a Baltimora. La diaspora degli intellettuali europei negli Stati Uniti d’America [LDB]

Negli anni del fascismo, del nazismo e della guerra, gli Stati Uniti rappresentarono per molti intellettuali europei, soprattutto tedeschi e italiani, un rifugio, un ambiente dove continuare a lavorare, a pensare, a scrivere. Ciò non avvenne senza reciproche influenze, fino a creare uno spazio culturale originale dove sistematicamente si confrontavano la tradizione europea e gli stimoli della vita civile e del “libero pensiero” americano. In questo libro Dante Della Terza racconta e commenta le esperienze di alcune personalità che hanno vissuto questa straordinaria vicenda: filologi e letterati come Spitzer e Auerbach, scrittori come Pasinetti, grandi maestri come Panofsky, Poggioli e altri ancora.

 

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Andrew Roberts – Churchill. La biografia [LDB]

Si racconta che nel 1899 un giovane Winston Churchill, corrispondente del “Morning Post” durante la seconda guerra boera, abbia incoraggiato un uomo appena ferito di striscio al grido di: «Nervi saldi, ragazzo. Nessuno viene colpito due volte lo stesso giorno». È solo uno degli infiniti aneddoti sul suo conto, ma mette in luce lo strano mix di ironia e cinismo, decisione e combattività che lo portò a essere uno degli uomini più importanti del Novecento. Sono talmente celebri le sue battute, la sua risolutezza, il suo acume, da far venire il dubbio che in qualche modo Churchill abbia sfruttato le sue doti narrative per costruire in vita un monumento a se stesso: è pur sempre l’unico statista ad aver vinto un premio Nobel per la letteratura. Ma è stato davvero l’uomo del destino, che l’Occidente liberale ha contrapposto ai più bui totalitarismi? Reduce dal monumentale e acclamato Napoleone il Grande, lo storico Andrew Roberts accetta questa nuova sfida e attinge a una sterminata documentazione (fra cui i diari privati di re Giorgio vi, usati per la prima volta) per redigere anche di Churchill la biografia definitiva. Ne rievoca l’infanzia all’interno dell’aristocrazia inglese, fino all’apprendistato militare in India, segue poi i primi incarichi politici e i compiti assegnatigli durante la prima guerra mondiale. Qui Churchill impara a risollevarsi dalle sconfitte, facendo tesoro dei suoi stessi errori: come stratega militare fallisce la campagna di Gallipoli, così che all’indomani del conflitto mondiale si trova progressivamente estraniato dal cuore della politica inglese. Eppure, con l’acume e la verve del polemista, è fra i primi a scorgere il pericolo dei totalitarismi. Così, quando il Regno Unito chiama, è pronto al rispondere: torna alla ribalta durante la seconda guerra mondiale, dimostrando di saper trattare alla pari con Unione Sovietica e Stati Uniti, e nell’ora più buia diviene la voce della nazione, l’uomo risoluto ma fiducioso nel futuro della democrazia attorno a cui si stringe un intero popolo e forse l’intero continente. Lontano dall’agiografia ma non immune al fascino del personaggio, Churchill, la biografia restituisce tutte le luci dell’intelligenza e le ombre del carattere (tra sospetti di alcolismo, cronica umoralità e crolli depressivi) di un uomo che non fu un predestinato, ma un fabbro del proprio, e del nostro, destino.

 

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