Vladimir V. Majakovskij – Poesie

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Se c’è qualcuno che ha attraversato la scena della poesia degli inizi del Novecento con la prepotenza e la vulnerabilità di una meteora, questi è sicuramente Vladimir Majakovskij, nato nel 1893, morto suicida nel 1930. Condusse una vita breve, irrequieta e vorace. Fisicamente imponente, quasi un divo di quel cinema che cominciava a diffondersi proprio allora, Majakovskij diventa famoso come il più grande cantore del partito e della intellighentsija rivoluzionaria sovietica, celebrando l’industrializzazione, le macchine e il futuro. Nei suoi componimenti la dimensione privata si unisce all’esperienza politica. In ogni suo verso esplode una vitalità straordinaria e una capacità di sguardo sul mondo che dalla dimensione politica evolve verso la grande visionarietà.

Vladimir V. Majakovskij – L’amore è il cuore di tutte le cose

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Il rapporto che legò per quindici anni Vladimir Majakovskij a Lili Brik e al marito di questa, Osip, è forse il più spregiudicato e radicale «tentativo amoroso» mai compiuto da un poeta, o, più semplicemente, da un uomo. Majakovskij conobbe Lili il 7 maggio 1915 e non tardò a innamorarsene; ma Lili, una donna di grande fascino e carattere, sorella di quell’Elsa Triolet alla quale un altro poeta, il francese Louis Aragon, avrebbe dedicato un’inesauribile passione e i più toccanti tra i suoi versi, era sposata a un altro.
Dalle circostanze avrebbe potuto nascere un banale triangolo amoroso o un borghese ménage a trois , ne nacque invece una vicenda di inedita, struggente intensità e purezza. Lili, pur ricambiando l’amore del poeta, non ingannò né abbandonò il marito; lei e Majakovskij lo coinvolsero nel fervore, intellettuale oltre che sentimentale, della loro passione. E Osip, da giurista e commerciante che era, divenne critico ed editore del rivale, e uno dei più brillanti animatori della vita letteraria russa nell’epoca d’oro dell’avanguardia futurista e formalista.
Offuscata subito da incredulità e maldicenze, colpita, dopo il suicidio del poeta, dalla mistificante censura dell’ufficialità sovietica, questa storia rivive finalmente in tutta la sua complessa, drammatica, gioiosa verità nella fittissima corrispondenza (centinaia di lettere, biglietti, cartoline, telegrammi) che Majakovskij e Lili si scambiarono dal 1915 al 1930 con ininterrotta tenerezza: una tenerezza capace di superare e inglobare separazioni e crisi, disagi e amarezze, il bisogno di altri amori e la fatalità di altri incontri.
Raccolta per la prima volta nel 1982 da Bengt Jangfeldt, e arricchita in questa edizione da un’introduzione che si sofferma anche sulla natura dei rapporti tra i Brik e la CEKA all’inizio degli anni Venti e sulla vicenda della figlia «americana» di Majakovskij , questa straordinaria documentazione non costituisce soltanto un romanzo di grande valore umano e psicologico, è anche uno strumento indispensabile per penetrare nella personalità di uno dei più grandi poeti del secolo scorso e per ricostruire la quotidianità di un periodo storico che ha mutato il destino del mondo.

Vladimir V. Majakovskij – Cinema e cinema

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Ripensare oggi alla figura di Vladimir Vladimirovic Majakovskij significa tornare indietro con la memoria alla stagione delle avanguardie artistiche del novecento, a quell’epoca di rottura di cui il poeta è stato non solo cantore ma anche vittima. Nel centenario della nascita, il ritratto inedito di Majakovskij critico cinematografico e sceneggiatore che lotta contro il potere perché il cinema si affermi come l’arte del ventesimo secolo.