Kim Il Sung – L’idea del djoutché

L’ideologia del Djoutché si basa sul principio filosofico secondo il quale l’uomo è signore di tutto e di tutto decide. Spiegando in modo scientifico la posizione e il ruolo che all’uomo spettano nel mondo, l’ideologia del Djoutché fornisce la più esatta concezione della natura e della società e, insieme, un’arma potente per far conoscere e per trasformare il mondo. Illumina la via logica dello sviluppo sociale, incoraggia e sprona con forza le masse popolari lavoratrici alla lotta rivoluzionaria per una vita indipendente e creativa.  Kim Il Sung

Giuseppe Boffa – L’ ultima illusione. L’Occidente e la vittoria sul comunismo

Siamo sicuri che il crollo del comuniSmo nell’Est europeo e il trionfo del mercato in tutte le sue forme ci abbiano dischiuso un mondo migliore? In un libro controcorrente, costruito su una serrata analisi storico-politica, Giuseppe Boffa smonta “l’ultima illusione” del nostro secolo.

Aurelio Lepre – Che c’entra Marx con Pol Pot?

Perché il sogno liberatorio di Marx si è trasformato nell’incubo in Cambogia? Che rapporto c’è tra il comunismo come si è effettivamente realizzato nel XX secolo e le idee del suo massimo teorico? Con passione polemica e con le armi della ricerca storica, Aurelio Lepre ribalta molti consolidati luoghi comuni.

Giuseppe Boffa – Memorie dal comunismo

Giuseppe Boffa nel 1953 è il primo giornalista italiano a partire come corrispondente per la Mosca del dopoguerra. Da allora, la capitale sovietica è rimasta per quarant’anni il suo osservatorio privilegiato, da cui ha raccontato la Russia comunista ai lettori italiani. Lì ha frequentato l’intelligencija e la bohème russa, gli intellettuali e gli scienziati italiani riparati in URSS, ed è man mano diventato il tessitore dei rapporti tra il PCI e l’Unione Sovietica, conquistandosi l’amicizia dei protagonisti di mezzo secolo della nostra storia. Nei quarant’anni tra Roma e Mosca di Giuseppe Boffa si ritrova un pezzo di storia che riguarda tutti.

Massimo Salvadori – L’utopia caduta. Storia del pensiero comunista da Lenin a Gorbaciov

Il comunismo internazionale ha rappresentato una delle massime forze storiche del nostro secolo, che ha dominato a partire dalla rivoluzione di Ottobre del ’17. E proprio nel periodo del suo collasso, è necessario cercare di comprendere le ragioni che ne hanno determinato il sorgere, la straordinaria ascesa e la lunga fortuna in interi continenti. In questo libro l’autore analizza il pensiero e l’azione dei protagonisti del comuniSmo internazionale da Lenin fino a Gorbaciov, nel contesto della storia dei partiti, dei movimenti e dei paesi che hanno fatto da scena alle vicende della grande utopia che è caduta. Si è trattato di un cammino percorso insieme da «eroi» hegeliani e da individui oscuri, da martiri e da aguzzini, da idealisti e da cinici, da élites e da masse anonime, da persone animate da uno sconfinato disinteresse e da calcolatori senza princìpi. In molti casi le qualità «positive» e quelle «negative» si sono intrecciate negli stessi gruppi e individui. Ma il risultato storico incontrovertibile della «scalata al cielo» tentata dai comunisti, animati dalla fede nel valore demiurgico della violenza rivoluzionaria guidata dalla scienza infallibile di Marx, è un fallimento oggettivo che dominerà a lungo il nostro futuro. Della vicenda storica che ha portato a tale fallimento questo libro è una proposta di interpretazione. Nel tentativo di capire come il comunismo, dopo aver suscitato le ardite speranze in una più grande giustizia e in una più ampia democrazia, ottenendo il consenso di tanti, abbia potuto prima dar vita ad un sistema di potere monolitico e poi disintegrarsi come il gigante dai piedi di argilla nella pressocché universale esecrazione.

(a cura di) Michel Dreyfus & altri – Il secolo dei comunismi

Parlando del totalitarismo, si è soliti porre l’accento su ciò che accomuna stalinismo e nazismo: partito unico, ideologia unica, volontà di annientare la società civile, esercizio del potere con il terrore. Non si è altrettanto abituati a sottolineare ciò che differenzia il comuniSmo dai regimi fascisti e da quelli democratici: l’utopia di un potere politico effettivamente esercitato dalle classi popolari, dai gruppi più vasti della società, dai gruppi meno dotati di risorse materiali e culturali. Un’utopia, certo (e si vedrà perché), ma un’utopia agognata, parzialmente realizzata e al tempo stesso disattesa. In ogni caso un’utopia che, in forme diverse, nel XXI secolo potrebbe essere uno degli orizzonti della storia politica.” È possibile, a più di dieci anni dalla caduta del muro di Berlino, parlare di comuniSmo secondo una prospettiva che non sia più influenzata dai conflitti ideologici? Questa è la sfida proposta dagli autori di questo libro — un équipe di ventitré ricercatori appartenenti a vari paesi – nell’analizzare un fenomeno che si è declinato in forme politiche talmente diverse da non poter essere ricondotte a un’unica pratica. Il loro principale obiettivo polemico è rappresentato dal Libro nero, che riduceva il comuniSmo a un’impresa essenzialmente criminale. Il secolo dei comuniSmi al contrario, adotta un metodo improntato all’oggettività scientifica e alla varietà dei modelli di ricerca: storico, sociologico, antropologico, politologico. Un approccio “plurale”, quindi, per ripercorrere una storia estremamente complessa e ricca di contraddizioni. Dopo una parte introduttiva dedicata all’analisi critica delle correnti storiografiche che si sono misurate con il comuniSmo, il volume si addentra in un bilancio della parabola del socialismo reale, scandendola in fasi: l’affermazione del comuniSmo dal 1914 al 1944, soprattutto in Unione Sovietica; il comuniSmo come sistema (grande attenzione viene rivolta, oltre che all’Europa dell’Est, anche alla Cina, al Sudest asiatico e al mondo arabo); e infine la crisi dei comuniSmi, che ruota attorno a tre date emblematiche: il 1956, il 1968 e il 1989. Molto interessante è poi il tentativo di delineare le varie incarnazioni dell’“uomo comunista”, dal contadino all’intellettuale, dal funzionario di partito al partigiano al sindacalista. In chiusura, gli autori affrontano alcune questioni ancora aperte e scottanti, come quella del rapporto tra comuniSmo e violenza e quella della politicizzazione della classe operaia. Attingendo ampiamente a materiali d’archivio rimasti a lungo inaccessibili, Il secolo dei comuniSmi prende in considerazione diverse realtà e culture, tra cui quella italiana, ed esamina le strutture — da quelle internazionali ai partiti nazionali – attraverso cui il comuniSmo si è organizzato. Ne risulta un quadro articolato e ampio, un’analisi lucida di un fenomeno che ha segnato profondamente la storia politica del “secolo breve”.

Robert Service – Compagni. Storia globale del comunismo nel XX secolo

Questa è una storia mondiale del comunismo, da Marx a oggi, passando per la Russia bolscevica, l’Internazionale degli anni Venti e Trenta, la guerra fredda, il blocco sovietico, la rivoluzione cinese, la Cuba di Castro, la Cambogia di Pol Pot, l’Urss di Gorbacëv. «Nel XX secolo i paesi che furono toccati da una trasformazione in senso comunista coprivano un terzo della superficie del pianeta, e in quasi ogni area del mondo, se si eccettuano le calotte polari, sono esistiti partiti comunisti. La tesi che sostengo è che, nonostante tutte le diversità che contrassegnarono le varie esperienze comuniste, gli obiettivi che perseguirono e il modo con cui funzionarono mostrano una somiglianza di fondo. Il comunismo non è stato semplicemente un rivestimento da sovrapporre alle precedenti tradizioni nazionali; si è adattato a quelle tradizioni introducendo i propri imperativi e trasformando profondamente i paesi dove ha mantenuto il potere per più di qualche anno. Il comunismo ha dimostrato di avere caratteristiche tali da metastatizzare. Continuerà a vivere a lungo, anche quando l’ultimo Stato comunista sarà scomparso.»

(a cura di) Marcello Flores – Storia illustrata del comunismo

Il comunismo rappresenta una delle esperienze centrali nella storia del Novecento. Le sue radici teoriche e le prime attività organizzative risalgono al xix secolo, ma è solo con la conquista del potere in Russia da par­te dei bolscevichi che esso entra prepotentemente nella storia. A distanza di quarantanni dall’Ottobre russo, il comuniSmo controlla l’Unione Sovietica, la Cina e l’Europa centro-orientale, contrapponendo il proprio sistema politico-economico di valori e i propri progetti per la società futura, al mondo e alla cultura dell’Occidente. Eppure, tra la fine degli anni Ottanta e il 1991 questa grande esperienza storica crolla rapidamente e definiti­vamente (pur sopravvivendo, in forme rinnovate e ibride, in una regione importante come la Cina). È un ve­ro collasso, inatteso per i suoi critici più feroci come per i sostenitori, imprevisto anche dagli esperti di cose sovietiche.
Dunque a cosa si deve la crescita e affermazione del comuniSmo? Quali le cause del suo crollo improvviso? E inoltre, il comuniSmo è da ritenersi una esperienza storica unitaria, al pari della sua ideologia, o piuttosto l’involucro – solo in apparenza simile – di storie e vicende nazionali effettivamente dissimili fra loro?
Il comuniSmo è stato un moto rivoluzionario e un sistema statuale di potere; un richiamo utopico alla libera­zione degli oppressi nel mondo e un meccanismo di oppressione per chi rivendicava libertà individuali e po­litiche fondamentali; un blocco conservatore internazionale e il riferimento di lotte per l’indipendenza nazio­nale. E stato un mito, una speranza capace di mobilitare milioni di persone; una minaccia e un incubo per lar­ga parte del mondo.
Il carattere contraddittorio dell’esperienza comunista va rintracciato nella sua storia, negli eventi fondamen­tali del XX secolo che essa ha condizionato pesantemente ma dai quali è stata modificata in misura altrettan­to significativa.

Isaac Deutscher – La rivoluzione incompiuta 1917-1967

Nato nel 1907 in Polonia e morto nell’agosto 1967 a Roma, Isaac Deutscher, era destinato a una carriera religiosa dalla lunga tradizione della sua famiglia, che aveva vissuto a Cracovia sin dal 1900 fornendo molti rabbini alla comunità. Si dedicò invece allo studio della filosofia e dell’economia. Divenuto comunista a diciannove anni, nel 1932 venne espulso dal partito per aver espresso coraggiosamente critiche violente. Era già noto allora come critico letterario, economista e scrittore politico a Varsavia, dove si specializzò negli affari russi viaggiando nell’Unione Sovietica e soggiornando a lungo in Ucraina. Nell’aprile del 1939 si recò a Londra come corrispondente dei giornali polacchi, in quello stesso anno cominciò a collaborare all’« Economist ». Dal ’42 entrò a far parte delia redazione della famosa rivista, passando poi a quella dell’« Observer » come specialista di affari diplomatici, corrispondente in Europa, e adottò il « nom de piume » Peregrine. Altri giornali, compreso il « Times » e il « New York Times », richiesero più tardi la sua collaborazione. La Oxford University Press pubblicò la sua insuperata biografia di Stalin, tradotta e aggiornata dalla Longanesi & C., alla quale fece seguire più tardi i tre volumi su Trotzky (« Il profeta armato », « Il profeta disarmato », « Il profeta esiliato ») che rimarranno testi definitivi per gli storici di tutti i tempi, e che hanno certo contribuito al sorgere di certi processi di revisionismo e di certe « nuove vie al socialismo ». In questo volume che onora la collezione « Studio », Deutscher rivela con maestria eccezionale le varie contraddizioni contenute nella storia della rivoluzione russa, gli errori di una burocrazia rivoluzionaria rimasta senza base, del sacro egoismo di Stalin con tutte le sue grossolanità, e della cieca politica condotta dall’Unione Sovietica prima verso l’occidente e poi nei confronti della Cina.

Aldo Agosti – La terza Internazionale. Storia documentaria Vol. I

Questo è il primo di tre volumi di documenti dell’Internazionale comunista che gli Editori Riuniti presentano al lettore italiano nell’intento di rendere accessibile a un pubblico meno ristretto di quello dei frequentatori di biblio­teche specializzate un materiale la cui conoscenza risulta essenziale per quel ripensamento critico della propria storia in cui il movimento comunista è oggi impegnato. Insieme a questo lavoro di ricognizione e di pubblicazione delle fonti, che appare la premessa necessaria di ricerche storiografiche piti approfondite, questa raccolta ha anche l’ambizione di fornire, attra­verso le note introduttive anteposte ai singoli capitoli, una prima messa a fuoco critica della storia del Comintern.