Vladimiro Giacchè – La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea

Perché chiamiamo «democrazia» un paese dove il governo è stato eletto dal 20% degli elettori? Perché dopo ogni «riforma» stiamo peggio di prima? Come può un muro di cemento alto otto metri e lungo centinaia di chilometri diventare un «recinto difensivo»? Le torture di Abu Ghraib e Guantanamo sono «abusi», «pressioni fisiche moderate» o «tecniche di interrogatorio rafforzate»? Cosa trasforma un mercenario in «manager della sicurezza»? Perché nei telegiornali i Territori occupati diventano «Territori»? Rispondere a queste domande significa occuparsi del grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo: la menzogna. Se un tempo le verità inconfessabili del potere erano coperte dal silenzio e dal segreto, oggi la guerra contro la verità è combattuta e vinta sul terreno della parola e delle immagini. Questo libro ci spiega come funziona e a cosa serve l’odierna fabbrica del falso.

Vladimiro Giacchè – Titanic europa. La crisi che non ci hanno raccontato

Titanic Europa

«Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia!» John Belushi, The Blues Brothers «Al punto in cui siamo, le politiche adottate per risolvere la crisi dell’eurozona stanno facendo più danni di qualunque cosa possa aver causato originariamente quei problemi» W. Münchau, «Financial Times», 7 ottobre 2012 Oggi, nel momento in cui i difetti di fabbrica della costruzione europea sembrano segnarne la fine, travolgendo con sé decenni di conquiste sociali e la stessa democrazia, è essenziale comprendere che una ripresa del progetto europeo può avvenire soltanto su basi radicalmente diverse. Se questo non avverrà, non avremo semplicemente un’Europa peggiore. Assisteremo al naufragio catastrofico del progetto europeo. La crisi che stiamo vivendo ci è stata spiegata così. L’elenco dei suoi presunti colpevoli è molto più lungo delle scuse di John Belushi. Dai “titoli tossici” ai trucchi contabili della Grecia, dalla bolla immobiliare negli Stati Uniti a quelle di Irlanda e Spagna, dai vecchi debiti dello Stato italiano alla politica monetaria della Federal Reserve. Nessuno di questi colpevoli, ovviamente, è in grado di spiegarla. Questo libro ripercorre le fasi della crisi economica più grave dai tempi della Grande Depressione e ci spiega perché non si tratta né di una crisi finanziaria che ha contagiato l’economia reale, né di una crisi causata dal debito pubblico di qualche Stato europeo. Chiarisce per quali motivi le politiche “anti-crisi” adottate dall’Unione Europea ci stanno portando al disastro e, soprattutto, cosa fare per evitarlo. Vladimiro Giacché è nato a La Spezia nel 1963. Si è laureato e perfezionato in Filosofia alla Scuola Normale di Pisa. È dirigente di Sator, presidente di News 3.

 

Vladimiro Giacchè – Costituzione europea. Il conflitto inevitabile

Costituzione italiana contro trattati europei

Una riflessione sulla necessità di anteporre i vincoli della Costituzione a quelli dei trattati europei. Un saggio chiaro e necessario su una questione decisiva di cui si parla troppo poco. Lotta all’inflazione e autonomia della banca centrale, massima concorrenza e minimo intervento dello Stato nell’economia sono i principi chiave dei trattati europei. Questo saggio dimostra che essi esprimono un’idea di società in conflitto con quella propria della nostra Costituzione e con la tutela dei diritti fondamentali che questa prevede, a cominciare dal diritto al lavoro. Tale conflitto è reso evidente dalla forzatura rappresentata dall’inserimento in Costituzione, in obbedienza alle regole europee del Fiscal compact, del nuovo art. 81 che prevede l’obbligo del pareggio di bilancio: un vero e proprio cuneo che scardina il sistema dei fondamentali diritti costituzionali. Contro la logica del “vincolo esterno“ che quell’articolo rappresenta è necessario riaffermare la validità dell’impianto originario della nostra Costituzione e la sua priorità sui trattati europei. Vladimiro Giacché ha studiato nelle università di Pisa e di Bochum (Germania) ed è stato allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si è laureato e perfezionato in Filosofia. È dirigente di Sator e presidente del Centro Europa Ricerche. Autore di volumi e saggi di argomento filosofico ed economico, ha di recente pubblicato La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea (2011), Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato (2012) e Anschluss – L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa (2013). Di Titanic Europa e Anschluss è stata pubblicata anche la traduzione in lingua tedesca.

Vladimiro Giacchè – Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa [Epub – Mobi]

coverAncora oggi, a quasi 25 anni dal crollo del Muro, la distanza economica e sociale tra le due parti della Germania continua ad accentuarsi, nonostante massicci trasferimenti di denaro pubblico dalle casse del governo federale tedesco e da quelle dell’Unione Europea. Sulla base di una ricerca scrupolosa, condotta attraverso i dati ufficiali e le testimonianze dei protagonisti, l’economista Vladimiro Giacché svela come la riunificazione delle due Germanie abbia significato la quasi completa deindustrializzazione dell’ex Germania Est, la perdita di milioni di posti di lavoro e un’emigrazione di massa verso Ovest che perdura tuttora, spopolando intere città. La storia di questa “unione che divide” è una storia che parla direttamente al nostro presente. Essa comincia infatti con la decisione di attuare subito l’unione monetaria tra le due Germanie, prima di aver attuato la necessaria convergenza tra le economie dell’Ovest e dell’Est. L’unione monetaria ha accelerato i tempi dell’unione politica, ma al prezzo del collasso economico dell’ex Germania Est. Allo stesso modo la moneta unica europea, introdotta in assenza di una sufficiente convergenza tra le economie e di una politica economica comune, è tutt’altro che estranea alla crisi che sta investendo i paesi cosiddetti “periferici” dell’Unione Europea. Il libro di Giacché si conclude quindi con un esame approfondito delle lezioni che l’Europa di oggi può trarre dalle vicende tedesche degli anni Novanta.