Antonella Campanini – Il cibo e la storia

Il Cibo e la storia: Il Medioevo europeo

Tra la caduta dell’Impero romano d’Occidente e la scoperta dell’America intercorrono più di mille anni. In quel tempo lunghissimo le culture alimentari europee, dapprima distanti, inaugurano e sviluppano un dialogo destinato a trasformarle. Grazie alla circolazione di uomini, prodotti, parole e idee, il nostro continente raggiunge una sostanziale unità. Il libro propone un percorso tra ingredienti e ricette, usi e scelte, che vede coinvolti sovrani e contadini, personaggi altolocati – nobili, ambasciatori, vescovi e papi –, scienziati e uomini di cultura, cuochi e artigiani, semplici individui, donne (poche, in realtà), in altre parole la società nel suo insieme. Il cibo, voluto o negato, cercato o rifiutato, universale o locale, costituisce una chiave di lettura del lento processo verso la costruzione di un’Europa culturalmente unita.

Luisa Stagi – Food porn. L’ossessione per il cibo in Tv e nei social media

Food porn

L’ossessione per la cucina, per gli stili alimentari, per l’estetica dei dolci si è diffusa in una società dove, paradossalmente, la maggior parte delle persone è costantemente a dieta. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei palinsesti televisivi che propongono una ridondanza di trasmissioni di cucina, ricette, gare culinarie, ma anche, e non di meno, reality, negli specifici format del lifestyle e del makeover, che si occupano della gestione del corpo e del grasso in eccesso, insomma di dieta. Gli stessi discorsi e le stesse contraddizioni trovano ampio spazio sui social media, invasi da un lato da foto di esperienze culinarie e blog di cucina e dall’altro da molteplici comunità di dimagrimento. Il libro aiuta a comprendere le molte facce e i molti perché di questo dilagante fenomeno, ma, soprattutto, ci porta a capire perché il nostro corpo ci pesa così tanto.

Luigi Russi – In pasto al capitale. Le mani della finanza sul cibo

In pasto al capitale. Le mani della finanza sul cibo

Gli ultimi trent’anni hanno inaugurato un periodo in cui è aumentata, in maniera senza precedenti, la capacità del capitale finanziario di condizionare un numero crescente di aspetti del vivere quotidiano. Il mondo del cibo è uno di questi, sfigurato da cicatrici difficili da rimarginare. Le conseguenze sono pesanti: la crisi dei prezzi alimentari del 2008, il pugno di ferro dei giganti della distribuzione che occupano le filiere, la devastazione ecologica disseminata da reti globali di approvvigionamento, il furto di terre nel nome dello sviluppo. “In pasto al capitale” – testo giù uscito in Gran Bretagna nel 2013 col titolo “Hungry Capital” – presenta un’analisi accessibile, e al contempo rigorosa, dell’impatto che il sistema finanziario esercita sull’economia del cibo a vari livelli: partendo dalla speculazione sulle derrate alimentari fino alle intricatissime filiere messe in piedi da produttori e supermercati. Ad ogni passo, la finanza fa sprofondare il cibo in un circolo vizioso volto ad accumulare profitti su profitti e colonizza il rapporto tra esseri umani e natura su cui si regge l’agricoltura. Il risultato finale, sostiene Russi, è un Leviatano dai piedi d’argilla, che si tiene unito a stento. E che lascia sul terreno innumerevoli vittime: la vitalità dell’ecosistema, la resilienza dell’agricoltura e l’esistenza stessa dei contadini.