Allan V. Horwitz & Jerome C. Wakefield – La perdita della tristezza. Come la psichiatria ha trasformato la tristezza in depressione

La perdita della tristezza

È ancora possibile oggi vivere un periodo di tristezza provocata da un grave lutto o da una pesante delusione amorosa senza ritrovarsi immediatamente inquadrati in una diagnosi di depressione, con conseguente intervento di uno specialista e di una terapia farmacologica? La normale tristezza può dunque rimanere distinta dalla depressione? Il drastico cambiamento diagnostico degli ultimi decenni, che sembrava dover fornire alla psichiatria criteri oggettivi di valutazione, ha avuto l’effetto collaterale di qualificare casi di naturale tristezza, dovuta a situazioni di vita, come patologici stati d’animo, con inevitabili errori di medicalizzazione. In questo libro Horwitz e Wakefield inseriscono la tristezza in un quadro evolutivo, illustrando la crisi della cultura attuale che ha comportato il quasi totale disconoscimento di un sentimento umano e la dispensa a piene mani di qualificazione di patologia psichiatrica, la quale a sua volta non viene adeguatamente trattata. Ciò ha fatto della nostra epoca un’autentica «era della depressione».

David Herzberg – Le pillole della felicità. Dal Miltown al Prozac

Le pillole della felicita`

Seguendo il filo narrativo della nascita e dell’affermarsi degli psico-farmaci – dal Miltown negli anni Cinquanta al Valium negli anni Settanta al Prozac negli anni Novanta – David Herzberg ricostruisce in questo libro un quadro ricco e avvincente di un momento importante della storia culturale americana (e poi, con leggera dilazione nel tempo, europea), incentrato sulla ricerca della felicità nelle fasce sociali medio-alte. Il dipanarsi di questa storia vede balzare in primo piano di volta in volta il processo di commercializzazione della medicina nel clima consumistico dell’immediato dopoguerra; il ruolo di industrie farmaceutiche e pubblicitari nella trasformazione dei medicinali in semplici beni di consumo; lo sviluppo della cura fai-da-te; la difficile distinzione tra psicofarmaci (per le persone ‘dabbene’) e droghe (per le classi disagiate) da parte dei crociati della guerra antidroga; le drammatiche campagne delle femministe contro i pericoli di dipendenza dal Valium; le mirabolanti promesse lanciate dalle nuove neuroscienze non solo di debellare la depressione ma anche di permettere a ciascuno la costruzione di una personalità a piacere. Storia della scienza medica e sue ripercussioni nella vita individuale e sociale in un racconto di rara efficacia e di palpitante interesse.

Franco Lolli – La depressione

La depressione

Un dolore profondo, ma indicibile, impossibile da mettere in una parola, un dolore che rischia di apparire inesistente perché incomunicabile: la depressione condanna chi ne soffre a una doppia pena, quella che sorge dal disagio psichico e quella che deriva dall’invisibilità dello sguardo dell’altro. Che spesso si volge verso manifestazioni di dolore più tangibili, fisiche, e quindi più vere, imprigionando il depresso nel suo silenzio o spingendolo ad atti che sono grida di aiuto. Franco Lolli porta il lettore in un viaggio dentro a un autentico enigma dell’animo umano, misteriosamente propenso a «soddisfarsi, in una maniera apparentemente incomprensibile, in ciò che insoddisfa». Un’analisi lucida e inesorabile che scandaglia senza compromessi questo fenomeno pervasivo della nostra società, prona a un’ideologia consumistica e performativa e ormai incapace di simbolizzare e accettare la fondamentale impotenza dell’uomo davanti al fallimento, al lutto, alla morte.

Eugenio Borgna & Aldo Bonomi – Elogio della depressione

Elogio della depressione

Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all’esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.

Gary Greenberg – Storia segreta del male oscuro

Storia segreta del male oscuro

Come tanti, anche Gary Greenberg ha provato in prima persona l’inspiegabile e persistente calo d’umore, la vertigine da svuotamento dell’Io, la contrazione allo stomaco che toglie ogni vitalità, l’angoscia di non riuscire ad affrontare il giorno successivo, mentre l’orizzonte man mano si contrae. E si è chiesto perché oggi la scienza abbia ricomposto queste sofferenze in un quadro patologico chiamato “depressione”. Una malattia vera e propria, diagnosticabile e curabile come l’artrite o il diabete, e diffusissima. L’ennesimo trionfo della medicina o piuttosto l’apertura, attraverso la prescrizione in massa degli antidepressivi da parte dei medici generici, di un immane mercato per le case farmaceutiche? Cercando di vedere chiaro nel passaggio di rango dell’antica melanconia, Greenberg procede con la impertinenza di chi sa grattar via lo smalto dai paludati protocolli scientifici per accertare di quale lega siano fatti. Si muove su un terreno familiare, da psicoterapeuta e da paziente abituato all’oscurità del dolore.