Hans Magnus Enzensberger – Il mago dei numeri

Il mago dei numeri (Super ET) di [Enzensberger, Hans Magnus]

Roberto è uno dei tanti ragazzi per i quali la matematica è un incubo incomprensibile. Una notte gli appare in sogno un curioso ometto rosso che gli propone straordinari giochi di prestigio: non con le carte, ma con i numeri. Per altre undici notti Roberto si addentra cosí nell’esplorazione di sistemi numerici complessi, capisce sempre meglio le leggi e i meccanismi che li governano, incontra Pitagora e Archimede. Scoprirà che la matematica non è affatto la cosa noiosa e un po’ crudele che si studia a scuola, ma semmai un’avventura entusiasmante. Per Hans M. Enzensberger la matematica è un mondo immaginario, che riserva continue sorprese ed è capace di colpirti con la sua genialità. Questo libro, scritto per una bambina di dieci anni ma destinato ai lettori di tutte le età, ne è la prova.

Paolo Zellini – La matematica degli dèi e gli algoritmi degli uomini

I numeri sono un’invenzione della mente o una scoperta con cui la mente accerta l’esistenza di qualcosa che è nel mondo? Domanda a cui da secoli i matematici hanno cercato di rispondere e che si può anche formulare così: che specie di realtà va attribuita ai numeri? Con la sua magistrale perspicuità, Zellini affronta questi temi, che non riguardano solo i matematici ma ogni essere pensante. Collegata alla prima, si incontrerà un’altra domanda capitale: come può avvenire che qualcosa, pur crescendo in dimensione (e nulla cresce come i numeri), rimanga uguale? Domanda affine a quella sull’identità delle cose soggette a metamorfosi. Ed equiparabile a quelle che si pongono i fisici sulla costituzione della materia.

AA. VV. – Zerologia. Sullo zero, il vuoto e il nulla

Metti una sera a cena un matematico, un fisico e un filosofo: tre compagni di liceo si ritrovano dopo molti anni per intrecciare la nozione di zero, quella di vuoto e quella di nulla. Un dialogo da cui nasce un libro. Che cosa accomuna questi tre concetti? Di certo lo scandalo del paradosso: un numero per il “non essere”, indispensabile ma inafferrabile; un “vuoto” che “riempie” la nostra vita quotidiana e che resta un’idea di frontiera della fisica moderna; un’assenza e una mancanza, una negazione effervescente e pensosa che ci attrae fino ai bordi del mondo.

Gaston Bachelard – Metafisica della matematica

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Nel 1932, Gaston Bachelard partecipa a un convegno internazionale dedicato alla filosofia di Spinoza. Il testo della conferenza, finora inedito in Italia e praticamente sconosciuto alla critica, permette di comprendere come gli strumenti e i dispositivi concettuali dell’epistemologia bachelardiana fossero già ben strutturati nei suoi primi anni di ricerca e di studio. Il testo in questione, inoltre, rappresenta l’unica occasione in cui Bachelard abbia misurato apertamente le sue teorie epistemologiche con il pensiero spinoziano. La rilevanza storiografica della riscoperta di questa acuta riflessione darà sicuramente un nuovo orientamento agli studiosi del pensiero bachelardiano.

Giorgio Israel – La matematica e la realtà

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È sempre più diffusa la convinzione che la matematica sia lo strumento principe per analizzare e prevedere ogni aspetto della realtà, e questa visione è diventata tanto influente per il ruolo centrale che la matematica ha assunto negli sviluppi recenti della fisica e della tecnologia. Ma il mondo è matematico? Per rispondere a questa domanda, l’autore spiega con un approccio estremamente semplice come venga usata la matematica nella versione più recente della costruzione di modelli. Traccia poi il percorso storico che ha condotto dall’idea di Galileo che il mondo è scritto in linguaggio matematico fino alla contemporanea modellistica matematica. Infine descrive le problematiche più recenti – tra cui il tema della “ragionevole” o “irragionevole” efficacia della matematica e il ruolo del calcolatore nella ricerca scientifica.

Amir Alexander – Infinitamente piccoli. La teoria matematica alla base del mondo moderno

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Il 10 agosto 1632 cinque padri gesuiti si riunirono in un austero palazzo di Roma per censurare, perché considerata sovversiva, un’affermazione apparentemente innocua che avrebbe gettato le basi della matematica moderna: una linea continua è composta da punti infinitamente piccoli. Ma non si trattava solo di speculazione teorica. In ballo c’era molto di più: il concetto di infinitesimo metteva in discussione l’idea del mondo come luogo razionale e governato da leggi matematiche esatte, e con essa il dogma di un ordine naturale, politico e sociale immutabile. Amir Alexander ci racconta la storia di una lotta, combattuta dalla Germania all’Inghilterra, dalla Roma papale alle stanze della Royal Society, che vide schierati da un lato i difensori dell’autorità costituita, disposta a tutto pur di mantenere salda l’ortodossia, e dall’altro i promotori di un’epoca di libertà intellettuale e progresso scientifico.BIOAmir Alexander insegna storia alla University of California di Los Angeles, e si occupa dei legami tra la matematica e il suo contesto sociale, culturale e politico. Prima di “Infinitamente piccoli” ha pubblicato “Geometrical Landscapes” (2002) e “Duel at Dawn: Heroes, Martyrs, and the Rise of Modern Mathematics” (2010).

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George G. Szpiro – La matematica della democrazia

La matematica della democrazia

«Qual è il candidato che il popolo ha scelto?» La domanda è semplice, ma la risposta non lo è per niente. Fin dalla nascita della democrazia, nella Grecia di 2500 anni fa, ci si è accorti che la distribuzione dei voti e dei delegati di un’assemblea è un problema matematico che in molti casi può portare a soluzioni paradossali. Gestire in maniera «assolutamente giusta» il meccanismo di voto è stato per secoli – e lo è ancora – un problema senza soluzione. Da Platone a Plinio, da Llull a Laplace, Condorcet, Jefferson, von Neumann, Arrow: in tutte le epoche e in ogni tipo di democrazia le menti più raffinate si sono dedicate a risolvere il problema di stabilire in maniera corretta «chi ha vinto»; ma la soluzione si è dimostrata elusiva. Che si scelga il proporzionale puro, il maggioritario con correzioni o qualche altro sistema tra i moltissimi ormai inventati, c’è sempre modo di distorcere il risultato o di arrivare a un vero e proprio paradosso inaggirabile, dove non vince nessuno, vincono tutti o è di fatto impossibile distribuire i seggi equamente. Attraverso esempi storici e spiegazioni matematiche – rese con invidiabile chiarezza e senza bisogno di usare formule –, George Szpiro illustra la storia di questo rompicapo, i personaggi che hanno preso parte al dibattito e le raffinate insidie della matematica della democrazia. D’altra parte è dimostrato che i paradossi sono inevitabili e che ogni meccanismo di voto presenta delle incongruenze e può essere manipolato. Salvo uno, certo, ma si chiama dittatura.

Keith Devlin – I numeri magici di Fibonacci

I numeri magici di Fibonacci

Tutti conoscono la “successione di Fibonacci”: una sequenza di cifre nascosta in molti fenomeni naturali che da oltre ottocento anni affascina i matematici, e che si dice possa predire l’andamento dei mercati finanziari. Ma chi fu in realtà Fibonacci, considerato il maggiore matematico del Medioevo, che comprese per primo che le “nove figure indiane” e soprattutto zephirum, lo zero,avrebbero cambiato il mondo in cui viveva? In un affascinante viaggio che ripercorre la vita di questo genio intraprendente, Keith Devlin permette al lettore di riscoprire una figura cruciale e misteriosa del nostro passato, che con le sue ricerche e il suo Liber abbaci – il più importante testo di algebra del tempo che spiegava come adottare il sistema numerico indo-arabico – mostrò all’Europa i risvolti pratici e commerciali della matematica, e aprì così la strada all’ascesa del Vecchio continente verso il dominio scientifico ed economico mondiale.

consiglio a cura di Athanasius

Gabriele Lolli – Il riso di Talete. Matematica e umorismo

coverIl riso è uno scoppio di energia incontrollata, un rivolgimento umorale, insomma una catastrofe fisiologica (e anche sociale, se si ride a sproposito). Ma le catastrofi sono quelle strane discontinuità studiate dai matematici. E’ possibile affidare a loro una teria del riso? Nell’opinione comune i matematici sono incapaci di emozioni, sono robot, macchine, magari geni, ma vorreste davvero essere come loro? Non meno degli italici carabinieri oggetto di riso, personaggi di barzellette, fin da quando Talete fece ridere la serva tracia cadendo in una buca perché camminava guardando le stelle. Ma il nostro “agente all’Avana”, ci fa pervenire rapporti che rivelano come siano loro, i matematici, tra i più prolifici inventori di umorismo, storie, barzellette.

Consiglio a cura di Flextime.