AA.VV – Elogio della menzogna

«accusare. Se l’autorità di chi accusa potesse rendere di colpa sospetta l’innocenza, sarebbono vane le speranze e miserabili le condizioni degli uomini. Guai al mondo, se i grandi potessero autenticare le calunnie solamente col pretesto doverle proferite. Non vi sarebbe bontà che non fosse posta in ombra e costituita rea al tribunale della morte.

« Chi vuol accusare altri, deve egli prima esser puro ed innocente. Niuna ragione consente che questo chieda conto della vita di quello, s’egli non lo può dar della propria. Chi ha traviato dal diritto della coscienza, non è abile a ridurvi altri. Il poco fondamento dell’accusa, s’argomenta dal poco merito della persona che accusa.

« Accusar altrui, nelle sue disgrazie, è cosa da uomo rozzo ed ignorante. Accusar se stesso è cosa da chi comincia a farsi savio. Non accusar altrui, né se stesso, è cosa da savio e da perfetto ».

AA.VV. – Aldo Moro. Un percorso interpretativo

Aldo Moro: Un percorso interpretativo di [AA.VV.]

Il libro raccoglie contributi sulla figura di Aldo Moro, in gran parte inediti, prodotti nell’arco di trent’anni da personalità di primo piano della cultura e della politica, quali, tra gli altri: Tina Anselmi, Giuliano Amato, Ugo De Siervo, Francesco D’Onofrio, Emilio Gentile, Massimo Severo Giannini, Mino Martinazzoli, Sergio Mattarella, Giancarlo Quaranta, Roberto Ruffilli, Aldo Tortorella e Giuseppe Vacca. Tutti gli interventi sono stati presentati in iniziative promosse dall’Accademia di studi storici Aldo Moro nell’intento di mantenere aperto un canale di confronto sul pensiero e l’opera dello statista, anche durante il lungo periodo in cui l’attenzione del mondo politico e dei media era concentrata solo sulle vicende del suo assassinio. Nel loro insieme, i testi delineano un percorso interpretativo che ha per oggetto, non solo Aldo Moro, ma anche alcuni importanti aspetti dell’evoluzione della democrazia italiana dalla seconda metà del secolo scorso fino a oggi.

AA.VV. – Fascismo e capitalismo

Gli studiosi che hanno collaborato a questo volume, come chi se ne è assunto la cura, credono al contrario che riaffermare con chiarezza le ragioni della condanna storica del fascismo non costituisca un ostacolo a cercare di comprenderne la natura e la storia. Con i loro saggi, che a volte riprendono i risultati di studi precedenti ma più di frequente avanzano nuove ipotesi o problemi di interpretazione, intendono portare un proprio contributo su alcuni degli aspetti al centro dell’attuale dibattito: dai rapporti tra liberalismo e fascismo alla strategia dell’opposizione antifascista, dalla struttura della società e delle istituzioni alla politica estera e militare del regime fascista.

AA.VV. – Fascismo e antifascismo (1918-1936). Lezioni e testimonianze

Lezioni di: Lelio Basso, Paolo Alatri, Nino Valeri, Luig Salvatorelli, Domenico Riccardo Peretti-Griva, Giorgi Amendola, Vittorio Foa, Carlo Bo.

Testimonianze e contributi di: Novello Papafava dei Cairaresi, Edoardo Clerici, Bruno Villabruna, Alcide Malagugini, Amos Zanibelli, Giovanni Parodi, Giulia Gentil Filippetti, Edoardo Frigé, Piero Pieri, Fernando Schiavetti, Antonino Repaci, Giovanni Nicola, Franco Catalano, Giovanni Mira, Giambattista Migliori, Antoni’ Greppi, Ettore Fiamenghi, Edoardo Clerici, Achille Ottolenghi, Ruggero Zangrandi, Bianca Ceva, Gioacchini Malavasi, Mario Venanzi, Antonio Greppi, Franco Grassini, Giacomo Corna-Pellegrini, Alessandro Butté, Emilio Sereni, Umberto Segre, Filippo Sacchi, Ernesto Rogers, Paolo Grassi.

AA.VV. – Fascismo e antifascismo (1936-1948). Lezioni e testimonianze

Lezioni di: Leo Valiani, Ernesto Ragionieri, Ferdinando Vegas, Riccardo Bauer, Roberto Battaglia, Riccardo Lombardi, Luigi Meda, Ferruccio Parri.

Testimonianze e contributi di: Fernando Schiavetti, Giuseppe Rossini, Antonio Pesenti, Francesco Scotti, Mario Spinella, Piero Caleffi, Giovanni Brambilla, Giansiro Ferrata, Orio Giacchi, Lelio Basso, Max Salvadori, Giancarlo Pajetta, Don Giuseppe Cavalli, Ezio Vigorelli, Claudio Pavone, Giorgio Spini, Leo Valiani, Cesare Bensì, Pietro Secchia, Ugo La Malfa, Palmiro Togliatti, Edoardo Clerici.

AA.VV. – Il demone dello stile. Conversazioni con Louis-Ferdinand Céline

“La lettura delle interviste che Céline rilascia nel corso della vita è una porta interessante per accedere al suo orizzonte estetico non sempre di agevole frequentazione. E non per coglierne le idee o per saggiarne le idiosincrasie, ma per mettersi in ascolto di una sua esigenza: il recupero di una parola viva, che taglia, ferisce, travolge e turba ma rompe con il sopore anestetizzato dell’accademia. Lo sforzo di rendere viva e parlata lo parola scritta serve a Céline per creare uno stile adatto a ridare senso a un mondo che ha vissuto l’apocalisse della Grande Guerra e lo schianto di tutti gli ipocriti valori morali. E l’unico modo per farlo nascere consiste nello scuotere la superficie del mondo regolata dall’esattezza. Solo così l’emozione divampa. E l’emozione non esiste che grazie allo stile. Non si tratta di rendere un’emozione attraverso lo stile ma di creare con esso l’emozione. E il modo migliore per farlo è trarre da sé e dalle proprie esperienze l’energia necessaria.” (Simone Paliaga)

AA. VV. – Lenin e il Novecento

L’imperialismo rappresenta per Lenin la completa negazione della democrazia al livello dei rapporti internazionali: le «cosiddette nazioni civili d’Europa» opprimono «le nazioni meno civili e più desiderose di democrazia dell’Asia» cui disconoscono il diritto all’autodeterminazione e al self-government, negando nella pratica quei principi che pure non si stancano di sbandierare come proprio titolo di gloria e di legittimità imperiale. In tale quadro, bisogna collocare la denuncia cui procede Lenin della vena razzistica più o meno esplicita che attraversa in profondità la storia del colonialismo e dell’imperialismo: essi si fondano sullo sfruttamento e «asservimento di centinaia di milioni di lavoratori dell’Asia, delle colonie in generale e dei piccoli paesi» ad opera di «poche nazioni elette»; i dirigenti della borghesia liberale cercano in ogni modo di ostacolare «l’emancipazione economica e quindi anche politica delle pelli rosse e nere»; d’altro canto, gli immigrati «provenienti da paesi più. arretrati» sono vittime di discriminazione salariale sui luoghi di lavoro dei paesi capitalisti. Questa carica razzistica esplode con particolare chiarezza e virulenza in occasione di guerre condotte contro popoli che, dal punto di vista delle potenze coloniali e imperiali, «non meritano nemmeno l’appellativo di popoli (sono forse popoli gli asiatici e gli africani?)».

AA.VV. – Lenin 2.0. La verità è di parte

A quasi un secolo dalla rivoluzione di Ottobre, il capitalismo domina incontrastato il nostro pianeta. Il sistema liberale si è imposto non tanto come la migliore forma di organizzazione della vita politica, ma come l’unica possibile. Tanto che è più facile pensare alla fine del mondo che ad alcune piccole modifiche a questo modo di produzione e a questo stile di vita. In questo contesto quale può essere l’attualità del pensiero di Lenin? Può esserci utile per pensare ad una fuoriuscita dal presente o deve essere abbandonato nella soffitta della storia? Alcuni tra i maggiori intellettuali contemporanei, da Jameson a Eagleton, da Badiou a Zizek, da Losurdo a Tony Negri, rispondono a questi interrogativi mettendo Lenin a confronto con i problemi del nostro tempo: la guerra, l’imperialismo, il fallimento della socialdemocrazia.

AA.VV. – Dissenso e socialismo. Una voce marxista del Samidzat sovietico

Del «dissenso» si è parlato e si parlerà molto perché esso costituisce un fenomeno importante e nuovo della realtà sovietica e di quella di altri paesi affini per struttura sociale e politica. Ma il «dissenso» è un fenomeno complesso, come complessa è la realtà storica che in esso si manifesta, e la sua comprensione richiede alla «sinistra» europeo-occidentale una notevole revisione di schemi e preconcetti, nonché un serio impegno di documentazione. I testi qui raccolti appartengono alla corrente socialista e marxista del «dissenso» sovietico che fa capo allo storico Roj Medvedev. I temi trattati sono vari: dal significato del XX e del XXII congresso del Pcus alla polemica con Solženicvn, dalla definizione della struttura della società sovietica all’inchiesta sociologica sull’alcolismo nell’Urss. Dall’insieme dei testi emerge una proposta di riflessione e di discussione, nella quale si immette lo scritto introduttivo di Vittorio Strada Dissenso e socialismo. Del «dissenso» si è parlato e si parlerà molto perché esso costituisce un fenomeno importante e nuovo della realtà sovietica e di quella di altri paesi affini per struttura sociale e politica. Ma il «dissenso» è un fenomeno complesso, come complessa è la realtà storica che in esso si manifesta, e la sua comprensione richiede alla «sinistra» europeo-occidentale una notevole revisione di schemi e preconcetti, nonché un serio impegno di documentazione. I testi qui raccolti appartengono alla corrente socialista e marxista del «dissenso» sovietico che fa capo allo storico Roj Medvedev. I temi trattati sono vari: dal significato del XX e del XXII congresso del Pcus alla polemica con Solženicvn, dalla definizione della struttura della società sovietica all’inchiesta sociologica sull’alcolismo nell’Urss. Dall’insieme dei testi emerge una proposta di riflessione e di discussione, nella quale si immette lo scritto introduttivo di Vittorio Strada Dissenso e socialismo.