Una prospettiva intellettuale originale: gli occidentali sono cattivi samaritani perché impongono al resto del mondo l’applicazione di misure neoliberiste e monetariste controproducenti. L’integrazione nel mercato internazionale favorisce lo sviluppo, ma solo a condizione che venga scelta e non subita dai paesi emergenti.
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Esther Duflo, Abhijit V. Banerjee – L’economia dei poveri. Capire la vera natura della povertà per combatterla
Per oltre quindici anni Abhijit Banerjee ed Esther Duflo hanno lavorato con i poveri in diversi paesi del mondo, cercando di capire i problemi specifici legati alla povertà e di trovarvi soluzioni. Questo libro è insieme radicale nel suo ripensamento dell’economia della povertà e totalmente pratico nei suggerimenti che offre, e consente una visione ravvicinata delle esistenze dei più poveri del pianeta. Sulla base di una ricca serie di prove, tra cui le centinaia di “studi controllati randomizzati” che ha sperimentato il Poverty Action Lab, gli autori spiegano perché i poveri, nonostante dimostrino le stesse capacità e aspirazioni di chiunque altro, finiscano per avere destini completamente differenti. Rivelano come mai i poveri abbiano bisogno di prendere in prestito per risparmiare, mandino a scuola i figli e questi non imparino, tralascino di fare vaccinazioni salvavita gratuite per pagare invece farmaci inutili, inizino molte attività senza farne prosperare alcuna, e molti altri enigmi a proposito del vivere con meno di un dollaro al giorno. Tante politiche contro la povertà sono fallite proprio per un.inadeguata comprensione del problema, mentre in tale battaglia occorrono pazienza, accuratezza e volontà di apprendere dall’evidenza. Questo libro è allora una guida per politici, filantropi, attivisti e chiunque sia interessato a costruire un mondo senza più povertà.
Silvia A. Conca Messina – Profitti del potere: Stato ed economia nell’Europa moderna
Tra il 1500 e il 1800 l’Europa fu interessata da una profonda trasformazione economica: la popolazione crebbe di circa due volte e mezzo, la struttura occupazionale si modificò, gli scambi aumentarono in maniera costante avviando un processo di crescente integrazione tra i mercati a livello globale. L’espansione economica pose le basi per la rivoluzione industriale e per la supremazia economica europea fino al Novecento. Ma quali furono i fattori determinanti di tale trasformazione? Che ruolo ebbe lo Stato? L’intervento dello Stato nell’economia, le guerre e la finanza pubblica rappresentarono elementi chiave alla base del diverso grado di prosperità economica. Un’analisi che contribuisce a fornire una spiegazione più compiuta della ‘grande divergenza’ di sviluppo tra Oriente e Occidente.
Moses I. Finley – L’economia degli antichi e dei moderni
La società schiavistica classica e quella americana dell’Ottocento, il sistema di tassazione spontanea dei ricchi ateniesi e le odierne imposte sul reddito, le crisi economiche provocate dalla ‘collera degli dei’ e quelle di oggi, prodotte dall’alta finanza: con lo sguardo del grande storico che sa trovare nel passato più remoto tracce del tempo presente, Finley rilegge la realtà economica del mondo antico su un arco cronologico amplissimo.
Stefano Petrucciani (a cura di) – Storia del marxismo. I. Socialdemocrazia, revisionismo, rivoluzione (1848-1945)
Vastissima è stata l’influenza di Marx sul pensiero e sulla cultura contemporanei. In questo volume un gruppo di studiosi ricostruisce i passaggi essenziali della storia del marxismo a partire dalla sua codificazione da parte di Friedrich Engels. Ne emerge un quadro molto differenziato sul piano storico, geografico e dottrinale: dalla ripresa del marxismo filosofico in Occidente alla diffusione del marxismo in Asia e negli altri continenti; dagli intrecci del marxismo con la cultura europea del secondo dopoguerra fino alla crisi che precede il fatidico ’89.
Stefano Petrucciani (a cura di) – Storia del marxismo II. Comunismi e teorie critiche nel secondo Novecento
Vastissima è stata l’influenza di Marx sul pensiero e sulla cultura contemporanei. In questo volume un gruppo di studiosi ricostruisce i passaggi essenziali della storia del marxismo a partire dalla sua codificazione da parte di Friedrich Engels. Ne emerge un quadro molto differenziato sul piano storico, geografico e dottrinale: dalla ripresa del marxismo filosofico in Occidente alla diffusione del marxismo in Asia e negli altri continenti; dagli intrecci del marxismo con la cultura europea del secondo dopoguerra fino alla crisi che precede il fatidico ’89.
Stefano Petrucciani (a cura di) – Storia del marxismo III. Economia, politica, cultura: Marx oggi
Obiettivo dei tre volumi della “Storia del marxismo” è tracciare una mappa delle molte avventure di pensiero che, a partire dal 1883, anno della morte di Marx, si sono dipanate prendendo le mosse dalla sua eredità. Ripercorrere quasi un secolo e mezzo di storia intellettuale, come i tre volumi cercano di fare, può essere utile anche per contestualizzare ciò che di nuovo si viene scoprendo, attorno alle questioni marxiane, nella ripresa di studi su Marx alla quale assistiamo da qualche anno. La lezione di Marx è ancora oggi imprescindibile in molti ambiti delle scienze dell’uomo e della società. Il volume ne illustra gli aspetti di maggiore fecondità, seguendone le tracce nell’economia e nella teoria della crisi, nel pensiero politico, nell’estetica e nell’antropologia, nelle analisi della globalizzazione e nella teoria del sistema-mondo, nel femminismo e negli studi postcoloniali.
Paul Mattick, Cristoph Deutschmann, Volkhard Brandes – Crisi e teorie della crisi
L’integrazione sempre più stretta dell’economia mondiale, la nascita di giganteschi complessi internazionali e i sintomi di crisi dello sviluppo economico odierno, che decretano in modo sempre più chiaro la fine della prosperità post-bellica (inflazione, inasprimento della concorrenza, formazioni monopolistiche, stagnazione) rendono necessario un rinnovato e approfondito dibattito sulla crisi e sulle teorie della crisi. Nel saggio centrale di questo volume Paul Mattick, dopo aver esposto e criticato le teorie della crisi avanzate dalla scienza economica borghese (fino a Keynes), la teoria di Marx e dei suoi successori (soprattutto Rosa Luxemburg, Hilferding, Grossmann, Mandel), passa a sviluppare una teoria dell’effettivo statuto di crisi nella cosiddetta « economia mista » dei paesi capitalistici.
Vincenzo Ruggiero – Perché i potenti delinquono
In tempi di antipolitica e populismo la sensazione che le classi dirigenti commettano crimini e utilizzino il loro potere a fini antisociali è molto diffusa. In realtà, la disciplina che si occupa specificamente di questo tipo di comportamenti, la criminologia, si è molto poco occupata della questione. Per molti criminologi, i reati si spiegano con la debolezza dei legami sociali, con una situazione di vita svantaggiata, con fattori di devianza e isolamento: ma se così è, come mai coloro che fanno parte di gruppi sociali forti e stabiliti come le élite, che possono contare su ampia disponibilità di mezzi e capitali, che stanno in cima alla piramide sociale possono arrivare a infrangere la legge? Altre discipline e altre forme di conoscenza hanno molto da dire a questo riguardo, e per questo Vincenzo Ruggiero allarga il suo sguardo dalla criminologia a un vero e proprio ventaglio disciplinare, che comprende scienza politica, economia, filosofia e letteratura. In questo modo, Ruggiero mette a fuoco le molteplici caratteristiche del potere criminale: la sua capacità anfibia di stare contemporaneamente dentro e fuori la legge, la sua forza ideologica, che è in grado di piegare il pensiero etico e filosofico alle proprie necessità di giustificazione, la sua natura ambigua, per cui spesso non è chiaro se il problema non sia tanto quello di distinguere un uso criminale del potere da uno benefico, quanto di vigilare su ogni esercizio di potere, da parte di chiunque. Un libro di grande coraggio intellettuale, che cerca di colmare una lacuna del pensiero criminologico per parlare di un problema scottante e sempre di grande attualità.
John Kenneth Galbraith – Storia dell’economia
Dal ruolo della schiavitù nell’antica Grecia al “comunismo” di Platone; dall’organizzazione feudale alla rivoluzione industriale; da Karl Marx alla Grande Depressione degli anni Trenta, fino allo sviluppo del mercato globalizzato nel secondo Novecento: in questo testo John K. Galbraith dimostra con sorprendente chiarezza che non si può comprendere il funzionamento dell’economia contemporanea senza conoscerne la storia, perché le teorie e le scelte economiche sono sempre un prodotto dei tempi e dei luoghi in cui nasc ono e si sviluppano. Accompagnando il lettore attraverso curiosi aneddoti e la lucida analisi di grandi temi – dalla distribuzione del reddito alla disoccupazione –, l’autore porta alla luce l’intreccio ineliminabile che lega questioni economiche, politiche e sociali. E spiega che l’economia non può essere socialmente neutra: ha sempre il potere di determinare, nel bene e nel male, la vita di una nazione e dei suoi cittadini.